Tag: arresto

  • Guanzate (Como), cocaina qui e cocaina là: spacciatore in manette

    Guanzate (Como), cocaina qui e cocaina là: spacciatore in manette

    Circa 115 grammi nascosti in un recesso nel cruscotto dell’auto di proprietà, circa 855 grammi occultati in una scatola da scarpe sotto un sedile dell’auto del fratello. Tutta cocaina (peso effettivo al lordo, come da evidenza alla pesatura: 971.79 grammi) di cui gestiva il traffico un 41enne marocchino, spacciatore con area dell’attività di spaccio fra Canturino, Bassa Comasca e probabilmente anche propaggini della Brianza e dell’“Hinterland” milanese; e tutta evidenza via via acquisita dalle forze dell’ordine – sul campo agenti della Polizia di Stato – nelle perquisizioni condotte, la prima a Guanzate, la seconda ad Arosio, qui anche con un controllo domiciliare nel corso del quale è stata sequestrata la somma di oltre 1’500 euro sospetto provento di illeciti. Tra martedì scorso ed il fine-settimana l’esecuzione di interventi e provvedimenti; il nordafricano è nel frattempo ospite della casa circondariale “Bassone” in Como.

  • Coca a chili nelle ruote della carrozzella, uomo arrestato a Malpensa

    Coca a chili nelle ruote della carrozzella, uomo arrestato a Malpensa

    Il “record” individuale di specialità, sì, resta nelle mani del cittadino spagnolo beccato nell’agosto 2022: 13 chilogrammi il peso effettivo della merce trasportata, cioè cocaina, con imbottitura della carrozzella su cui il soggetto si muoveva. Ma si difende niente male, restandosi alla stretta statistica, anche lo statunitense tratto in arresto domenica – di oggi l’informativa da fonte ufficiale – allo scalo aeroportuale della Malpensa (Varese), volo in arrivo da Santo Domingo, qui cocaina per 8.4 chilogrammi sempre nella carrozzella e, si noti la strategia dei contrabbandieri di droga, all’interno delle ruote della carrozzella medesima. Il che non è sfuggito agli operatori della Guardia italiana di finanza, comando provinciale di Varese: individuazione, accompagnamento del soggetto, verifica delle sue condizioni di salute, controllo al mezzo, primo responso negativo dall’esame ai “raggi X”, scardinamento delle ruote stante il peso “anomalo”, recupero dei sacchetti; in totale 43 involucri, cocaina dappertutto. Il viaggiatore è stato pertanto arrestato in flagranza di reato; già convalidato il provvedimento restrittivo della libertà individuale; l’uomo è ora associato alla casa circondariale di Busto Arsizio (Varese).

  • Lezioni di piano con sesso su minori: sedicente terapeuta a giudizio

    Lezioni di piano con sesso su minori: sedicente terapeuta a giudizio

    Tutto confermato: la ripetuta coazione sessuale, i ripetuti atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, gli atti sessuali con fanciulli, la pornografia. Che cosa volete che siano, con tale accompagnamento di addebiti, l’esercizio illecito di un’attività sanitaria e la falsità in certificati; ad ogni modo, anche queste contestazioni sono finite nel “dossier” con cui la procuratrice pubblica Valentina Tuoni si presenterà davanti alle Assise criminali in Lugano per ottenere la condanna di un 67enne svizzero contro il quale era stato aperto un procedimento penale già parecchio tempo addietro – notizia fu data su queste stesse pagine – e che nelle scorse ore è stato rinviato a giudizio stante l’avvenuta conclusione degli accertamenti. Il soggetto, residente nel Luganese, era stato tratto in arresto ad agosto ed il provvedimento di restrizione della libertà era stato poi prorogato; l’elenco delle contestazioni è da considerarsi non completo. Fulcro dei comportamenti illeciti, a substrato – questo indicherebbe una perizia – di chiara e conclamata pedofilia, sarebbe stata la “comfort zone” dell’ora 67enne, che guidava attività rivolte a minorenni tra danza, lezioni di pianoforte, yoga e musicoterapia, avendo dapprima gestito una struttura privata nel Luganese e, dall’ottobre 2020, operando in una nuova sede nel comprensorio urbano.

  • Gallarate (Varese), tenta la rapina in… notturna: preso alle casse

    Gallarate (Varese), tenta la rapina in… notturna: preso alle casse

    (ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 19.01) Ha forse creduto che quel supermercato, il “Carrefour” aperto 24 ore il giorno, fosse bersaglio poco presidiato. Tutt’altro, come ha potuto scoprire: è finito in manette, nel cuore della notte, il rapinatore solitario che, arma da taglio alla mano destra, si era proteso verso le casse del punto-vendita di via Carlo Noè 6 a Gallarate, provincia di Varese, prima che il suo atto portasse ad un bottino e/o al ferimento di altre persone. Il soggetto, un 40enne marocchino con permesso regolare di soggiorno, è stato neutralizzato da personale di sicurezza e tratto in arresto da effettivi dell’Arma dei Carabinieri, compagnia di Gallarate. Oggi. in Tribunale a Busto Arsizio (Varese), la convalida in udienza di direttissima: vane le scuse, non spiegata la disponibilità dell’arma, emersi anche vari precedenti penali, constatate anche due evasioni dagli arresti domiciliari; in attesa del processo, che sarà celebrato solo a giugno per il reato di rapina impropria, il marocchino resterà dietro alle sbarre.

  • Colpo di stiletto / Spacciatori che si credono furbi, e come scovarli

    Colpo di stiletto / Spacciatori che si credono furbi, e come scovarli

    Se vuoi spacciare, hai tre problemi: di fondo, il fatto che sei un imbecille criminale che non sconterà mai una pena congrua alla devastazione da lui causata; sul piano pratico, il pagare il fornitore e trasportare la merce in modo da averla sempre a disposizione per la clientela. Circa l’ultimo aspetto si era inventato una soluzione pratica, il 42enne tratto in arresto nelle scorse ore da uomini dell’Arma dei Carabinieri (stazione di Azzate (Varese), intervento compiuto nella propinqua Buguggiate): sacchetto in “cellophane” con la droga – nel caso, cocaina per 54.5 grammi al peso netto – nascosto all’interno di una stecca metallica a sezioni retraibili, in pratica un manganello cavo. A rigor di legge, detenzione consentita, ma solo al domicilio e non in auto; cosa lo spacciatore, itinerante a bordo di una “Mercedes” senza dubbio acquistata con il sudore della fronte, non sapeva non avendo letto sino in fondo le istruzioni. Per la cronaca, il bastone era ben visibile all’interno del vano portaoggetti e pare addirittura che il 42enne si sia sorpreso nell’apprendere che no, il porto non era consentito. Del resto: quando uno pensa di essere genio criminale, giusto che glielo si lasci credere. Salvo sorprese…

  • Un colpo riuscito, uno mancato: truffatori da falso nipote beccati al confine

    Un colpo riuscito, uno mancato: truffatori da falso nipote beccati al confine

    Del “curriculum” di entrambi non si sta neanche a dire, ché lo spazio ci sarebbe anche ma non si abusa mai della pazienza del lettore. Circa i motivi per i quali l’uno e l’altro sono finiti in manette nelle scorse ore, invece, s’ha da raccontare: hanno preso parte a truffe del falso nipote, una di sicuro portata a compimento con il raggiro ad un anziano del Luganese (varie migliaia di franchi il provento), un’altra tentata in area sottocenerina ma non andata a bersaglio. Sono due italiani per passaporto – entrambi con residenza in Piemonte, etnia non riferita da fonte ufficiale ma alcuni casi analoghi portano a specifica direzione – i soggetti individuati e fermati, sull’esito di intensa attività di investigazione e di ricognizione, al valico di Stabio frazione San Pietro quando per l’appunto il duo criminale, a bordo di un’auto con targhe italiane, stava per entrare da Clivio (provincia di Varese) analoga frazione. Polcantonale, Ufficio federale dogana-sicurezza confini e Polcom Lugano gli enti coinvolti nella definizione del caso; i tizi arrestati, 57 e 46 anni rispettivamente, avrebbero un ruolo rilevantissimo nella catena di comando che, in ultimo, porta alla spremitura illecita di denari dalle altrui tasche. Ipotesi di reato: truffa aggravata ed infrazione alla Legge federale sugli stranieri. Inchiesta nelle mani della procuratrice pubblica Margherita Lanzillo.

  • Como, spaccio a cielo aperto: in manette un tunisino plurirecidivo

    Como, spaccio a cielo aperto: in manette un tunisino plurirecidivo

    Non mancava di certo il “giro” di clientela sia italiana sia ticinese, valendo quali riscontri e prove le banconote a lui sequestrate durante la perquisizione, lo spacciatore individuato e tratto in arresto venerdì scorso da agenti della Polizia di Stato (Squadra volante) in Como. L’uomo, 36 anni, tunisino, numerosi precedenti specifici e varie condanne sulle spalle, è stato bloccato in via Francesco Anzani; disponibilità immediata, cocaina per 43 grammi di cui parte in dosi e parte in un involucro, oltre a denaro contante in euro ed in franchi per l’equivalente di circa 650 franchi; conseguente l’arresto.

  • Eroina e cocaina addosso, 19enne albanese preso sul treno a Bodio

    Eroina e cocaina addosso, 19enne albanese preso sul treno a Bodio

    Arrivava bel bello da Zurigo, sarebbe necessariamente sceso o a Bellinzona o a Lugano, e più probabilmente in quest’ultima stazione; il suo viaggio da portatore insano di stupefacenti, tuttavia, è stato interrotto sul treno in corsa, in corrispondenza dell’abitato di Bodio, sui intervento di operatori dell’Ufficio federale dogane-sicurezza confini che hanno poi provveduto a consegnare il soggetto ad effettivi della Polcantonale a Bellinzona. In manette un 19enne, cittadino albanese con residenza in Albania; nelle sue immediate disponibilità sono state trovate cocaina per 20 grammi ed eroina per 70. Fatti risalenti a giovedì scorso; infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti l’addebito mosso e riportato nel “dossier” della procuratrice pubblica Valentina Tuoni.

  • Cugliate Fabiasco (Varese): spaccio “en plein air”, marocchino in manette

    Cugliate Fabiasco (Varese): spaccio “en plein air”, marocchino in manette

    23 anni, marocchino, spacciatore. Recidivo, tra l’altro: nel 2019, da appena maggiorenne, era iscritto ai corsi di un istituto scolastico a Varese, ma più che le aule frequentava il parchetto per rifilare droga a studenti e visitatori avventizi. E stavolta, cioè quando agenti della Polizia di Stato (Settore frontiera Luino) l’hanno colto in flagranza di reato in quanto fresco fresco dell’aver venduto hascisc ad un 21enne in un posteggio a Cugliate Fabiasco (Varese), si è capito che il giovanotto – ufficialmente disoccupato, ma con un mestiere per le mani: peccato, ecco, che esso sia illegale – era riuscito a mettere a frutto l’ultimo quadriennio, trasformando sé stesso in “boss” del territorio; come emerso da una perquisizione domiciliare, nelle disponibilità c’erano marijuana ed hascisc per 250 grammi. Non solo: da un ambiente attiguo sono saltate fuori dosi già confezionate e pronte per la consegna, strumenti per il confezionamento, gli immancabili bilancini e banconote per oltre 25’000 euro. Basi piene, intervento compiuto tra pomeriggio e serata di martedì ultimo scorso, lavoro portato a termine, arresti domiciliari, seguirà processo.

  • Fuggì dopo la condanna: preso a Soletta, riconsegnato sul confine a Chiasso

    Fuggì dopo la condanna: preso a Soletta, riconsegnato sul confine a Chiasso

    Sparito dai “radar” addirittura nel 2013, ricercato con mandato internazionale dal 2020, di certo su suolo svizzero in tempi più recenti (ma, si sospetta, proprio dal 2013); arrestato, infine, nella giornata di lunedì 9 gennaio ultimo scorso, a Soletta; e la sua permanenza qui si è conclusa giovedì scorso, sull’estradizione al valico di Chiasso-Como frazione Ponte Chiasso, quando è passato nelle mani di agenti delle forze dell’ordine del Paese d’origine, l’Italia per l’appunto. Il soggetto è un 54enne, cittadino della vicina Repubblica ed originario della provincia di Catanzaro, condannato al carcere per bancarotta fraudolenta (prosciugati 500’000 e passa euro con reati commessi tra il 1997 ed il 2010 in provincia di Ascoli Piceno) legata ad attività nel mondo della ristorazione; da scontarsi cinque anni ed 11 mesi come da sentenza emessa in sede di Corte d’appello a Perugia.

  • Busto Arsizio (Varese): centrale dello spaccio, preso il “titolare”

    Busto Arsizio (Varese): centrale dello spaccio, preso il “titolare”

    Un tizio era stato intercettato e fermato, sì, appena fuori da quell’autorimessa in cui era stata impiantata una centrale dello spaccio; ed egualmente sì, il giovanotto – un 20enne di Busto Arsizio in provincia di Varese – aveva addosso alcune bustine contenenti cocaina; ma un profilo propriamente criminale a tutto tondo, cioè da gestore del traffico di droga, gli mancava al di là della contingenza delle possibili contestazioni di reato. E difatti il cerchio delle indagini ha portato in altra direzione: quale organizzatore, detentore e “deus ex machina” delle attività illecite è stato tratto in arresto nella prima serata di giovedì 9 febbraio – di oggi l’informativa – un 35enne pregiudicato, nome e cognome ben noti alle forze dell’ordine che hanno dato esecuzione al provvedimento restrittivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Busto Arsizio, su richiesta venuta dalla Procura della Repubblica italiana. Il soggetto è chiamato a rispondere di concorso in detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, detenzione illegale di un’arma e detenzione del relativo munizionamento; a lui gli inquirenti hanno fatto risalire la titolarità di quanto venerdì 18 novembre fu trovato nel “garage” di una palazzina condominiale, per l’appunto a Busto Arsizio, ovvero una pistola semiautomatica di fabbricazione polacca, 33 proiettili calibro 7.65, due bilancini di precisione, cocaina per oltre 700 grammi e già ripartita in dosi per lo spaccio minuto, infine hascisc per quasi due chilogrammi e diviso in 18 tavolette. Il 35enne è stato infine tradotto alla casa circondariale di Busto Arsizio.

  • Stresa (Vco): segrega la figlia in casa, arrestato 52enne del Bangladesh

    Stresa (Vco): segrega la figlia in casa, arrestato 52enne del Bangladesh

    Ha provato a far finta di nulla, quando alcuni uomini dell’Arma dei Carabinieri si sono presentati alla sua porta chiedendo della figlia; ma la ragazza, che era bloccata in una stanza chiusa a chiave, ha iniziato a pestare ripetutamente sulle porte con le mani in modo da richiamare l’attenzione. Un 52enne del Bangladesh ed abitante a Stresa (Verbano-Cusio-Ossola) è finito in manette nello scorse ore, su intervento delle forze dell’ordine, con l’accusa di sequestro di persona e di maltrattamenti: da un primo riscontro è emerso infatti che la figlia dell’uomo, 20 anni l’età, era stata segregata da almeno cinque giorni e privata del cibo, ed inoltre ripetutamente fatta bersaglio di insulti e di atti di violenza, non potendosi escludere quella fisica in forma diretta; tutto ciò per la pretesa dell’uomo di dirigere la vita della giovane, impedendole di frequentare un 23enne suo fidanzato e forse – questa l’ipotesi che si è fatta strada – avendola già “venduta” per le nozze combinate con altra persona. A mettere sull’avviso i Carabinieri sarebbe stato proprio il 23enne – anch’egli cittadino del Bangladesh ma residente a Milano – preoccupatosi per l’ormai prolungata assenza di contatti.

    La 20enne, ora liberata dall’oppressione del padre padrone, è stata assistita da personale medico e trasportata all’“Ospedale Giuseppe Castelli”, dove risulta ancora sotto trattamento; i suoi due fratelli, entrambi minorenni, sono stati affidati ad operatori dei Servizi sociali. In immagine, un momento dell’azione condotta dai Carabinieri.

  • Droga, furto, ricettazione. Rientra in Italia via Chiasso: arrestato

    Droga, furto, ricettazione. Rientra in Italia via Chiasso: arrestato

    Un controllino dell’identità – oh, per quant’era possibile: il soggetto disponeva soltanto della fotocopia di un documento – e la ferrea verità è venuta fuori trasformandosi in acciaio di manette: quel giovane, 30 anni l’età dichiarata ed effettiva, era ricercato in Italia quale destinatario di un provvedimento di esecuzione pena per complessivi quattro anni e sette mesi, al rigore di reati quali ricettazione, furto e questioni afferenti alla droga. Nella rete della Guardia italiana di finanza, alla stazione ferroviaria di Chiasso, un uomo proveniente dal Ticino e che era diretto a Milano; dal “database” è emersa la sussistenza del provvedimento emesso in Procura generale della Repubblica italiana a Sassari. Caso chiuso, deviazione nel viaggio: nuova meta, il carcere del “Bassone” in Como.

  • Idioti con un’arma tra le mani: in carcere i rapinatori del chiosco a Tresa

    Idioti con un’arma tra le mani: in carcere i rapinatori del chiosco a Tresa

    20 anni lui, 19 anni lei. Ambizioni (tsé) da rapinatore lui, funzioni (bi-tsé) da fiancheggiatrice lei. Su quel che dovranno fare nell’immediato e nella vita hanno ora modo di riflettere, trovandosi ristretti nel sistema penitenziario ticinese ed a spese della collettività, gli autori della tentata rapina a mano armata (coltello dunque lama, lama dunque messa in pericolo della vita altrui) al chiosco della stazione Flp di Tresa frazione Ponte Tresa, ieri, con esito nullo in materia di bottino e, per contro, con rapido aggancio dei fuggitivi da parte delle forze dell’ordine. Stando alla nota-stampa diffusa, trattasi di cittadini svizzeri con domicilio nel Luganese; nessuna menzione circa le origini. Ipotesi di reato, a rigore, la “sola” tentata rapina; alla procuratrice pubblica Marisa Alfier il faldone.

  • Coldrerio, tentarono di rapinare un 18enne: in arresto i due fermati

    Coldrerio, tentarono di rapinare un 18enne: in arresto i due fermati

    Evidenze confermate, e dal fermo si passa all’arresto. In manette i responsabili della tentata rapina ad un 18enne che ieri, in territorio comunale di Coldrerio, era stato affrontato e aggredito mentre tentava di difendere il telefono cellulare dall’istinto predatorio dei due delinquenti: trattasi, come indicano ora i portavoce di ministero pubblico e Polcantonale, di un 27enne tunisino e di un 21enne marocchino, entrambi su suolo elvetico quali richiedenti l’asilo. Ampio il “dossier” in formazione a carico dei soggetti: restandosi solo alle principali ipotesi di reato si va dalla tentata rapina all’aggressione e dalle lesioni semplici alle vie di fatto e, ancora, all’impedimento di atti dell’autorità. Inchiesta nelle mani della procuratrice pubblica Marisa Alfier.

  • Avegno-Gordevio: casa brucia, arrestato il figlio della defunta proprietaria

    Avegno-Gordevio: casa brucia, arrestato il figlio della defunta proprietaria

    (ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, MERCOLEDÌ 25 GENNAIO ORE 9.59) Un 20enne, che per quanto risulta alla redazione del “Giornale del Ticino” è il secondo figlio della defunta proprietaria dell’immobile, è stato tratto in arresto nella notte quale responsabile dell’incendio divampato intorno alle ore 11.33 di ieri nel nucleo di Avegno di fuori, frazione del Comune di Avegno-Gordevio, e dal quale l’edificio noto come “Casa Girasole” è rimasto gravemente danneggiato. Le manette sono scattate dopo interrogatorio del giovane, cittadino svizzero con residenza nel Locarnese e fratello del 22enne che fu fermato quale autore del matricidio perpetrato nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 aprile 2022. Incendio intenzionale, secondo quanto compare sul “dossier” di cui è titolare il procuratore pubblico Zaccaria Akbas, è l’addebito contestato al 20enne. Le verifiche proseguono a cura di effettivi della Polcantonale, cui ieri hanno prestato collaborazione colleghi di altri corpi (Polintercom Locarno-Muralto, Polcom Losone e Polintercom del Piano); da accertarsi, tra l’altro, le modalità di accesso del giovane ai locali e gli strumenti da lui utilizzati. Nella foto ManBer-“Giornale del Ticino”, l’ingresso al rustico noto come “Casa Girasole”.

  • Busto Arsizio (Varese), manette allo spacciatore marocchino “en plein air”

    Un 26enne marocchino, clandestino con precedenti penali e senza dimora stabile, è stato tratto in arresto nelle scorse ore stante la rilevata e confermata attività di spaccio di droga a Busto Arsizio (Varese), punti di riferimento i parchi pubblici (in particolare quello del “Museo del tessile” e quello di via Pace) e piazza Giuseppe Garibaldi. Hascisc il prodotto trattato con maggiore frequenza. Già individuato e fermato una prima volta, il soggetto era stato pedinato e tenuto sotto osservazione a lungo, essendo intenzione degli inquirenti – sul campo agenti della Polizia di Stato – il ricostruire quale fosse la rete dei contatti del 26enne. In immagine, il Commissariato della Polizia di Stato a Busto Arsizio.

  • Borsa di Zurigo, rincorsa spezzata. Europa attendista, New York retrocede a… vista

    Borsa di Zurigo, rincorsa spezzata. Europa attendista, New York retrocede a… vista

    (ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 18.04) Incapace di confermarsi sui progressi ultimi scorsi, oggi, lo “Swiss market index” della Borsa di Zurigo, al saldo con perdita nella misura dello 0.74 per cento ad 11’057.39 punti anche per effetto di realizzi nel breve periodo. “Zürich insurance group Ag” (meno 1.76 per cento) e “Roche holding Ag” (meno 2.32) in retroguardia; dall’altra parte buona spinta per “Sonova holding Ag” (più 1.63) e “Alcon incorporated” (più 1.32). Occasioni cercansi nell’allargato: non può passare sotto silenzio l’esplosivo “Newron pharmaceuticals SpA”, in guadagno superiore al 43 per cento su interesse confortato da interessanti riscontri clinici in un progetto di ricerca di trattamenti contro la schizofrenia. Dalle altre piazze: Dax-40 a Francoforte, meno 0.38 per cento; Ftse-Mib a Milano, meno 0.11; Ftse-100 a Londra, più 0.64; Cac-40 a Parigi, meno 0.22; Ibex-35 a Madrid, più 0.51. Flessione generalizzata a New York, con perdite fra l’1.15 e l’1.24 per cento sugli indici di ordinario riferimento. Cambi: 98.56 centesimi di franco per un euro; 93.68 centesimi di franco per un dollaro Usa; in ascesa a 15’754 franchi circa il controvalore teorico del bitcoin.

  • Verbania, scappa a piedi e tenta di liberarsi della droga: arrestato

    Verbania, scappa a piedi e tenta di liberarsi della droga: arrestato

    Aveva nelle tasche due confezioni contenenti droga; alla vista di una pattuglia della Polizia di Stato, si è dapprima dato alla fuga con l’auto, ed una volta raggiunto è balzato fuori dall’abitacolo per tentare la fuga a piedi, liberandosi della merce con lancio mal riuscito – quasi immediato il recupero dei sacchetti da parte degli agenti – salvo spiattellarsi ignominiosamente nella fanghiglia di una pozzanghera. In manette a Verbania (Verbano-Cusio-Ossola) è finito nelle scorse ore un 35enne cittadino albanese, sospetto spacciatore e sicuro detentore di quantità non modica di cocaina, risultando 125 i grammi della sostanza al momento della pesatura; l’arresto lungo via Per Santino. Al riscontro, la fedina penale del 35enne è risultata ben densa. Manette, indi traslazione alla casa circondariale.

  • Erba (Como): droga addosso, droga in casa, spacciatore arrestato

    Erba (Como): droga addosso, droga in casa, spacciatore arrestato

    Detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio l’addebito per il quale un giovane cittadino del Marocco, con domicilio ad Orsenigo in provincia di Como, è stato tratto in arresto nei giorni scorsi su intervento di effettivi della Guardia italiana di finanza. In prima battuta, ad Erba, il controllo personale da cui è emersa la disponibilità di cocaina (29 dosi) per circa 23 grammi, eroina per circa 41 grammi ed hascisc per circa 12 grammi; su successiva perquisizione domiciliare, qui con l’apporto dell’unità cinofila del Gruppo Ponte Chiasso, è stata trovata altra droga di cui si è dichiarata detentrice la fidanzata dello spacciatore. Le indagini proseguono anche su un altro versante: al giovane marocchino risultano intestati 11 veicoli, presumibilmente “gestiti” a favore di terze persone.

  • Lugano: presunti abusi su minori, istruttore di yoga in detenzione

    Lugano: presunti abusi su minori, istruttore di yoga in detenzione

    Come da evidenze comparse sul “Corriere del Ticino”, un gravissimo caso di abusi su minori – per ora presunti, rispettandosi il principio dell’innocenza sino a condanna cresciuta in giudicato – è emerso mesi addietro nel Luganese, fulcro un locale in cui hanno luogo l’insegnamento e la pratica dello yoga. E proprio un insegnante di yoga, 60 anni circa, è al centro delle attenzioni della magistratura che per lui ha imposto la detenzione preventiva in una struttura penitenziaria sulla scorta di varie denunzie (tre quelle sicuramente acquisite agli atti istruttori); provvedimento adottato già in estate, per esigenze legate sia alla natura degli atti imputati sia al rischio di reiterazione del reato, sempre che esso sia stato commesso. Elementi corroboranti il teorema accusatorio di cui è titolare la procuratrice pubblica Valentina Tuoni, e che nei termini propri del Codice penale risponde al titolo di atti sessuali con fanciulli: le descrizioni minuziose di toccamenti e comportamenti oltre la soglia dell’ordinaria relazione empatica tra docente e discente. Consta inoltre l’avvenuto prelievo di alcuni video, da parte di agenti della Polcantonale, nel corso delle perquisizioni effettuate in ambienti frequentati dall’uomo e/o nelle sue disponibilità.

  • Gallarate (Varese), spaccio a giro grosso: 22enne finisce in manette

    Gallarate (Varese), spaccio a giro grosso: 22enne finisce in manette

    Detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e detenzione illegale di un’arma e di munizioni gli addebiti a carico di un 22enne – cittadinanza non indicata da fonte ufficiale, domicilio a Busto Arsizio (Varese) – che è stato tratto in arresto nelle scorse ore da uomini della Polizia di Stato nella limitrofa Gallarate. Nella zona dei “garage” di un condominio in pieno centrocittà, come appurato dagli inquirenti, il giovane aveva piazzato una base per la “gestione” dei suoi traffici; in flagranza del… trasporto di droga – cocaina per circa 40 grammi e suddivisa in tre sacchetti – l’arresto del 22enne, a seguire la perquisizione dei locali e la scoperta di altra cocaina per oltre 700 grammi oltre ad hascisc per circa 1’900 grammi ed a due bilancini di precisione. Infine, l’arma, una pistola semiautomatica di fabbricazione polacca, in piena efficienza e con disponibilità di 33 colpi.

  • Fugge dai Carabinieri e si butta oltre confine: arrestato a Stabio

    Fugge dai Carabinieri e si butta oltre confine: arrestato a Stabio

    Quando le forze dell’ordine hanno bussato alla sua porta, dovendogli notificare due provvedimenti per distinti reati, si è visto perso o ha creduto semplicemente che il suo domani – e vita natural durante – sarebbe stato da uccel di bosco; per questo si è lanciato fuori dall’abitazione approfittando della porta di servizio, ha iniziato a correre e si è buttato nella macchia boschiva sulla frontiera, dal territorio del Comune di Rodero (Como) nel quale vive alla zona limitrofa del Canton Ticino; e nella zona di Stabio sul lato del valico al Gaggiolo è stato intercettato da agenti della Polcantonale, fine della corsa ed inizio di altri guai. Eggià: il soggetto, un 32enne cittadino italiano, non solo stava scontando in regime di detenzione domiciliare una parte della pesante pena (21 anni e mezzo) per omicidio, non solo stava per ricevere pessime notizie con addebiti per una rapina messa a segno due mesi or sono e per il furto di una bici elettrica, ma anche in Ticino era oggetto di attenzioni. Nello specifico: un atto predatorio commesso a Stabio in ottobre, la violazione (presumibilmente reiterata nel tempo) di un lungo divieto di entrata su suolo svizzero, ed in ultimo la violenza e/o la minaccia contro autorità e funzionari.

    Il fermo del criminale, previa attivazione del sistema di cooperazione fra Repubblica italiana e Confederazione elvetica, ha avuto luogo nel volgere di poche ore, per la piena soddisfazione degli operatori della sicurezza pubblica sull’uno e sull’altro fronte. Pratica chiusa, nel frattempo, anche per quanto riguarda l’ultimo punto interrogativo rimasto sulla lista degli effettivi dell’Arma dei Carabinieri in Varese ed in Olgiate Comasco (Como) che si erano presentati al domicilio del 32enne: nell’abitazione è stata infatti trovata e recuperata la bici elettrica per il cui furto l’uomo era sospettato.

  • Il vento dell’Est porta falsi nipoti a quintali: adulto e minorenne presi a Lugano

    Il vento dell’Est porta falsi nipoti a quintali: adulto e minorenne presi a Lugano

    Due colpi riusciti, ed un terzo tentato ma sventato, dovrebbero costare un congruo soggiorno in cella al 48enne arrestato quattro giorno addietro – notizia da fonti ufficiali solo questo pomeriggio – per addebiti pertinenti a quella che rimane una fra le azioni indegne in sommo capo ed in massima misura, ossia la truffa ai danni degli anziani con il trucco del “falso nipote”. Il tizio, un cittadino polacco con residenza nel suo Paese ma inspiegabilmente smarritosi e difatti si trovava qui, è stato intercettato dalle forze dell’ordine in quel di Lugano; al suo pari è stata tratta in arresto una connazionale 17enne che avrebbe agito in combutta con lui. Fattori decisivi ai fini di indagine, secondo la ricostruzione fornita alla stampa e che si accoglie con minimo margine di riserva: a) le informazioni fatte pervenire alla Polcantonale da congiunto di uno dei truffati; b) il contatto che un altro anziano, “intenzionato a consegnare il denaro”, avrebbe avuto “sul tragitto verso casa” con agenti della Polcom Lugano, i quali si sarebbero a quel punto posti in rapida relazione con colleghi della Polcantonale, i quali sarebbero rapidamente giunti in prossimità del domicilio dell’anziano medesimo, e così avrebbero messo in manette i malviventi. Un fatto resta certo: recuperate alcune migliaia di franchi, indicate come “refurtiva” e presumibilmente da riferirsi all’ultimo episodio. Sul “dossier” aperto dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti e dal magistrato dei minorenni figura l’addebito per truffa.

  • Caronno Pertusella (Varese): fanno saltare il “Bancomat”, presi

    Caronno Pertusella (Varese): fanno saltare il “Bancomat”, presi

    Il colpo, tecnicamente parlandosi, era riuscito. Le procedure di esfiltrazione, invece, sono durate sì e no tre minuti e con il peggiore tra gli esiti possibili per ciascuno dei membri della “batteria”: due di loro sono stati acciuffati proprio davanti all’istituto bancario che era stato bersaglio dell’atto criminale, il terzo si è lanciato alla guida di un furgone ma a distanza di meno di un chilometro si è ritrovato fuori strada causa perdita di controllo del mezzo, e per di più ferito. Chiuso dunque la notte scorsa, ed in tempi ultrarapidi come si è visto, il cerchio intorno ad una delle bande responsabili di vari assalti ai “Bancomat” nel territorio insubre, ultimo bersaglio – ore 4.15 circa – l’apparecchio operante al servizio della filiale “Crédit agricole” all’incrocio tra corso Italia e corso Della Vittoria a Caronno Pertusella (Varese); arresto in flagranza di reato, e la peggio è toccata al 55enne che, nel tentativo di fuggire con la cassa (poi recuperata: era stata estratta a forza dall’alloggiamento nel muro della banca, previo sfondamento delle protezioni e di una vetrata) ed ormai pressato da effettivi dell’Arma dei Carabinieri provenienti dalla vicina Saronno protesisi al suo inseguimento, è andato a sbattere ed è stato raggiunto e bloccato quand’ancora si trovava nell’abitacolo del mezzo. Acclarate le responsabilità per l’episodio “in sé”, i tre malviventi – nazionalità non resa nota – sono ora oggetto di accertamenti circa eventuali partecipazioni o compartecipazioni ad altri reati dello stesso genere.

  • Lipomo (Como): spacciatore colto in flagranza (e a casa aveva il magazzino)

    Lipomo (Como): spacciatore colto in flagranza (e a casa aveva il magazzino)

    Lo seguivano, l’hanno beccato nel mezzo della cessione di droga; e non proprio una modica quantità, se è vero che il compratore stava per pagare un paio di migliaia di euro a contropartita di marijuana per il peso di circa 400 grammi. In manette nelle scorse ore un 28enne cittadino italiano, residenza a Como, temporaneamente in… trasferta nella cintura della città cioè a Lipomo per la consegna degli stupefacenti pronta cassa, prezzo cinque euro il grammo; la compravendita, corroborata da banconote per un totale di 2’000 euro, è stata stroncata da agenti della Polizia di Stato in Como (squadra mobile). Dalle successive perquisizioni dell’auto e dell’abitazione del 28enne sono emersi hascisc per 1’228 grammi e marijuana per 816 grammi, oltre a contanti per quasi 15’000 euro che gli inquirenti ipotizzano essere legati all’attività illegale.

  • Lugano, puntano i diamanti e tentano il “rip deal”: due italiani al gabbio

    Lugano, puntano i diamanti e tentano il “rip deal”: due italiani al gabbio

    Avevamo sentito di “rip deal” tentati (e, a volte, riusciti) in camere d’albergo. Avevamo sentito di “rip deal” tentati (e, a volte, riusciti) nel “garage” di un’azienda, previo ingresso dalla porta secondaria di un’azienda utilizzata per “accreditare” l’operazione ma all’insaputa dei titolari della medesima. A memoria d’uomo, un “rip deal” da eseguirsi sulla pubblica via a Lugano – sissignori, in strada – non era ancora entrato in linea di conto. E probabilmente rimarrà un “hàpax”, un caso unico, anche perché non andato a buon fine nel senso desiderato dai malviventi: i quali, in questo momento, stanno rimirando la pioggia ottobrina dalla finestruccia di una cella, com’è giusto e come ci si augura che sarà per tanto, tanto, tantissimo tempo.

    Vi vendiamo la storia – roba di qualche giorno fa; ne tratta una nota-stampa di fonte ministero pubblico – per come ce l’hanno raccontata, rendendo avantutto merito alla persona che credeva di aver avviato un affare e che invece i malviventi avevano designato come vittima e bersaglio della truffa. Truffa, stavolta, non “al cambio” cioè nella formula secondo cui Tizio porta soldi veri in una certa divisa e Caio, dopo aver promesso condizioni strafavorevoli, paga con qualche banconota autentica sopra una paccata di denaro prodotto con la fotocopiatrice; qui c’era di mezzo una compravendita di diamanti, professionista da una parte e professionisti (sì, ma d’altro genere rispetto a quel ch’era atteso) dall’altra. All’origine del contatto, forse, un’inserzione o un passaparola; non indaghiamo anche per non perdere il filo della questione, che in ultimo si risolve con l’appuntamento sulle rive del Ceresio. L’aspirante venditore dei preziosi giunge con il suo carico, e arrivano anche i… rappresentanti (chiamiamoli così) con valigetta e sguardo professionale, dunque, trattiamo, siamo qui pronti, valuta corrente. Oh, ma lontani da occhi indiscreti, noi non ci fidiamo di nessuno, caro Lei. Sembra la premessa per una cosa seria seria serissima; eppoi, chi non darebbe fiducia a due tizi così decisi e così precisi? Uno appena appena scafato, ad esempio. Perché i fenomeni, probabilmente nell’esigenza di lasciarsi aperte più vie di esfiltrazione con il malloppo ossia dopo aver rifilato la paccottiglia, insistono su un punto: dobbiamo andare in auto a prendere gli attrezzi del mestiere cioè l’apparecchiatura contasoldi per fare più presto, tempo un minuto, facciamo lo scambio qui all’angolo. Guarda, proprio una garanzia; come recita l’informativa ufficiale, il venditore si sarebbe a quel punto reso conto di “trovarsi confrontato con un possibile raggiro”, dal che una chiamata all’autorità di polizia e, ovviamente, la saggia scelta del soggetto di tenersi ben lontano da altri contatti con i criminali.

    In Polcantonale, dove per simili vicenduole sono attrezzati anche all’intervento rapido, approntamento del dispositivo di ricerca e tac, i due malfattori cascano nella rete in meno del tempo che serve per la recita d’un Rosario. E magari tenterebbero anche di fare gli gnorri e di dichiararsi estranei a qualsivoglia contestazione, i due delinquenti, se non fosse che dalle perquisizioni personali e da una controllatina all’auto spuntano in serie: a) la famosa macchinetta in cui far passare le banconote per la verifica dell’autenticità; b) un po’ di banconote vere, solita destinazione in cima ed in fondo alle mazzette di denaro buono sì e no per il “Monopoli”; c) un valigione pieno delle summenzionate banconote false. In cotanto contesto, esito inevitabile a ristabilimento della verità e dell’equità, colonna sonora il “clic-clac” delle manette. Ah, per corollario: i truffatori sono risultati cittadini italiani residenti in Italia, 24 anni l’uno, 38 anni l’altro, nessuna precisazione disponibile circa l’origine ed invece tale notizia sarebbe davvero utile anche per mettere sull’avviso eventuali altri venditori che si trovino “agganciati” con le medesime modalità di azione. Addebito mosso: truffa aggravata.

  • Gallarate (Varese): tenta un furto, preso. Era recidivo e clandestino: espulso

    Gallarate (Varese): tenta un furto, preso. Era recidivo e clandestino: espulso

    Espulsione in vista, previo trasferimento – già avvenuto – al “Centro rimpatrio” in Bari, per un 35enne marocchino intercettato martedì da agenti della Polizia di Stato a Gallarate (Varese) in flagranza di reato ovvero durante il tentativo di scassinamento di un’auto parcheggiata. L’uomo, sorpreso insieme con un complice, ha tentato di cavarsela fornendo generalità false; dall’esame dattiloscopico in sede istituzionale, invece, sono emersi sia la condizione di clandestinità sul territorio italiano sia una serie di precedenti penali. Ergo: fermo, chiarimento della posizione, trasferimento all’altro capo della Penisola, incombente il viaggio oltre il Mediterraneo.

  • Domodossola (Vco): traffico di droga, dominicano arrestato su un treno

    Domodossola (Vco): traffico di droga, dominicano arrestato su un treno

    C’era cocaina in condizioni di estrema purezza, e per il peso di 1’100 grammi circa, nei tre panetti che giorni addietro, viaggiando a bordo di un convoglio internazionale, un cittadino dominicano ha cercato di far passare alla frontiera di Domodossola (provincia del Verbano-Cusio-Ossola) direzione Svizzera. Incerte le dichiarazioni fornite dal soggetto circa l’itinerario sul percorso Milano-Francoforte; chiarissima invece l’attività svolta. Su intervento di uomini della Guardia di finanza, l’uomo è stato arrestato ed associato al carcere di Verbania.

  • Truffe agli anziani, preso a Berlino (e spedito in Ticino) uno dei “falsi poliziotti”

    Truffe agli anziani, preso a Berlino (e spedito in Ticino) uno dei “falsi poliziotti”

    Non c’è che dire: vanno, vengono, fanno danni, scompaiono. Godono di una mobilità impressionante, ‘sti maledetti truffatori che dall’ombra agiscono con attitudine predatoria sulle persone presumibilmente più fragili, e mai che abbiano il coraggio (sarebbe incoscienza, sì) di affrontare qualcuno della loro età; l’ultimo soggetto, quello di cui qui trattasi perché buone nuove a tale proposito ci giungono da ministero pubblico e Polcantonale, è a buon esempio un 25enne polacco, residente in Polonia ma beccato in Germania, per la precisione a Berlino, e nei giorni scorsi estradato in Ticino. Di che si occupava, il giovanotto? Di truffe agli anziani, formula falso poliziotto che annuncia sventure toccate ad un parente prossimo della persona interpellata per telefono, signora signora disgrazia disgrazia suo nipote ha avuto un incidente servono soldi perché la copertura assicurativa è insufficiente e o lo facciamo operare sùbito o quel ragazzo muore, et cetera. Del sistema si è detto mille e mille volte e quindi non si insiste (informazioni sempre disponibili sul sito InterNet della Polcantonale); quanto al 25enne estradato, si tratta di un membro dell’organizzazione criminale disossata a settembre. Ipotesi di reato, secondo quanto figura sul “dossier” di cui è titolare la procuratrice pubblica Anna Fumagalli: tentata truffa aggravat

  • Varese, criminali Rom (e minorenni) all’assalto degli appartamenti: prese

    Varese, criminali Rom (e minorenni) all’assalto degli appartamenti: prese

    Tentato furto in abitazione, false dichiarazioni sull’identità, porto di oggetti atti ad offendere: tali gli addebiti mossi a due giovani di etnia Rom individuate e fermate da agenti della Polizia di Stato in Varese stante la flagranza di una tra le varie azioni delittuose messe a segno – o per le quali erano stati compiuti atti preparatori – nel territorio del capoluogo. Decisiva la collaborazione di un cittadino che, disponendo di collegamento telematico in tempo reale (videocamera) con il suo appartamento, ha denunciato un’intrusione; le malviventi sono state intercettate ancora sulle scale del palazzo, nelle borse varie giacche rubate e gli attrezzi utilizzati per lo scardinamento della serratura nell’abitazione dell’uomo. Nel corso degli accertamenti, contestato anche un altro tentativo di furto compiuto poche ore prima con il medesimo “modus operandi”. La posizione delle due criminali si è aggravata poco dopo, sia per la presenza di numerose denunzie a carico di entrambe per reati contro ili patrimonio, sia per le false dichiarazioni rese circa l’età: 13 anni quelli dichiarati, 16-17 quelli evidenziati dalla struttura ossea dopo esame radiologico. In immagine, i ringraziamenti di Michele Morelli, questore di Varese, agli agenti intervenuti.

  • “Far West” sul Sempione, sospetto estremista arrestato a Stresa

    “Far West” sul Sempione, sospetto estremista arrestato a Stresa

    Ha seminato il panico su un lungo tratto della Strada statale numero 33 “del Sempione”, da Arona nel Novarese e proseguendo via Lesa sino a Belgirate ed a Stresa nel Verbano-Cusio-Ossola, speronando una vettura dopo l’altra ed anche sparando colpi d’arma da fuoco prima di andare a schiantarsi con l’auto contro un muraglione. Un 31enne, “non italiano” come indicano fonti locali, residente in Svizzera come risulta al “Giornale del Ticino” ed alla guida di una “Volkswagen Golf” di colore nero e con targhe elvetiche, è stato messo in manette intorno alle ore 20.08 di ieri, sabato 8 ottobre, in prossimità del “Parco Pallavicino” a Stresa, al termine di una folle corsa durante la quale, a Lesa, un agente della Polizia locale è stato minacciato con un fucile da distanza ravvicinata; negli attimi precedenti l’arresto dell’uomo, tra l’altro, vi è stato un conflitto a fuoco senza conseguenze per le persone. A bordo dell’auto con cui il 31enne stava procedendo in direzione frontiera sarebbero stati trovati materiali inneggianti all’estremismo di destra. Alle operazioni hanno collaborato elementi dell’Arma dei Carabinieri e di vari enti di soccorso.

  • Sparatoria di Massagno, mistero risolto: arrestato in Italia un 24enne

    Sparatoria di Massagno, mistero risolto: arrestato in Italia un 24enne

    All’origine di tutto, un affare non riuscito ed un capitale messo a disposizione e non tornato al proprietario. Dall’Altomilanese giunge la chiusura del cerchio nel caso della sparatoria notturna occorsa nella notte tra domenica 11 e lunedì 12 settembre tra via Nosedo e via Lisino a Massagno, quartiere Bomborozzo: un 24enne è stato infatti messo ieri in manette ad Inveruno (zona dell’Altomilanese al centro del triangolo Novara-Busto Arsizio-Milano) in quanto responsabile del ferimento del 33enne che era stato raggiunto da un proiettile al braccio destro e che per tale motivo aveva dovuto far ricorso alle cure dei sanitari, tra l’altro scoprendo solo a quel punto di averla scampata per una questione di centimetri. L’arresto, su mandato internazionale di cattura articolato su più punti (dall’infrazione alla Legge federale sulle armi alle lesioni al tentato omicidio intenzionale) e firmato dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, ha avuto luogo per mano di effettivi dell’Arma dei Carabinieri della compagnia di Legnano (Milano), direttamente al domicilio del 24enne che poi è stato tradotto in carcere nell’attesa dell’udienza in sede giudiziaria; prevedibili anche tempi brevi per l’estradizione dall’Italia alla Svizzera.

    Che cosa sia accaduto, a questo punto, è ragionevolmente chiaro: il 24enne avrebbe fatto affidamento sul 33enne, consegnando a lui una somma (diciamo sull’equivalente di 40’000 franchi al tempo del conferimento e di 35’000 franchi ai giorni nostri) sulla promessa di partecipazione ad un progetto finanziario ovviamente sicuro e dall’alta redditività, e figurarsi, con ogni garanzia verbale sul trovarsi in una botte di ferro quanto a validità dell’investimento. Botte di ferro sì, ma simile a quella in cui, secondo leggenda ma non storia, fu rinchiuso il console romano Marco Attilio Regolo ai tempi delle guerre dell’Urbe con Cartagine; insomma, spuntoni pericolosi e letali all’interno. Al che il 24enne, per quel che è dato sapere, avrebbe dapprima chiesto spiegazioni sull’evolversi della situazione e, in presenza di spiegazioni non convincenti e/o fumose o di non-spiegazioni “tout court”, preteso che gli venisse restituito il denaro. Ma sapete bene: quando si tratta di andare a bussare a denari, tutti pronti a giurare sulla madre; quando si tratta di dar séguito alle promesse e di rispettare i contratti, o si mena il can per l’aia o ci si nega al telefono o si sparisce e basta.

    E più o meno così sarebbe andata sull’asse tra Inveruno e Massagno, sino alla sera del “chiarimento” conclusosi nel sangue; assicuratasi la disponibilità di una pistola (non risulta tra l’altro che l’arma sia stata trovata), il 24enne avrebbe congegnato un piano arzigogolatissimo per arrivare a Massagno e, in qualche modo, per ottenere soddisfazione. Cioè: auto non propria ma ottenuta in prestito dalla fidanzata; ingresso da un valico secondario, forse addirittura quello che dalla Valle d’Intelvi dà su Arogno a discendere sulla Val Mara; arrivo all’appuntamento nella zona di Massagno, discussione degenerata nel senso che ciascuno sarebbe rimasto sulle sue posizioni, pistola che improvvisamente compare nella mano destra del giovane, colpo esploso da distanza ravvicinata (forse dal finestrino dell’auto, forse da posizione all’impiedi in prossimità del veicolo), fuga. Il rientro precipitoso in Italia da un punto di valico a Chiasso. La posizione della fidanzata del 24enne è al vaglio degli inquirenti, al pari di quella di una terza persona che sarebbe stata testimone della fase “acuta” della discussione e, forse, della sparatoria. L’abitazione del 24enne è stata nel frattempo perquisita.

  • Varese, Bonnie & Clyde da strapazzo scippano un’anziana: arrestati

    Varese, Bonnie & Clyde da strapazzo scippano un’anziana: arrestati

    La cosa peggiore, in tutto l’ambaradan causato da un 35enne e da una 29enne finiti in manette nelle scorse ore a Varese, sta nell’aver mandato un’anziana all’ospedale; buona sorte per tutti che il trauma alla testa sia stato classificato alla stregua di un’accentuata contusione, prognosi da otto giorni salvo complicazioni. Restano quindi sul piatto i reati: vari scippi, almeno una rapina impropria (se la vittima designata prova a resistere e finisce a terra, questo stabilisce il Codice penale), e per il resto si vedrà in sede giudiziaria. I due, nazionalità non resa nota, residenti in provincia di Varese, sono incappati nell’occhio lungo di un agente della Polizia di Stato che, in uscita di pattuglia, aveva individuato un’auto sospetta ed a bordo della quale si trovavano due soggetti assai simiglianti a quelli raffigurati in un “identikit” di coppia quali responsabili di alcune azioni predatorie compiute in parte nel capoluogo ed in parte nella cintura, territorio comunale di Induno Olona.

    Nemmeno il tempo di fermare la vettura e di procedere all’identificazione dell’uomo e della donna e tac, ecco un nuovo reato configurarsi proprio sotto gli occhi del poliziotto e di un suo collega: il 35enne si è sporto dal finestrino ed ha tentato di strappare una borsa dal braccio destro delll’anziana, la quale ha reagito ed è stata trascinata per vari metri sino a cadere; tempo zero e manette estroflesse per i polsi dei Bonnie & Clyde da deserto cerebrale. Il che non è un’offesa gratuita, ma mera constatazione: l’arresto ha avuto luogo in via Monastero Vecchio, strada che converge con precisione millimetrica sul cortile della Questura di Varese…

  • Sei clandestini a bordo, ma nega tutto: resta in carcere il siriano “momò”

    Sei clandestini a bordo, ma nega tutto: resta in carcere il siriano “momò”

    Interrogatorio di garanzia da teatro dell’assurdo quello andato in scena oggi al carcere del “Bassone” in Como, dove un siriano 34enne arrestato sabato sera al valico di Ronago (Como) su Novazzano frazione Marcetto ha negato di svolgere un’attività da passatore, cioè di essere parte di un traffico internazionale di esseri umani, nonostante sia stato colto in flagranza da effettivi della Guardia italiana di finanza. Flagranza attestata dalla presenza di sei persone (sei, tre adulti e tre minorenni; cinque di loro erano sbarcati sulle coste meridionali italiane, dopo traversata di un braccio del Mediterraneo, appena tre giorni prima del fermo in frontiera…) all’interno dell’abitacolo dell’auto con cui l’uomo, da domiciliato a Morbio Inferiore, stava riguadagnando il confine. Stando al 34enne, le cui dichiarazioni sono state cristallizzate davanti a Massimo Mercaldo giudice delle indagini preliminari in Como, l’uomo avrebbe casualmente incrociato il gruppo sulla strada ed avrebbe deciso di dare un passaggio, niente lucro e nessun interesse né diretto né indiretto. Tesi assai peregrina, ergo detenzione confermata. Accertamenti sul sospetto trafficante sono in corso anche con riferimento a suoi spostamenti nel passato.

  • Montano Lucino (Como), in manette spacciatore pluripregiudicato

    Montano Lucino (Como), in manette spacciatore pluripregiudicato

    Dovrà rispondere di spaccio di sostanze stupefacenti, violenza, lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale, in aggiunta ai pregressi emersi nelle scorse ore, il sedicente 26enne cittadino del Marocco tratto in arresto l’altr’ieri nella zona di via Olginati a Montano Lucino (Como), durante un’operazione condotta da effettivi della Polizia di Stato a contrasto del mercato della droga in aree boschive che si dipanano dalla frontiera sino alla Bassa provincia e oltre i confini con il Varesotto. Il soggetto, individuato in un gruppetto di tre operatori nello spaccio a scena aperta, all’arrivo delle forze dell’ordine aveva dapprima tentato di dileguarsi, ingaggiando poi una lotta a corpo d’uomo con l’agente da cui era stato raggiunto e con un secondo agente arrivato nella zona di lì a poco. I poliziotti sono stati trattati in sede ospedaliera: ne avranno per 15 e per 21 giorni rispettivamente. Nel marsupio del 26enne sono stati trovati cocaina, eroina ed hascisc per il peso complessivo di circa 100 grammi, ed inoltre telefoni cellulari e denaro per il corrispettivo di 1’200 euro circa. Ad avvenuto fermo, del 26enne sono emersi anche alcuni precedenti: pregiudicato, senza fissa dimora, clandestino, inottemperante a numerosi ordini di espulsione, per di più destinatario di un divieto di dimora nel territorio della Regione Lombardia quale atto sostitutitivo della detenzione in carcere. In immagine, i materiali sequestrati.

  • Varese, tentato omicidio in zona stazioni. Preso l’autore: è un clandestino dal Marocco

    Varese, tentato omicidio in zona stazioni. Preso l’autore: è un clandestino dal Marocco

    Un 28enne clandestino proveniente dal Marocco è in manette dalla tarda serata di ieri, martedì 9 agosto, per il tentato omicidio perpetrato ai danni di un connazionale 30enne, atto compiuto in piena scena a Varese e meglio nella zona antistante la sede delle Poste centrali e l’ex-sede del Liceo artistico, dirimpetto alla stazione delle Ferrovie nord Milano ed a 100 metri dalla stazione delle Ferrovie dello Stato. L’aggressore è stato neutralizzato da agenti intervenuti in forze e trovatisi a dover far uso del “taser” per evitare che il 30enne venisse sgozzato dalla lama balenata nelle mani dell’altro uomo. Ignote, al momento, le cause dell’aggressione. La vittima designata ha ricevuto assistenza medica in codice giallo all’“Ospedale di Circolo” in Varese; per il clandestino si sono spalancate le porte del carcere ai “Miogni”.

  • “Parco sorgenti Lura”, demolito un quartier generale dello spaccio

    “Parco sorgenti Lura”, demolito un quartier generale dello spaccio

    Bonifica territoriale in funzione antidroga quella condotta efficacemente a termine nella mattinata di oggi, mercoledì 10 agosto, nell’area del “Parco sorgenti torrente Lura” in provincia di Como e con interessamento dunque di ben otto Comuni (Albiolo, Faloppio, Lurate Caccivio, Montano Lucino, Olgiate Comasco, Oltrona San Mamette, Uggiate Trevano e Villa Guardia). Gli esiti: in manette uno spacciatore, 24 anni, nazionalità marocchina (per lui incarcerazione al “Bassone” di Como); sequestrati eroina, hascisc e cocaina per 70 grammi complessivi e denaro contante oltre ad un bilancino di precisione; controllati 48 soggetti e 25 veicoli; demoliti alcuni bivacchi. Alle attività hanno cooperato effettivi dell’Arma dei Carabinieri, delle Polizie locali, della Polizia di Stato e della Guardia di finanza. Decisivo il contributo di un’unità cinofila.

  • Como zona Tribunale, senzatetto pakistano violenta senzatetto bulgara

    Como zona Tribunale, senzatetto pakistano violenta senzatetto bulgara

    Un cittadino pakistano, 40 anni l’età, senzatetto a quanto consta, è stato tratto in arresto la notte scorsa a Como, lungo viale Varese, in quanto gravemente sospettato di una violenza sessuale perpetrata poco prima ai danni di una 58enne bulgara, anch’ella priva di fissa dimora, nella zona del Tribunale e meglio all’inizio di via Adriano Auguadri, in una cabina telefonica nelle prossimità dei giardinetti di piazza Vittoria. Per quanto trovatasi a soccombere sotto la forza dell’uomo e probabilmente sotto la minaccia di una bottiglia di vetro rotta, la vittima designata è riuscita in ultimo a divincolarsi ed a chiamare aiuto; la presenza di sangue sui vestiti, unitamente ad altri elementi probatori nel frattempo raccolti, hanno fatto convergere i sospetti sul pakistano che si era dileguato a piedi già sull’arrivo di alcuni cittadini richiamati dalle urla della donna. La 58enne è stata assistita e poi trasportata al “Sant’Anna” di San Fermo della Battaglia; qui i sanitari, pur con tutte le cautele del caso, avrebbero riconosciuto l’evidenza di lesioni proprie dell’abuso sessuale subito. Per parte sua, il 40enne è stato fermato da effettivi dell’Arma dei Carabinieri e temporaneamente associato al carcere del “Bassone”.

  • Turate, manolesta colpiva nei parcheggi dei supermercati: preso

    Turate, manolesta colpiva nei parcheggi dei supermercati: preso

    Se vi occorse qualche volta di far acquisti in un centro commerciale del Varesotto o del Comasco ed al ritorno in auto vi accadde di scoprire d’esser stati depredati cioè che una mano lesta aveva fatto man bassa di denaro ed oggetti di pregio già presenti nell’abitacolo o nel bagagliaio, vi converrà il prendere contatto con una stazione dell’Arma dei Carabinieri, in Italia: potrebb’anch’esser che la refurtiva o parte di essa sia stata recuperata, nelle scorse ore, sull’arresto di un giovane sul quale si era appuntata l’attenzione degli inquirenti, una volta rilevata la continuità delle effrazioni e la congruità del “modus operandi”. Il soggetto – 20 anni, cittadino italiano di origine non precisata, residente nel Saronnese – è stato intercettato e messo in manette da effettivi dei Carabinieri, stazione di Turate (Como), al termine di un ciclo di indagini appuntatesi sull’asse tra Turate e Saronno (Varese); ad avvenuta contestazione degli addebiti, il giovane è stato tradotto al carcere del “Bassone” in Como.

  • Lo cercavano in tutta l’Europa, fermato su un treno a Domodossola

    Lo cercavano in tutta l’Europa, fermato su un treno a Domodossola

    Era ricercato per danneggiamento e minacce, reati commessi nel suo Paese di origine e sufficienti per l’emissione di un mandato europeo di arresto a suo carico; l’hanno intercettato giovedì 28 luglio – delle scorse ore la notizia – due effettivi della Polizia italiana di frontiera alla stazione ferroviaria di Domodossola (Verbano-Cusio-Ossola). In manette un 32enne slovacco con domicilio ufficiale nel Canton Zurigo: l’uomo era a bordo di un “EuroCity” in entrata su suolo italiano e diretto a Milano; a verifiche effettuate, traduzione del soggetto alla casa circondariale di Verbania.

  • Uccise il padre in Brasile, arrestato vicino a Varese. Dopo 27 anni

    Uccise il padre in Brasile, arrestato vicino a Varese. Dopo 27 anni

    Sempre che non si tratti di un caso di omonimia, e pare che qui l’evenienza sia da escludersi, diremo che la giustizia ha memorria profonda e braccia lunghe ma che nemmeno stavolta essa sarebbe arrivata a bersaglio se, in condizione di necessità, il ricercato non avesse commesso uno sbaglio: registrarsi in una struttura ricettiva con la vera identità. Che era negli schedari, e sulla lista dei ricercati con mandato internazionale di cattura: si è pertanto conclusa ieri in un “camping” a Malnate, Comune della cintura di Varese a due passi dalla frontiera su Stabio, la latitanza di Gustavo Miranda, 49enne brasiliano da Rio de Janeiro o limitrofi, condannato nel Paese di origine per l’omicidio del padre. Gustavo Miranda si era tuttavia sottratto all’arresto, dando inizio ad una latitanza durata per ben 27 anni (per inciso, la pena detentiva irrogata era pari a 30 anni) e, sotto falso nome o con identità ben celata nei documenti, passando dal Brasile al Belgio; qui, una “normale” vita con tanto di prole. Proprio al séguito del figlio, impegnato nei Mondiali giovanili di canottaggio in corso di svolgimento nelle acque del Lago di Varese, l’uomo aveva deciso di effettuare la trasferta nel Norditalia, forse non credendo di trovarsi in pericolo di restrizione della libertà individuale, forse convinto di essere stato dimenticato. A ricordargli l’episodio delittuoso, e le conseguenze penali, un paio di agenti della Polizia di Stato, presentatisi al “camping” con l’invito a seguirli in questura per “accertamenti”.

  • Predoni marocchini a “Moon&Stars”: in manette un’altra “banda dei quattro”

    Predoni marocchini a “Moon&Stars”: in manette un’altra “banda dei quattro”

    Sarà magari la “new wave” del furtaiolismo, disciplina al cui confronto somiglia a dignitosa arte lo scippo della borsetta lungo le strade della Vucciria a Palermo e di Scampia a Napoli; sarà magari una di quelle straordinarie (nevvero?) coincidenze che si manifestano in ambienti da criminalità di basso rango, delinquenti pericolosi pur nella micragnosa codardia dei loro atti, mancando l’intelligenza e le qualifiche ci si butta su quel che viene dettato dall’istinto predatorio, ecco. Ma vedano lorsignori: otto giorni addietro, quattro fermi in frontiera a Chiasso per furti di collanine e catenelle e girocolli, bersaglio principale del prelievo indebito i frequentatori e le frequentatrici di “open air” ed altri contesti ad alta densità di affluenza, stranieri residenti all’estero i delinquenti; giusto ieri, a Locarno, altri quattro fermi, età consimili (là erano tutti 20enni o dichiaratisi tali, qui si viaggia nello spettro dai 17 ai 21), identica attitudine alla furfanteria, identici comportamenti, e sempre residenti all’estero. E sempre orientati a far man bassa in mezzo alla massa: quale miglior occasione di uno degli appuntamenti di “Moon&Stars” in piazza Grande a Locarno? Eh, certo. Peccato per il fuoriprogramma, vero?

    Ad inceppare il meccanismo, difatti, fu stavolta la pronta reazione di una per nulla remissiva vittima designata; la quale vittima, una volta subiti il contatto e lo strappo del monile portato al collo, diede immediata informazione agli agenti opportunamente distribuitisi qua e là a formare un dispositivo da rapido intervento, Polcantonale integrata da Polcom Locarno più supporto di uomini da Polcom Lugano e Polcom Mendrisio, e tac: visto uno, visti due, visti tre, visti tutti e dall’individuazione alle manette, per di più in contesto “confinato” da transenne, il passo fu breve. Detto del metodo operativo, cioè del solito strappo di gioielli con rapido dileguamento, circa la seconda “banda dei quattro” sappiamo trattarsi di marocchini non casualmente convenuti nel Sopraceneri centroccidentale. In corso accertamenti circa eventuali responsabilità in analoghe vicende; fra le ipotesi di reato figurano furto, danneggiamento ed infrazione alla Legge federale sugli stranieri. Chissà che salti fuori un legame diretto con l’altro gruppo; chi si assomiglia, del resto, si piglia.

  • Semina il panico (arma alla mano) in un bar: 21enne in manette a Chiasso

    Prima ha devastato un bar, poi ha estratto o afferrato un’arma da taglio e con essa ha minacciato altri avventori a distanza ravvicinata. Era ubriaco perso ed in stato di annebbiamento da droghe – aspetti tutt’altro che attenuanti le responsabilità – il 21enne arrestato nella tarda serata di ieri a Chiasso dopo inseguimento da parte di agenti della Polcantonale e della Polcom, ché per chiudere il cerchio servirono in effetti i supplementari. Intervento sollecitato poco dopo le ore 22.00; all’arrivo delle forze dell’ordine, giovane in fase di dileguamento a piedi e, nel corso della fuga, anche a bordo di una “trottinette” elettrica rubata all’istante; dispositivo di ricerca a tenaglia, ad effettivi della Polcom Chiasso il merito e l’onore del fermo. A seguire, interrogatorio ed arresto. Ipotesi di reato a carico del soggetto, risultato essere cittadino svizzero (origine non precisata da fonte ufficiale) e con domiciliio nella regione: minaccia, furto, furto d’uso, danneggiamento, contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti ed ubriachezza molesta.

  • Gambarogno, lite con dramma: in salvo Doris Leuthard, preso il marito

    Gambarogno, lite con dramma: in salvo Doris Leuthard, preso il marito

    (ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 14.27) L’ex-consigliera federale Doris Leuthard, 59 anni, esponente del “Centro” (già Partito popolare-democratico), ha subito nella mattinata di ieri un’aggressione con minaccia da arma da taglio nell’abitazione di vacanze in Comune di Gambarogno, frazione Vairano, ad opera di persona a lei nota e che fonti varie indicano nel marito, al secolo Roland Hauslin, 62 anni da compiersi, cittadino svizzero. L’uomo, che all’arrivo degli agenti – sul posto uomini della Polcantonale e della Polintercom del Piano – sarebbe parso in stato di confusione mentale e di agitazione, è stato intercettato, neutralizzato e, previa valutazione clinica, trasferito alla “Clinica psichiatrica cantonale” in Mendrisio per i trattamenti del caso. A chiamare soccorso, trovandosi in situazione di oggettivo pericolo, è stata poco prima delle ore 10.30 di ieri la stessa Doris Leuthard; alcuni vicini di casa hanno a quel punto preso contatto con le forze dell’ordine; assai tempestivo l’intervento, conclusosi dopo mezzogiorno.

    La dinamica dei fatti è tuttora in corso di accertamento; non noti eventuali precedenti di violenza fisica o verbale tra i due, così come non è noto in forma ufficiale lo stato effettivo dei rapporti intercorrenti al momento della lite sfociata nell’arresto dell’uomo. Doris Leuthard, argoviese di Merenschwand e per matrimonio attinente anche di Sarnen nel Canton Obvaldo, già consigliera nazionale tra il 1999 ed il 2006 e nella stanza dei bottoni a Berna dall’agosto 2006 al dicembre 2018 (due presidenze della Confederazione, nel 2010 e nel 2017), ora impegnata professionalmente anche in alcuni Consigli di amministrazione, è da oltre un decennio frequentatrice assidua del Canton Ticino ed in ispecie del Gambarogno.

  • Lugano, tentato omicidio nella notte: asilante algerino in manette

    Lugano, tentato omicidio nella notte: asilante algerino in manette

    (ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 15.16) Un richiedente l’asilo di nazionalità algerina, 19 anni l’età dichiarata, a quanto consta soggiornante nel Bellinzonese, è stato tratto in arresto nel corso della notte dopo gli interrogatori conseguenti ad un atto di violenza perpetrato intorno alle ore 3.36 nella zona di via Al Forte a Lugano: qui, nel corso di un diverbio sfociato in lite, il 19enne ha inferto fendenti con un’arma da taglio all’indirizzo di una 20enne svizzera domiciliata nel Luganese e che ha riportato lesioni all’apparenza non gravi sia al mento sia ad un avambraccio. La giovane è stata assistita da personale sanitario. Sul luogo del ferimento varie unità di Polcantonale e Polcom Lugano; per effetto del dispositivo di ricerca attivato, a distanza di pochi minuti il 19enne è stato individuato e fermato in prossimità di un ospedale, indi sottoposto ad interrogatorio, indi incarcerato. Ipotesi di reato: tentato omicidio (in subordine, tentate lesioni gravi; in sub-subordine, lesioni semplici aggravate), minaccia ed esposizione della vita altrui a pericolo. Inchiesta nelle mani della procuratrice pubblica Anna Fumagalli.

  • Cassano Magnago (Varese): droga sul furgone e a casa, 30enne in manette

    Cassano Magnago (Varese): droga sul furgone e a casa, 30enne in manette

    Hascisc per 200 grammi a bordo del furgone du cui l’uomo stava viaggiando; altri 40 a domicilio. Due panetti e mezzo scarso di droga hanno inguaiato iersera un 30enne italiano incappato in controlli dell’Arma dei Carabinieri in territorio comunale di Cassano Magnago (Varese); la presenza degli stupefacenti è emersa nel corso della perquisizione del veicolo. Una volta accompagnato alla sua abitazione in Besnate, a distanza di una diecina di chilometri, il 30enne si è trovato nell’impossibilità di negare la proprietà del residuo. A seguire arresto e deferimento all’autorità giudiziaria in Busto Arsizio per il processo con rito immediato.

  • Gallarate (Varese), presi in autostrada due “cavalli” della droga

    Gallarate (Varese), presi in autostrada due “cavalli” della droga

    Hanno 18 e 22 anni rispettivamente i “cavalli” della droga tratti in arresto attorno alle ore 23.00 di sabato 25 giugno (di oggi l’informativa da fonti della Polizia italiana di Stato) alla barriera autostradale di Gallarate-nord (Varese), lungo la A8 italiana. Non rilevanti i pochi grammi di sostanze stupefacenti trovate nei marsupi dei due giovani; altro discorso è invece da farsi circa il contenuto di due sacchetti per la spesa che erano stati collocati nel posteriore della vettura, trattandosi in effetti di panetti ed ovuli di hascisc per il peso di circa un chilogrammo. Il 18enne ed il 22enne, entrambi residenti in provincia di Varese e di nazionalità non resa nota, sono ora ospiti della casa circondariale di Busto Arsizio, addebiti primari la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti (in concorso).

  • Coca che va, coca che viene. E in frontiera risuona il “clic” delle manette

    Coca che va, coca che viene. E in frontiera risuona il “clic” delle manette

    Doppietta di successi nel volgere di 48 ore, sui confini del Ticino in proiezione comasca, per gli operatori dell’Ufficio federale dogana-sicurezza confini in collaborazione con uomini della Polcantonale, denominatore comune il traffico di sostanze stupefacenti che segue ogni via possibile ma prima o poi, da qualche valico, deve pur passare, e lì si aspetta.

    Primo risultato messo agli archivi: lunedì 6 giugno, vettura con targhe italiane in fase di ingresso via Chiasso-Brogeda, alla guida del mezzo un 29enne albanese residente in Albania; perquisizione personale, spunta cocaina per circa 150 grammi; arresto, addebito stampato al paragrafo dell’infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, affare della magistratura nel nome della procuratrice pubblica Chiara Buzzi. Più rilevante l’operazione portata a compimento mercoledì: stavolta il veicolo, sempre con targhe italiane, è in uscita via dogana di Novazzano frazione Marcetto; gli effettivi dell’Ufficio federale dogana-sicurezza confini vanno di intuito e di esperienza, il conducente – un 53enne olandese con residenza in Belgio – viene invitato a posteggiare sulla destra, giro di controllo sul veicolo, a volte si chiude un finestrino e si apre un portone, nevvero?, ed ecco che da un cassetto nascosto spuntano tre pacchetti, e se apri i pacchetti spuntano i panetti, ed i panetti sembrano argilla pressata ed invece trattasi di cocaina anche in questo caso; mentre sotto i piedi del trafficante si disegna la strada per la detenzione preventiva, secondo prassi ha luogo la pesatura della merce ed il computo complessivo è pari a 3’630 grammi ovvero 1’200 nel primo plico, 1’210 nel secondo e 1’220 nel terzo, equilibrio quasi perfetto se qualcuno vorrà consolarsi con le statistiche guardando nel frattempo il sole a scacchi.

    Al dispositivo di arresto del 53enne, sotto coordinamento della Polcantonale, hanno collaborato agenti della Polcom Mendrisio e della Polcom Chiasso; insieme con l’infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, sull’uomo gravano anche addebiti per infrazione alle norme della circolazione e guida senza autorizzazione. Nell’immagine (fonte: Udsc), la droga sequestrata durante il secondo intervento.

  • Spaccia fuori dal “Sun valley festival”, 21enne beccato in flagranza

    Spaccia fuori dal “Sun valley festival”, 21enne beccato in flagranza

    Oh, beh: è uno di quei Tizi che, per la piena soddisfazione del cliente e per incrementare il giro dei contatti perché senza dubbio Caio parlerà bene di Tizio medesimo a Sempronio, e da cosa nasce cosa; non sei tu consumatore a dovermi cercare, verrò io a cercare te, servizio a domicilio o meglio ancora in luogo pubblico nel quale non si dia nell’occhio. Questo pensava e credeva il 21enne che domenica scorsa, in fregio all’ultima giornata del “Sun valley festival” ed all’esterno del complesso allestito a Serravalle frazione Malvaglia, è stato intercettato dalle forze dell’ordine nel corso di uno specifico servizio di prossimità predisposto di concerto tra Polcantonale, Polintercom Tre valli e Polcom Bellinzona: magari gli occhi degli agenti sono da 10 decimi con lode, magari Tizio si era male allenato nel gioco di prestigio del far passare la dose con una stretta di mano, sta di fatto che bastò un movimento sospetto in presenza di altro soggetto e tac, fine delle attività commerciali, fine del ciclo da proventi che fanno tintinnare la cassa, fine del progetto da “miniboss” con futura rete di operatori gestiti via telefono, fine dei sogni di gloria ed inizio dei problemi. Tanti: sul 21enne, cittadino svizzero dall’origine non precisata e con domicilio nel Bellinzonese, si è infatti appuntata l’attenzione circa il ruolo da lui avuto in compravendite di cocaina e di sostanze sintetiche stupefacenti; nel “dossier” aperto davanti alla procuratrice pubblica Marisa Alfier figurano addebiti per infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, e ciò sulla scorta dell’emergere di oltre un migliaio di franchi in contanti e di un piccolo quantitativo di metanfetamine durante la perquisizione personale del giovane. Ma di sicuro ci sarà una spiegazione logica, vero…

  • Svaligia due cantieri a Sankt Moritz, rumeno arrestato al confine

    Svaligia due cantieri a Sankt Moritz, rumeno arrestato al confine

    Controllo fruttifero, quello compiuto domenica 29 maggio (di oggi l’informativa) da effettivi dell’Ufficio federale dogane-sicurezza confini in Brusio frazione Campocologno, sull’uscita di un veicolo in direzione Italia: a bordo dell’auto con targhe germaniche sono stati infatti trovati 20 attrezzi da lavoro di qualità professionale e dalla dubbia provenienza. Rapide indagini a cura di uomini della Polcantonale Grigioni hanno permesso di accertare che l’intera dotazione era provento di furti perpetrati nello stesso fine-settimana in due cantieri edili di Sankt Moritz. Il conducente del veicolo, risultato essere un 33enne con passaporto rumeno, è stato tratto in arresto; in corso accertamenti su eventuali responsabilità del soggetto in altri episodi dello stesso genere.

  • Coca “garantita” sull’asse da Tenero a Locarno: preso uno spacciatore

    Coca “garantita” sull’asse da Tenero a Locarno: preso uno spacciatore

    Pare che fosse una garanzia: tu chiedi “ics” in quantità ed “ipsilon” in qualità, e puntualmente verrai soddisfatto. Un professionista, nel suo genere deleterio ed ammazzacristiani perché con la droga c’è pur sempre il rischio di andare all’altro mondo, il 36enne tratto in arresto martedì 31 maggio – di stamane l’informativa da fonti di ministero pubblico e Polcantonale – nel contesto di un’indagine a più attori, dicansi dunque Polcantonale, Polcom Locarno e Polcom Minusio fra i principali. Al soggetto, che risulta essere cittadino svizzero di origini non precisate e con domicilio nel Locarnese, è riconosciuta la preminenza in un traffico di stupefacenti – tipologia prediletta: cocaina – la cui naturale conclusione aveva luogo nello spaccio a clienti locali, di massima fra Tenero-Contra frazione Tenero e Locarno, non disdegnabili i dintorni ma vuoi mettere la comodità della tratta ferroviaria e delle sue stazioni così ben connesse anche con le linee dei bus, insomma il vai-e-vieni era continuo e si direbbe che gli inquirenti abbiano dovuto durar qualche fatica per piazzare il “focus” sul 36enne in questione. Gli addebiti, al momento: infrazione aggravata e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.

  • Clientela dal Ticino, spaccio a raffica: 12 arresti nell’Alto Varesotto

    Clientela dal Ticino, spaccio a raffica: 12 arresti nell’Alto Varesotto

    17 provvedimenti restrittivi della libertà personale sono stati eseguiti nelle scorse ore da uomini della Polizia italiana di Stato in Luino, su ordinanze emesse dal giudice delle indagini preliminari al Tribunale di Varese, per reati afferenti allo spaccio di droghe. Alto Varesotto la zona prediletta, e meglio con specifiche aree contigue o prossime alla frontiera, così intercettandosi clienti sia fra i domiciliati in Ticino sia tra i pendolari di confine. In carcere un 35enne italiano ed 11 cittadini provenienti dal Marocco, età comprese fra i 23 ed i 30 anni, tutti irregolari su suolo tricolore in quanto privi di permesso di soggiorno; obbligo di dimora nei Comuni di residenza, invece, per altri quattro uomini ed una donna, tutti italiani con residenza nel Luinese, tutti di età compresa fra i 25 ed i 48 anni. Le attività di vendita delle sostanze stupefacenti (hascisc, cocaina ed eroina le prevalenti; poi tutto dipendeva da eventuali richieste speciali o da improvvise disponibilità di magazzino) erano concentrate sui Comuni di Cugliate Fabiasco, Montegrino Valtravaglia, Marchirolo, Marzio e Valganna, tra l’altro con una rete di bivacchi ovvero di attendamenti nei boschi; lo scambio merce-denaro aveva luogo in punti predeterminati sulle strade e raggiungibili facilmente dai sentieri. A quanto consta, i cinque soggetti sottoposti all’obbligo di dimora avrebbero svolto invece mera attività da fiancheggiatori, ovvero trasportando gli spacciatori da un punto all’altro del territorio, garantendo loro derrate alimentari e bevande ed altri generi e, non meno importante, avvertendo circa l’eventuale presenza di pattuglie.

  • Due basi della droga tra casa e “garage”: uomo in arresto a Como

    Due basi della droga tra casa e “garage”: uomo in arresto a Como

    Hascisc per 674 grammi e marijuana per 773 grammi, in suddivisione rispettiva tra sette panetti ed un pacchetto in busta di plastica, all’interno di un “garage”, e quattro piante “adulte” di marijuana ospitate invece a domicilio sono costati l’arresto, nelle scorse ore, ad un cittadino italiano abitante a Como. Il soggetto, ora associato al “Bassone” di Como e sul quale gravano addebiti per coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, è stato individuato nel contesto di un’operazione avviata martedì 31 maggio e condotta da effettivi della Guardia italiana di finanza in Como e con l’utilizzo dell’Unità cinofila del gruppo Ponte Chiasso; sia il “garage” sia l’appartamento si trovano in territorio comunale di Como, per quanto non prossimi l’uno all’altro. Dalle sole piante, secondo una valutazione fornita dall’autorità inquirente, sarebbe stata ricavata marijuana per oltre un chilogrammo e mezzo.

  • Verbania: cocaina in quantità, 23enne tratto in arresto per spaccio

    Verbania: cocaina in quantità, 23enne tratto in arresto per spaccio

    Un eccesso di velocità non sfuggito agli agenti di una pattuglia della Polizia italiana di Strato è costato caro, nelle scorse ore, ad un 23enne residente a Verbania (provincia del Verbano-Cusio-Ossola) ed intercettato lungo via Renco, dorsale a monte della frazione Intra verso la frazione Trobaso: nelle disponibilità del giovane è stata infatti trovata cocaina per circa 205 grammi e suddivisa in quattro sacchetti. Conseguente l’arresto, con assegnazione agli arresti domiciliari, per l’addebito di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

  • Criminali vestiti da tifosi, torme di bernesi devastano Lugano: un arresto

    Criminali vestiti da tifosi, torme di bernesi devastano Lugano: un arresto

    Non si può avere paura davanti a certi invertebrati urlanti, che dei tempestosi “hooligan” da Anni ’80 sono i nipotini scemi per effetti incestuosi; ciò non toglie che l’ingresso ad uno stadio è da precludersi per legge e non per eventuale sentenza a simili buffoncelli che urlano “Acab” – starebbe per “All cops are bastard” – solo perché non riescono ad andare oltre le prime tre lettere dell’alfabeto. Gravi ed innegabili sono dunque le responsabilità a monte, cioè prima ancora che simili masnade si mettessero in movimento da Berna, per gli episodi di violenza causati iersera a margine del confronto calcistico tra Lugano e Youngboys. A margine, il che significa prima della partita, dopo la partita e durante la partita; con danni materiali, con attacchi reiterati alle forze dell’ordine, con aggressioni fisiche individuali. Un solo arresto, purtroppo, perché pare che pur nell’evidenza del disastro provocato la filosofia prevalente consista tuttora nel reinstradare i delinquenti ed i loro accoliti sul treno per il ritorno a casa, rinviandosi i provvedimenti all’accertato del “poi”; è una scelta, è una scelta non condivisibile, è una scelta culturalmente suicida e storicamente errata, ma di questo ci si deve accontentare.

    Eppure il messaggio che arriva da ministero pubblico e Polcantonale appartiene alla categoria dei bollettini di guerra. Si sapeva che Lugano-Youngboys, quarta contro terza nella massima serie calcistica elvetica e possibile crocevia per una residua qualificazione alle Coppe europee, era incontro denso di rischi oltre il perimetro del campo? Si sapeva. Era cosa nota la calata di stormi di tifosi da nord? Ovvio, sì. Eppure tutto è andato storto sin dal momento dell’arrivo dei tifosi medesimi in stazione Ffs a Lugano: come da appunti a frammenti, “Numerose intemperanze”, “Più volte cercato lo scontro”, “Accesi e fatti esplodere numerosi petardi anche molto potenti”, ed ancora “Accese torce pirotecniche”, “Accesi fumogeni”, “Lanciati fuochi d’artificio”, “Prodotti danneggiamenti, in particolare imbrattamenti con vernice”: in pratica, terreno di conquista – senza riguardo per manufatti pubblici e per proprietà private – l’intero percorso sino a Cornaredo, in andata ed in ritorno. Nel riscontro “ex-post”, quindi con informazioni che giungeranno e che si aggregheranno via via che saranno compilati i moduli di denuncia alle compagnie di assicurazione, anche vetrine infrante, auto rigate con le chiavi, cartelli stradali divelti o piegati, biciclette prese a calci solo per il fatto di trovarsi posteggiate vicino ad un edificio. Una volta usciti dallo stadio, tra l’altro sotto l’imbarazzo di una sconfitta, secondo atto a più elevata intensità delinquenziale: altri assalti ai poliziotti, con lanci di sassi e pietre da posizioni strategiche e previo mascheramento con passamontagna e felpe; in stazione, al momento della risalita sul treno, attacco concentrico contro il dispositivo di sicurezza che, stando all’informativa fornita, “ha tenuto sotto controllo gli esagitati”. Controllo sì, probabilmente nella formula della resistenza di prossimità, se è vero come è vero che mani ignote, direttamente dall’interno del convoglio, sono nel frattempo riuscite a lanciare oggetti di vario genere. Cosucce, sapete, tipo estintori scagliati a braccio pieno (e suvvia, chi tra di noi non ha l’abitudine di lanciare estintori dal treno, almeno una volta la settimana, magari sull’andata del tragitto casa-lavoro).

    Per mera e fortunosa casualità, insomma, non si è qui a parlare di feriti tra persone del luogo ed agenti. Poco consola il fatto che un tizio sia dovuto rimanere a Lugano in quanto ammanettato: ha 20 anni, è dotato dell’intelligenza di un lichene, figura fra i tifosi dello Youngboys, e nel volgere di pochi minuti si è reso responsabile dell’aggressione – spintonamento, vie di fatto, niente sangue tuttavia – di ben due agenti della Polcantonale che stavano raccogliendo materiale documentario sugli scontri sia con i cellulari sia con una macchina fotografica, apparecchi di cui il 20enne ha tentato di impadronirsi; non riuscito il tentativo di fuga; conseguenti gli addebiti per impedimento di atti dell’autorità, violenza e minaccia contro funzionari, tentato furto e, quale pennellata ultima ancorché estranea al quadro così già ben confezionato, anche la contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. Per dovere di cronaca: tranquilli, altre identificazioni seguiranno, altri provvedimenti saranno presi. Solo questione di tempo, ecco; almeno, speriamo, ed insisteremo per sapere.

  • Mendrisio: folle fuga con l’auto “drogata”, preso. In manette anche i complici

    Mendrisio: folle fuga con l’auto “drogata”, preso. In manette anche i complici

    Quando uno “brucia” il posto di controllo scappando con l’auto, o è pazzo o ha qualcosa da nascondere: nel caso di un 23enne marocchino intercettato giovedì 31 marzo – di questo pomeriggio l’informativa – con due compari a Mendrisio quartiere Rancate, si trattava di evitare che un quintale abbondante di hascisc finisse sotto gli occhi di alcuni operatori dell’Ufficio federale dogana-sicurezza confini per l’appunto temporaneamente collocatisi nella zona degli svincoli A2-A394. Gli è che i due sodali – 24enne francese e 33enne algerino, residenze ufficiali in Francia ed in Spagna – erano a bordo di una seconda vettura e sono rimasti lì impalati, avendo probabilmente compreso che la piacevole escursione aveva preso una piega indesiderata ma questi sono gli incerti del mestiere, mentre l’altro tizio si è messo in mente di cercare una via di fuga, chissà mai che riuscisse a seminare le forze dell’ordine; ergo, via il piede sinistro dalla frizione, giù il piede destro sull’acceleratore, sganciamento e via a velocità da circuito. Prima direzione: Arzo via Besazio, con “sorpassi rischiosi” e tratti percorsi in contromano, forse nella speranza di passare il confine su Saltrio in provincia di Varese; già a Besazio, abbandono del veicolo e tentativo di eclissamento a piedi, pensate un po’ a quali fenomeni si affidano oggidì i trafficanti di droga.

    All’intorno, in quel momento, effettivi del citato Ufficio federale dogana-sicurezza confini e pattuglie di Polcantonale, Polcom Mendrisio e Polcom Chiasso; tempo cinque minuti con i piedi per terra et voilà, altro veicolo ma stavolta con spazio ristretto sul sedile posteriore, e non più a mani libere, nell’attesa del ricongiungimento familiare con gli altri due “cavalli” della stupefacente trasferta. Che di droga si trattasse, nessun dubitava; difficile tuttavia l’immaginare che tale vettura si rivelasse essere una specie di grotta di Aladino per via della quintalata abbondante di droga emersa da ogni tipo di recesso umanamente immaginabile, tocca lì ed ecco tre pacchetti, svita là ed aggiungi cinque confezioni imbustate. Ad informazioni raccolte ed aggregate, sintesi da affidarsi al “dossier” di cui si sta ora occupando la procuratrice pubblica Marisa Alfier: per tutti, grave infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti; per il solo 23enne, anche grave infrazione alle norme della circolazione stradale, esposizione della vita altrui a pericolo ed impedimento di atti dell’autorità per stare ai minimi sindacali.

  • Accoltellamento di Pura, in stato di arresto l’autrice del gesto

    È in stato di arresto dalle scorse ore, sull’esito dei primi interrogatori, la 35enne responsabile del fatto di sangue occorso nella prima serata di ieri a Pura, dove si è reso necessario il ricovero di un 50enne italiano – suo ex-coniuge – accoltellato al fianco sinistro dalla donna stessa nel corso di un diverbio. Ipotesi di reato, come prevedibile: tentato omicidio intenzionale, lesioni gravi e lesioni semplici qualificate. Inchiesta sotto coordinamento della procuratrice pubblica Chiara Buzzi.

  • Traffico di droga, 59enne fermato a Bioggio. Coca sotto sequestro

    Traffico di droga, 59enne fermato a Bioggio. Coca sotto sequestro

    Un 59enne, cittadino svizzero con domicilio nel Luganese, è stato fermato mercoledì scorso – di stamane l’informativa da fonti di Polcantonale e ministero pubblico – in quanto sospettato per attività svolte in un rilevantissimo traffico di droga. All’identità del soggetto gli agenti sono giunti nel contesto di indagini svolte in collaborazione con i colleghi della Polcom Lugano; dalla perquisizione del mezzo con cui il 59enne si muoveva e dall’ispezione ad un locale utilizzato dall’uomo stesso è emersa la disponibilità di cocaina per alcune centinaia di grammi. Non sono note, al momento, le connessioni dirette del soggetto con i terminali dello spaccio. Ipotesi di reato: infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti. Inchiesta sotto coordinamento della procuratrice pubblica Margherita Lanzillo.

  • “Rip deal” a Locarno, fine corsa nel Luganese: due donne in manette

    Solita storia: appuntamento per trattare una compravendita, a fianco ecco spuntare la richiesta di approfittare dell’occasione per convertire denaro in beni materiali “portabili” (e che cosa è meglio dei lingottini?), rapido giro di mani ed il prodotto vero viene pagato con denaro falso, poi esfiltrazione che di solito fa rima con ciaone. Non così è andata a due truffatrici, etnia non dichiarata nella nota-stampa di fonte Polcantonale, finite in manette giusto giusto ieri in territorio comunale di Collina d’Oro frazione Gentilino su ordinario fermo in straordinario dispositivo di ricerca attivato: manette all’istante, addebito primario per truffa aggravata, in subordine furto aggravato, come da frontespizio del “dossier” nelle mani del procuratore pubblico Zaccaria Akbas.

    Alla classificazione per futura memoria, nella circostanza è stato perpetrato un “rip deal” che, tralasciandosi la traduzione secondo vocabolario, vuol dire questo: uno fa l’affare (da ladro), l’altro si metta l’animo in pace (rip) perché i quattrini volano lontano prima ancora che ci s’accorga dell’esser stati vittime anziché sagaci contraenti. Le due donne, 34 anni entrambe stando ai documenti, cittadine croate con residenza l’una in Italia e l’altra in Germania, presumibilmente in concorso con complici di sesso maschile avevano infatti studiato un pianetto di quelli in cui concorrono la distruzione delle prove e la distrazione delle masse: presa di contatto nel segno della discrezione e della riservatezza con un cittadino confederato che su vari siti InterNet aveva pubblicato l’inserzione per la vendita di una proprietà immobiliare all’estero; circuizione della controparte con domande, manifestazione di interesse, magari un momentaneo passo di lato, richiesta di acquisizione di notizie utili e di materiali ma sistemeremo il tutto appena avremo avuto modo di vederci, no?; nel frattempo, Lei che è svizzero ed è comodo, ci verrebbe incontro con quest’altra nostra esigenza, comperiamo l’oro che è più maneggevole e più sicuro delle banconote, oggidì? Tutto ciò nel preliminare; poi, incontro a Locarno, in una struttura alberghiera, finesse des finesses si presentano due donne che davvero riuscirebbero a farsi passare per ricche ed annoiate ereditiere in cerca di una villa somewhere abroad, trattiamo noi su tutto, se Lei ha l’oro noi abbiamo i franchi svizzeri qui, a paccate.

    Sarebbe questo, nelle intenzioni delle criminali e di coloro che le fiancheggiano, l’atto conclusivo dell’operazione; scambiare denaro (che è falso, fatte salve le prime banconote in cima ad un paio di mazzette) per oro (che è vero, titolato e marchiato), ché la proprietà immobiliare improvvisamente passa in secondo piano nella conversazione, nel frattempo mettiamo a posto la questione dei quattrini e dei metalli preziosi. Accade infatti, come nella miglior tradizione del peggior “rip deal” raccontatoci in celluloide, che le due non particolarmente distinte truffatrici si alzino dalla poltrona con una scusa, e sarà stato l’andare alla “toilette” o a prendere un bicchier d’acqua per la pastiglina contro queste ignobili cefalee di stagione, e d’improvviso indossino pelliccia da lepre tanto diventano veloci nello svanire. Fuga in auto, una volta preso l’oro e rifilata la paccottiglia del denaro buono solo per accendere il camino, ma non verso uno dei valichi più vicini: tanto che, sull’allerta lanciata dalla vittima del raggiro, l’intercettazione del veicolo ha luogo per l’appunto in pieno Luganese, dal colpo al fermo saranno passati 25 minuti a farla grossa. Di chi stava nelle retrovie della truffa, al momento, nulla si sa per via ufficiale; ma non disperiamo, qualcuno parlerà.

  • Butta la coca per scampare all’arresto: preso (e poi tocca al complice)

    Butta la coca per scampare all’arresto: preso (e poi tocca al complice)

    “Remake” da telefilm a trama scontata: spacciatore bello pacifico in camera d’albergo, scalpiccio di piedi all’esterno, spacciatore in allarme, al mulinar di piedi si sostituiscono le divise degli agenti antidroga, spacciatore nel panico, spacciatore che si slancia verso la finestra; a questo punto, o lo sfondamento dei vetri a discreto grado di messa a repentaglio dell’incolumità (dipende dal piano al quale si trova la camera d’albergo) o l’eiezione del pacchetto con gli stupefacenti. Prendete per buona cioè attendibile tutta la ricostruzione fornita e contestualizzate alla data di sabato 5 febbraio – stamane l’informativa dal ministero pubblico, “et pour cause” – dalle parti di Bellinzona, dove un 22enne cittadino svizzero di origini non precisate fu in effetti arrestato durante l’intervento di uomini della Polcantonale e della Polcom Bellinzona per un controllo “mirato”; dunque gli agenti entrano sapendo benissimo quel che stanno cercando, ed il tizio, che lì ha preso alloggio, dalla finestra getta un pacchetto (eggià, perché lo spacciatore mangia pane e volpe ed è convinto di essere fuori dai guai se non gli si trova la merce addosso).

    Va da sé che gli agenti sono avanti di un giro e non solo hanno chiuso ogni via di fuga, ma si trovano anche sul retro della struttura alberghiera e pertanto l’involucro descrive un arco e piomba infine tra le mani dei poliziotti con il suo bel peso (100 grammi circa, al netto del “cellophane”) e con il suo bel contenuto (cocaina, elevato grado di purezza). Manette, detenzione preventiva, elementi acquisiti a corredo dell’inchiesta, e da lì l’avvio del secondo atto; il quale si concretizza nel volgere di una settimana all’incirca, nelle forme dell’individuazione e del fermo di un 21enne cittadino italiano, bellinzonese per domicilio al pari del 22enne. Dalle perquisizioni, oltre alla sostanza stupefacente, è emersa anche una congrua disponibilità di denaro contante, varie migliaia di franchi che al momento si trovano sotto sequestro. Il 22enne ed il 21enne sono sospettati per coinvolgimento in un traffico di droga dall’ampia ramificazione e dalla significativa consistenza; le ipotesi di reato vanno pertanto dall’infrazione aggravata – in subordine, infrazione semplice – alla contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. “Dossier” di indagine affidato al procuratore pubblico Simone Barca.

  • Lugano, giovane aggredita all’autosilo “Balestra”: 25enne in manette

    Lugano, giovane aggredita all’autosilo “Balestra”: 25enne in manette

    È un 25enne svizzero di origini non precisate, e con residenza nel Luganese, l’uomo tratto in arresto venerdì 17 dicembre per l’aggressione perpetrata ad una 27enne che cinque giorni prima, all’interno dell’autosilo “Balestra” di Lugano, era stata avvicinata, aggredita e colpita. La restrizione della libertà è stata confermata dal giudice dei provvedimenti coercitivi. Principali ipotesi di reato: ripetute lesioni semplici e tentate lesioni gravi, sempre ai danni della giovane. “Dossier” di inchiesta nelle mani della procuratrice pubblica Margherita Lanzillo.

  • Cintura di Varese: sotto il trattore, droga a quintali. 43enne in manette

    Cintura di Varese: sotto il trattore, droga a quintali. 43enne in manette

    Nel bagagliaio dell’auto, si vedono e basta. Sotto il cofano del vano-motore, le si trova alla prima occhiata. Se le infili nel cruscotto e sotto i sedili e negli interstizi delle portiere, ti carichi di un lavoraccio e senza garanzia alcuna di buona riuscita. E quindi? E q uindi, quando proprio ti trovi nella non atarattica necessità di trasferire sostanze stupefacenti per il micragnoso peso di 223 chilogrammi, ti ingegni; poi ti beccano lo stesso, come è accaduto nelle scorse ore ad un 43enne italiano dalle parti di Gazzada-Schianno in provincia di Varese, ma ai compagni di cella potrai almeno raccontare di quanto tu sia stato estroso ed intelligente e furberrimo nel costruire un doppiofondo per tutta la lunghezza del pianale di un rimorchio, diciamo buoni sei metri lineari per larghezza non eccessiva in modo che nulla fosse percepibile ad un’osservazione casuale dall’esterno, e poi caricando sul rimorchio un trattore in disarmo, roba da rottamazione o poco meno.

    Ai componenti una pattuglia dei Carabinieri della stazione di Azzate, per atteggiamenti tenuti dal conducente del piccolo convoglio durante il trasferimento del trattore, la questione parve ad ogni modo strana; con il supporto di colleghi della Guardia di finanza, ispezione e rilevazione della curiosa difformità rispetto alle dimensioni indicate nel libretto di manutenzione del rimorchio nel senso del modello-“standard”, cacciaviti alla mano e svita tu che svito io, indi catena umana per lo spostamento del materiale trovato. Tipologia marijuana, 75 confezioni per 83 chilogrammi; tipologia hascisc, 23 confezioni per effettivi 240 panetti ovvero per 140 chilogrammi. Quantità tali da rendere ridicola la quantita di marijuana (123 grammi) trovata poi nell’appartamento in cui il 43enne vive, pardon, ha vissuto negli ultimi tempi, profilandosi da ora in poi un lungo soggiorno in àmbiti alberghieri a camere monofinestrate e con robuste sbarre a formare graziose grate. Sequenza finale: sequestro del furgone “Ford transit” utilizzato quale vettore, sequestro del rimorchio, allineamento dei pacchi di droga per il calcolo finale ed in vista dello stoccaggio in sede opportuna, accompagnamento dell’uomo ai “Miogni” di Varese. Da capirsi, tra l’altro, quale fosse la destinazione del materiale: mercato locale, metropoli a sud o frontiera?

  • Droga nel bagaglio e condanna pregressa: polacco arrestato in frontiera

    Droga nel bagaglio e condanna pregressa: polacco arrestato in frontiera

    C’erano gli stupefacenti – metanfetamine ed anfetamine – per un peso effettivo di 80 grammi, ed agli occhi dei finanzieri italiani in frontiera a Chiasso-Brogeda la cosa non poteva sfuggire; per di più, c’era un ordine di carcerazione risalente al 2014, Bologna la sede di emissione. Manette ai polsi di un cittadino polacco, giorni addietro e di stamane è l’informativa, secondo gli effetti di ordinari controlli eseguiti sui passeggeri di un bus proveniente dalla Germania, transitato da lato a lato della Svizzera e diretto in Italia; la droga è stata trovata in una busta di plastica occultata nel bagaglio personale. L’uomo, a carico del quale è poi emersa la condanna per furto, è stato trasferito alla casa circondariale “Bassone” di Como.

  • Verbania, in casa una centrale della droga: 25enne in manette

    Verbania, in casa una centrale della droga: 25enne in manette

    Assortimento: hascisc, cocaina, marijuana, ketamina, il tutto accompagnato da strumenti di precisione per la pesatura prima dello smercio. Un vero e proprio “bazar” dello spaccio quello trovato l’altr’ieri da effettivi dell’Arma dei Carabinieri nell’abitazione di un 25enne residente a Verbania (provincia del Verbano-Cusio-Ossola) e che era stato fermato nel primo pomeriggio da agenti di pattuglia lungo via Montanara, nella frazione Trobaso. Una prima quantità di droga era stata trovata addosso al giovane, tra l’altro gravato da precedenti specifici; dalla successiva perquisizione domiciliare è emersa anche la disponibilità di circa 10’000 euro in contanti. Tutto sotto sequestro, porte del carcere in rapida apertura ed in ancora più rapida chiusura.

  • Locarno, in pericolo la ragazza ferita. A sparare il suo “ex”. Scagionato l’altro giovane

    Locarno, in pericolo la ragazza ferita. A sparare il suo “ex”. Scagionato l’altro giovane

    (ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 13.26) Lei, in condizioni gravi, forse disperate, prognosi nemmeno da formularsi se non con nei termini della stringente riservatezza che sfocia verso l’esito infausto; lui, fermato, posto sotto interrogatorio nell’immediatezza dell’accaduto con la procedura-“standard” che permette di cogliere e di cristallizzare i frammenti dell’accaduto. A distanza di 15 ore dal fatto di sangue occorso in uno stabile di via ValleMaggia a Locarno quartiere Solduno, in prossimità della stazione di servizio “Eni-Agip”, trova una prima, probabile cornice il quadro della vicenda occorsa: la 22enne ferita, ed ora identificata come cittadina svizzera domiciliata nel Locarnese (Terre di Pedemonte il Comune di provenienza, domicilio a Locarno da breve periodo), aveva intrattenuto una relazione con il 20enne dalla cui arma da fuoco è stata raggiunta una o più volte all’addome, e vi è pertanto da supporsi che all’origine dell’episodio sussista una tra le solite ipotesi che entrano in linea di considerazione, cioè il diverbio conseguente alla richiesta di un “chiarimento” o un “no” all’eventuale pretesa del 20enne – cittadino svizzero, origini non precisate, residenza nel Canton San Gallo – di “accomodare” le cose ristabilendo il rapporto.

    Possibile tutto, imprevedibile il finale; gli specialisti della Polscientifica hanno lavorato sino a poco prima dell’alba per raccogliere quanto utile ai fini delle indagini, tra l’altro muovendosi a più livelli all’interno dello stabile. Prima evidenza, l’arma: un fucile, che nel frattempo sarebbe stato recuperato e sottoposto a primo esame. Secondo aspetto di interesse: non nell’appartamento occupato dalla vittima, ma nell’atrio della palazzina si sarebbe consumato l’intero fatto di sangue, mentre in una fase successiva il 20enne avrebbe cercato di esfiltrare, o di nascondersi, utilizzando il livello “meno uno” riservato alle cantine e qui, difatti, egli risulta essere stato individuato da effettivi delle forze dell’ordine (Polcantonale, Polcom Locarno, Polcom Ascona, Polintercom del Piano) che erano sopraggiunti massa e che avevano circondato l’immobile mentre su via ValleMaggia stavano affluendo le ambulanze del “Salva” Locarno (per i soccorsi, stante la gravità delle condizioni di salute della 22enne, è stata poi chiesta ed ottenuta la collaborazione di un equipaggio della “Rega”). Definita inoltre la posizione del terzo soggetto – sesso maschile, età indicativamente fra i 20 ed i 25 anni – che era stato fermato a sua volta e che consta essere coinvolto soltanto in quanto anch’egli vittima cioè bersaglio a sua volta delle “attenzioni” dello sparatore in quanto nuovo amico della ragazza. Per ora – ma l’aspetto, a rigore della prima ricostruzione dell’accaduto, potrebbe diventare poco significativo o irrilevante – non è dato il sapere quale dei due giovani sia semplicemente stato caricato sul sedile posteriore di una pattuglia della Polcantonale e quale soggetto, invece, sia stato dapprima messo pancia a terra ed ammanettato. Per prestare sostegno psicologico alle persone coinvolte ed a quanti sono stati involontari testimoni dell’accaduto è stato fatto intervenire il “CareTeam Ticino”.

    Sul fronte delle indagini, non molti gli aspetti da chiarirsi, avendo il 20enne agito senza complici. La principale ipotesi di reato è riassunta nel tentato assassinio, o tentato omicidio intenzionale in subordine. Il “dossier” di inchiesta è nelle mani del procuratore pubblico Roberto Ruggeri.

  • Hascisc a pacchi sul bus da Amsterdam: 57enne preso in frontiera

    Hascisc a pacchi sul bus da Amsterdam: 57enne preso in frontiera

    Il possesso di hascisc per un peso di circa cinque chilogrammi, e suddiviso in 52 panetti confezionati singolarmente, costerà un lungo periodo detentivo ad un “cavallo della droga” individuato e tratto in arresto ad inizio settimana al valico autostradale di Chiasso-Brogeda, sul transito dal Ticino all’Italia e per mano di effettivi della Guardia di finanza, mentre si trovava a bordo di un bus di linea proveniente da Amsterdam e diretto a Milano. Grazie all’ausilio di un cane antidroga, le sostanze stupefacenti sono state trovate all’interno dei bagagli dell’uomo, poi identificato in A.G., 57 anni, etnia non precisata da fonte ufficiale, origine territoriale bulgara e passaporto italiano per naturalizzazione, residente in provincia di Torino e la cui presenza era stata probabilmente oggetto di attenzione durante l’intero viaggio. Immediato l’esito positivo del controllo sulla tipologia della merce, pertanto sottoposta a sequestro al pari del denaro contante (2’095.00 euro circa) che il 57enne aveva con sé; conseguente il trasferimento del soggetto in idonea struttura penitenziaria, e ieri la convalida del provvedimento restrittivo della libertà individuale. Sulle principali piazze lombarde, in spaccio a minuto, il valore della droga sequestrata si situa attorno all’equivalente di 60’000 franchi.

  • Como: scatenò il caos in stazione con un allarme-bomba, preso

    Como: scatenò il caos in stazione con un allarme-bomba, preso

    Giust’or è un mese e per un’intera giornata, sulla rotaia dal San Gottardo a Milano, fu il caos: convogli fermi fuori dalle stazioni, soppressioni a catena, decentemente organizzati ma insufficienti per numero i servizi sostitutivi su gomma, addetti Ffs (e loro colleghi d’oltrefrontiera) costretti ad arrangiarsi con le informazioni di cui disponevano; e sino a notte inoltrata, cioè ad esaurimento del servizio su reti regionali, le cose andarono maluccio se non proprio malissimo. Causa del blocco, in quel sabato 4 settembre, l’allarme per annuncio della presenza di una bomba alla stazione di Como-San Giovanni; l’ordigno ovviamente non c’era, ma ora abbiamo tra le mani (nel senso che è stato individuato ed arrestato dalle forze dell’ordine) l’autore di quella fesseria che, fatti salvi estremi da ricovero in reparti psichiatrici, sarà ripagata da un soggiorno in carcere che ad occhio e croce vale fra i cinque ed i sei anni, considerati i vari episodi addebitati al responsabile.

    L’arresto nelle scorse ore in un albergo a Como, su ordinanza di custodia cautelare in carcere partita da Savona dove il soggetto – 40 anni, cittadino italiano – risulta risiedere. Addebiti: estorsione, incendio aggravato, procurato allarme, molestie telefoniche, minacce, “stalking”. Nel “dossier” delle contestazioni anche una serie di episodi occorsi a Vercelli, a quanto pare in conseguenza della lite avuta dal 40enne con il portiere notturno di un albergo. L’uomo era già nel mirino dell’autorità inquirente essendo stato identificato e denunciato per procurato allarme ed interruzione di pubblico servizio.

  • Veniano (Como): spaccio nei boschi, manette per uno e denuncia per due

    Veniano (Como): spaccio nei boschi, manette per uno e denuncia per due

    La disponibilità di hascisc per un peso di 307 grammi oltre che di denaro contante non “giustificato” per un totale di 3’665 euro, cifra quasi tutta in banconote dal piccolo taglio, ha inguaiato tre uomini intercettati nelle scorse ore da effettivi della Guardia italiana di finanza, compagnia di Olgiate Comasco (provincia di Como), nella zona boschiva in territorio comunale di Veniano (Como) dove il gruppetto era giunto a bordo di un’auto. In manette il guidatore, che era sceso dal veicolo per qualche minuto e presumibilmente aveva “recuperato” due panetti di droga da un nascondiglio o da mani di terze persone; a tale merce, dopo perquisizione dell’abitacolo, si sono aggiunti denaro contante per 1’465 euro ed un altro panetto della medesima sostanza; altre somme, per complessivi 2’200 euro, sono emerse in ultimo dal controllo effettuato su uno dei passeggeri, risultato essere un disoccupato di passaporto marocchino e con domicilio distante poco meno di 1’500 chilometri, ossia in provincia di Siracusa. In estensione degli accertamenti, bilancino di precisione e materiale per il confezionamento delle dosi di droga sono stati individuati al domicilio di uno dei soggetti.

  • Como, furto tentato a due passi dal confine: in manette due albanesi

    Como, furto tentato a due passi dal confine: in manette due albanesi

    Due giovani, 26 e 28 anni, pluripregiudicati, entrambi albanesi, sono finiti in manette nella notte tra ieri ed oggi dopo inseguimento da parte di agenti della Polizia di Stato nella zona di via Bellinzona a Como, quartiere Monte Olimpino, direttrice verso il confine in frazione Ponte Chiasso. Sull’arrivo di tre pattuglie delle forze dell’ordine, messe in allarme da alcuni residenti dopo il tentativo di effrazione ad un negozio e ad alcune vetture posteggiate, la coppia si è divisa tentando di far perdere le tracce; brevissima la corsa del primo, un po’ più complesso il fermo del secondo che da via Bellinzona si è spostato in via Biagio Magistretti e poi in via Carlo Amoretti, disfacendosi di un piede di porco (immediatamente recuperato dai poliziotti) e finendo poi in manette. Problemi: il 28enne ha fedina penale macchiata da reati contro la persona e per droga ed ora si ritrova con altro addebito sulle spalle, mentre a carico del 26enne sono emersi sia un ordine di carcerazione dell’aprile 2021 sia la condizione di clandestinità sul territorio italian

  • Si torna in disco, riecco i ladruncoli da pista: due arresti nella notte

    Si torna in disco, riecco i ladruncoli da pista: due arresti nella notte

    Nemmeno il tempo di restituire a giovani e meno giovani il piacere di due salti in discoteca ed ecco riapparire sulla scena i delinquentelli da imprese storiche ed epocali, le pallide fotocopie di Al Capone con talento criminale da terz’ultimo gradino nella scala, i furbetti da uno strappo e via con la catenina altrui; insomma, gente che dovrebbe vergognarsi per l’essere così poco qualificata. È accaduto la notte scorsa, a Lugano, locale notturno con tutti i requisiti di profilassi anti-“Coronavirus” ma, e purtroppo, non immunizzato contro i furtaioli da cabotaggio così piccolo da non permettere nemmeno l’uscita da uno stagno: in manette due giovani, un 23enne italiano residente in Italia ed un 18enne algerino parimenti residente in Italia, dopo intervento degli addetti alla sicurezza che avevano bloccato i due soggetti causa prelievo indebito di almeno tre collanine in oro, sistematica l’azione a danno di avventori della discoteca stessa, tecnica di avvicinamento durante il ballo, trazione improvvisa con due dita e monile agganciato. Intorno alle ore 3.36 la chiamata alle forze dell’ordine; intervento di agenti della Polcantonale e della Polcom Lugano, ai medesimi il conferimento dei due ladruncoli. Eventuali altre parti lese e/o testimoni sono pregati di mettersi in contatto con il centralino della Polcantonale chiamando il numero 0848.255555.

  • Como, guidatore ubriaco reagisce al fermo. E manda due poliziotti all’ospedale

    Como, guidatore ubriaco reagisce al fermo. E manda due poliziotti all’ospedale

    Due agenti della Polizia locale di Como (Italia) hanno riportato lesioni fortunatamente guaribili in meno di 10 giorni dopo essere stati spintonati e colpiti da un giovane che i poliziotti stessi avevano fermato da poco in zona semicentrale della città lariana, avendo sorpreso ubriaco alla guida di un’auto. L’episodio nella notte tra l’altr’ieri e ieri; l’uomo, 26 anni, residente nel capoluogo, è risultato positivo al “test” dell’etilometro e, una volta reso edotto circa l’immediato sequestro della licenza di guida e del veicolo, è passato alle vie di fatto con l’aggressione sia ad agenti della Polizia locale sia a due loro colleghi della Polizia di Stato; a seguire, trasferimento del soggetto al comando della Polizia locale in viale Innocenzo XI, denuncia a piede libero previo contatto con il magistrato di turno, altra reazione violenta da parte del 26enne, nuovo consulto con l’autorità, infine arresto. Complesso degli addebiti: resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate a pubblico ufficiale, oltraggio a pubblico ufficiale, guida in stato di ebbrezza, rifiuto di sottoporsi al “test” antidroga.

  • Hascisc per tre chili in auto, “cavallo” della droga preso in frontiera

    Hascisc per tre chili in auto, “cavallo” della droga preso in frontiera

    Non dirà forse molto la foto cortesemente fornita dai vertici dell’Amministrazione federale dogane, ma vi convinceranno i numeri: a bordo dell’auto, insieme con un manganello e con una bomboletta “spray” contenente sostanze urticanti e sia l’uno sia l’altro strumento sono notoriamente vietati in Svizzera, si trovava hascisc per un peso di oltre tre chilogrammi, facciamo 5’000 franchi in cessione all’ingrosso e 30’000 sullo spaccio a minuto. Quantità difficilmente rivendicabile come propria e per esigenze personali, ergo clangore di manette ai polsi, destinatario un 25enne italiano con residenza in Italia, arresto sul posto ovvero al valico doganale di Chiasso-Brogeda sull’ingresso di un’auto in Ticino; a sensazione trattasi di ordinario “cavallo” della droga, e tuttavia con conoscenza diretta del punto di origine e del punto di arrivo della merce. I fatti, come da odierna nota, risalgono all’altr’ieri; agli accertamenti hanno cooperato effettivi di Polcantonale, Polcom Mendrisio e Polcom Chiasso. Ipotesi di reato a carico del giovane: infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti ed infrazione alla Legge federale sulle armi.

  • Targhe belle, chi vuole targhe belle: in manette funzionario e corruttore

    Targhe belle, chi vuole targhe belle: in manette funzionario e corruttore

    Un “giro” di targhe che sarebbero state gestite con qualche irregolarità, con riferimento in particolare alle pretiche di cessione, è all’origine del fermo e dell’arresto di un funzionario della Sezione circolazione a Bellinzona quartiere Camorino e di un cittadino svizzero che, a rigore di prime informazioni acquisite nel contesto del procedimento penale avviato, avrebbero concorso al fine di favorirsi reciprocamente, l’uno godendo di trattamento speciale in assegnazioni di targhe e l’altro ricevendo denaro quale concambio. Entrambi i soggetti, dopo confronto e dopo audizione di persone informate sui fatti, sono stati rimessi in libertà nelle scorse ore e restano quindi indagati a piede libero. I fatti, oggetto di una denuncia partita – così fonti del ministero pubblico e della Polcantonale – dall’interno della stessa Sezione circolazione con sede operativa al “Centro ala Monda”, sarebbero maturati nel periodo compreso tra fine dicembre 2020 e maggio 2021, tempo tra l’altro caratterizzato, come si ricorderà, dall’utilizzo della modalità “in remoto” per una serie di pratiche; non esplicitati ma intuibili i “percorsi” che sarebbero stati attivati dal 48enne, cittadino svizzero di origini non precisate e con domicilio nel Luganese, nella stretta relazione con il funzionario 34enne, anch’egli cittadino svizzero ed abitante nel Bellinzonese, ruolo frontista al Servizio immatricolazioni tra le cui competenze ricadono prima immatricolazione dei veicoli, cambiamento del veicolo, immatricolazione di veicoli in trasferibile, deposito delle targhe, immatricolazione dei veicoli di riserva, cambiamenti di Cantone, veicoli provenienti dall’estero, esportazione ed importazione dei veicoli, targhe temporanee, licenze di circolazione temporanee e ristampa delle targhe.

    Nel “dossier” aperto sul tavolo del procuratore generale Andrea Pagani si profilano addebiti oggettivamente non lievi: a carico del funzionario dovrebbero valere la corruzione passiva (in subordine, l’accettazione di vantaggi), l’abuso di autorità, l’appropriazione indebita, l’acquisizione illecita di dati ed il riciclaggio di denaro; quanto al 48enne si manifestano imputazioni per corruzione attiva (in subordine, concessione di vantaggi), riciclaggio di denaro e ricettazione. Altri atti istruttori sono già stati disposti e restano da esperirsi nelle prossime ore. Il presente ed il futuro del funzionario sul piano professionale sono già materia di interesse per l’autorità competente: su proposta di Norman Gobbi, direttore del Dipartimento cantonale istituzioni, Palazzo delle Orsoline in Bellinzona sponda Esecutivo ha già provveduto stamane alla sospensione del collaboratore, sul quale è nel frattempo stata aperta un’inchiesta disciplinare (“e ci riserviamo di adottare gli opportuni provvedimenti in attesa di accedere agli atti dell’inchiesta”).

  • Ufficio-cambi “svaligiato” dall’interno: dipendente in manette

    Ufficio-cambi “svaligiato” dall’interno: dipendente in manette

    A misura di calcolo approssimativo, 200’000 franchi nello spazio di due mesi, ed è indiscrezione che gode di buon credito (ops, come parlare di corda in casa dell’impiccato); era questione di settimane, o di giorni, e l’ammanco sarebbe stato scoperto. Una donna di 45 anni, indicata da fonti del ministero pubblico come cittadina svizzera (origine non precisata) con domicilio nel Luganese, è in carcere da venerdì scorso in quanto presunta responsabile della sparizione di “ingenti fondi” dalle casse dell’ufficio-cambi di cui la stessa 45enne è – e si suppone: era – dipendente dal luglio dello scorso anno. La decisione restrittiva della libertà è già stata confermata dal giudice dei provvedimenti coercitivi; appropriazione indebita, ed in subordine furto, le contestazioni in cima al “dossier” aperto sul tavolo della procuratrice pubblica Francesca Nicora. Altri accertamenti sono in corso.

  • Clandestino e trafficante di droga: albanese in manette a Mendrisio

    Clandestino e trafficante di droga: albanese in manette a Mendrisio

    Ospitato in un appartamento a Mendrisio, dal che potrebbe scaturire uno sviluppo di indagine per favoreggiamento a carico di altro soggetto, era il 25enne tratto in arresto cinque giorni addietro – di stamane l’informativa dai portavoce di ministero pubblico e Polcantonale – in qualità di referente o terminale o ingranaggio in una catena di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti; ruolo da definirsi, probanti invece gli elementi acquisiti per quanto concerne la tipologia della droga (eroina) e la quantità disponibile sul “pronti” (oltre tre ettogrammi, sotto sequestro al pari di altro materiale reperito). Al giovane, cittadino albanese con residenza ufficiale in Albania, vengono contestate al momento l’infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, la ripetuta entrata illegale e l’attività lucrativa senza autorizzazione. Inchiesta sotto coordinamento della procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis; intervento condotto da effettivi di Polcom Mendrisio e Polcantonale oltre ad operatori dell’Amministrazione federale dogane.

  • Metanfetamine in una scarpa, marocchino arrestato sul valico a Chiasso

    Metanfetamine in una scarpa, marocchino arrestato sul valico a Chiasso

    A carico del soggetto vi era già un’ordinanza di custodia cautelare da Bologna, ma di questo si sono accorti una volta trasferito il soggetto stesso tra quattro muri; quanto al trattarsi di un corriere della droga, invece, gli uomini della Guardia italiana di finanza in servizio alla stazione internazionale di Chiasso avevano ben capito al momento del controllo di “routine” su un convoglio ferroviario dalla Svizzera interna direzione Milano. Nulla era infatti uscito dai capi di abbigliamento indossati dal giovane, risultato poi essere un 28enne marocchino con domicilio in provincia di Cuneo; all’interno del bagaglio, e meglio ancora nella punta di una scarpa da ginnastica, era stato invece celato un sacchetto contenente metanfetamine per 93.3 grammi, più marijuana in quantità assai modesta. Il giovane, presumibilmente diretto proprio a Milano, è stato fermato, arrestato, rinviato a giudizio per direttissima ed associato al carcere “Bassone” in Como.

  • Rapina e rapisce un uomo a Chiasso e tenta altri due colpi: preso a Zurigo

    Rapina e rapisce un uomo a Chiasso e tenta altri due colpi: preso a Zurigo

    Ha intercettato un uomo e, minacciandolo con una pistola, l’ha costretto a consistenti prelievi di denaro da due “Bancomat”; ottenuti i soldi, ha forzato la vittima a consegnargli le chiavi dell’auto, ma anziché fuggire da solo ha imposto – l’arma da fuoco quale strumento coercitivo – all’altra persona di sedersi al suo fianco e di farsi con lui il viaggio sino a Milano, dove ha scelto di proseguire la fuga “in proprio” e sempre stando alla guida del veicolo e cioè avendo scaricato il prigioniero sulla pubblica via. A distanza di 16 giorni dall’accaduto, ed in ultimo, è finito con i ferri ai polsi. No, non a Milano e nemmeno nel Norditalia; a Zurigo, avendo nel frattempo tentato di perpetrare altre due rapine. E per caso, per sorte, per fortuna.

    Non semplice l’orientarsi tra i fatti e tra le date, trattandosi di un caso sviluppatosi in più luoghi e con più atti ma nel corso d’un periodo breve. Diciamo dunque che il malvivente ha 42 anni, è soggetto privo di fissa dimora, ha cittadinanza croata ed appartiene a specifica etnia. Vicenda numero uno: mercoledì 2 giugno, Chiasso, ore 20.00 circa, ed ecco il fatto descritto, bersaglio un residente nella zona; nessuna notizia si ha circa le sorti dell’auto, qualche domanda ci si può invece porre sull’essere costui riuscito a sfilare tra le maglie dei controlli in frontiera, forse con transito da valico minore impresidiato; ma un mese fa, in Italia, era ancora tempo di coprifuoco sanitario alle ore 23.00, elevato dunque il rischio di “sforamento” ossia di incappare in qualche controllo di polizia. Vicende numero due e numero tre: doppia tentata rapina, in località che viene sottaciuta nell’odierna informativa da fonti di Polcantonale e ministero pubblico, nella giornata di sabato 5 giugno. Vicenda numero quattro: mentre il cerchio attorno al delinquente si stava stringendo, e ciò anche nel segno della collaborazione tra autorità di Italia (Questura di Milano) e Svizzera (“Centro cooperazione di polizia e doganale” in Chiasso, Polcantonale Ticino, Polcom Chiasso), il 42enne viene fermato a Zurigo da agenti della Polcom, che rilevano una situazione di soggiorno illegale da parte del soggetto; siamo a venerdì 18 giugno, che cosa sia accaduto nel frattempo non è dato sapere, sta di fatto che al momento dell’identificazione spunta sul tavolo un fascicolone contenente gli accertamenti di indagine già esperiti e dai quali risulta con cristallina evidenza che trattasi del criminale ricercato per i reati sommariamente descritti. Seguono l’estroflessione di solide manette e l’accompagnamento a dignitosa struttura carceraria.

    Per quanto riguarda gli accadimenti su suolo ticinese, non potendosi escludere la responsabilità o la corresponsabilità del 42enne in altri episodi delittuosi, “dossier” nelle mani del capoprocuratore pubblico Arturo Garzoni; fra le ipotesi di reato figurano la rapina aggravata e ripetuta, il sequestro di persona, l’infrazione alla Legge federale sulle armi, il furto e persino la grave infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale. Già: tra l’altro, il sequestratore rapinatore intimidatore era anche privo di legittimazione alla guida di veicoli a motore; nella questione, il meno ma non poco.

  • Sussurri ‘ndranghetisti, in manette un italiano residente a Grancia

    Sussurri ‘ndranghetisti, in manette un italiano residente a Grancia

    C’è una Filadelfia – quella degli States – in cui le organizzazioni criminali prosperarono in affiliazione a “Cosa nostra”, tanto che si parlò e si parla di “Philly mafia” con riferimento ai vari Angelo Bruno, Vincent Gigante, Peter Casella, Frank Narducci e Joseph Merlino nel succedersi delle generazioni; c’è poi un’altra Filadelfia, che sta in fondo allo Stivale, in cui la ‘ndrangheta pare possa fare quel che vuole. A contesti della Filadelfia tricolore farebbe riferimento il cittadino italiano – nome ed età non formalmente noti, ma emersi già in precedenti contesti di indagine trattandosi in effetti di una propaggine dell’“Operazione imponimento” scattata nell’agosto 2020; e difatti trattasi di un 60enne tra l’altro dipendente del Comune quale operatore ecologico – residente a Grancia e che venne arrestato nelle scorse ore in quanto presunto prestanome del capo della locale cosca “Anello-Fruci”, cioè e per l’appunto tra le province di Vibo Valentia e di Catanzaro e “con base logistica” proprio a Filadelfia, risultando tale individuo – così nello schema delle indagini – “tra i soggetti di riferimento della predetta organizzazione” su suolo svizzero. Dimensioni non dappoco, quelle della struttura, se è vero come è vero che sul blocco delle attività di inchiesta già svolte “è stata avanzata richiesta di rinvio a giudizio e si è già in fase di trattazione all’udienza preliminare per 147 responsabili”, o meglio presunti tali.

    In sostanza, teorizzano gli inquirenti (indagini coordinate dal procuratore distrettuale di Catanzaro e svolte da effettivi della Guardia italiana di finanza, parte in Catanzaro e parte in Roma), l’uomo ha agito in associazione mafiosa ed ha operato un “trasferimento fraudolento di valori”; Filadelfia sarebbe stata inoltre teatro di un’“iniziativa imprenditoriale” da impiantarsi e sulla quale avrebbero messo gli occhi – in altra formula, della quale sarebbero state promotrici – figure appartenenti alla citata cosca. Sempre in Svizzera consta essere stato effettuato un altro arresto, in questo caso a Spreitenbach (Canton Argovia), manette ai polsi di un italiano trasferitosi qui nel 2018 ma indagato per ipotesi di reato connesse con la coltivazione di marijuana; stretta la collaborazione offerta dalle Polizie cantonali di Ticino ed Argovia per l’appunto.

  • Sigillo positivo numero 13, lo “Swiss market index” sfonda quota 12’000

    Sigillo positivo numero 13, lo “Swiss market index” sfonda quota 12’000

    (ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 22.19) Non c’erano le premesse, ed anzi: tutto sembrava dire che oggi, a differenza delle ultime 12 sedute, le cose sarebbero andate fra maluccio e male. Dopo lunga permanenza sotto la linea, anche con cedimento oltre la mezza figura intera, lo “Swiss market index” della Borsa di Zurigo è riuscito invece a centrare l’ennesimo doppio obiettivo, ovvero segno positivo (per la 13.a volta di fila, mai un arretramento sino a questo punto del mese di giugno…) e nuovo “record” storico; in questo caso con effetto ancor più notevole essendo stata superata la soglia psicologica a 12’000 punti (momento storico, ore 16.24) e fissato un nuovo picco a 12’017.76 punti (ore 16.35), con successivo saldo a quota 12’011.11 (più 0.24 per cento). Da “Alcon incorporated” (più 0.97 per cento) e “Novartis Ag” (più 0.88); “Holcim limited” e “The Swatch group Ag” sulla coda (meno 1.20 e meno 1.24 rispettivamente). Nell’allargato, flessione “pilotata” del titolo “Molecular partners Ag”, che lascia sul campo più dell’11 per cento in coincidenza con il lancio di tre milioni di azioni in offerta pubblica iniziale (a prezzo ribassato) per lo sbarco a New York.

    Così sulle altre piazze primarie in Europa: Dax-30 a Francoforte, più 0.11 per cento; Ftse-Mib a Milano, meno 0.21; Ftse-100 a Londra, meno 0.44; Cac-40 a Parigi, più 0.20; Ibex-35 a Madrid, meno 0.07. Nordamerica fra spinte e controspinte: S&P-500 sul pari, “Dow Jones” in cedimento pari allo 0.62 per cento, Nasdaq in guadagno nella misura dello 0.87 per cento. In ripresa l’euro, scambiato a 109.2 centesimi di franco; in strappo anche il dollaro Usa, ora sui 91.79 centesimi di franco per unità; arretra a 34’752 franchi il bitcoin.

  • Marijuana a bordo del furgone, due albanesi in manette sul valico

    Marijuana a bordo del furgone, due albanesi in manette sul valico

    Peso netto, 1’789 grammi. Qualità, tale per cui ciascuno dei 1’789 grammi sarebbe stato pagato. Possesso, oggettivamente vietato, trattandosi di sostanze stupefacenti ovvero di marijuana che due uomini, entrambi di passaporto albanese, stavano cercando di trasferire dall’Italia al Ticino con transito al valico di Chiasso-Brogeda; e proprio in frontiera, giorni addietro (di oggi l’informativa da fonte ufficiale), l’intervento di effettivi della Guardia italiana di finanza e di funzionari dei Monopoli di Stato, con l’esito ovvio del sequestro della droga e dell’arresto dei due soggetti. Accertamenti sono in corso circa la destinazione della marijuana, che era stata avvolta in 10 panetti confezionati sottovuoto ed occultata in un vano del furgone; da stabilirsi anche il ruolo dei due albanesi nella filiera del trasporto di droga.

  • Bellinzona, lite in un appartamento: donna ferita, uomo arrestato

    Bellinzona, lite in un appartamento: donna ferita, uomo arrestato

    Un 53enne, cittadino italiano con residenza nel Bellinzonese, è stato tratto in arresto l’altr’ieri per ipotesi di reato ancorate alle lesioni gravi (in subordine, lesioni semplici) sulle conseguenze di un diverbio sfociato in lite. L’episodio in un appartamento, dove stando alla nota diffusa “in uno” dai portavoce di ministero pubblico, Polcantonale e Polcom Bellinzona l’uomo avrebbe colpito e ferito una 46enne svizzera domiciliata nella zona e che per tali lesioni è stata anche ricoverata in ospedale (consta tuttavia il fatto che nel frattempo la donna è stata dimessa). A rigore di ricostruzione plausibile, il 53enne si sarebbe poi allontanato dal luogo; rapide indagini avrebbero però consentito individuazione e fermo del soggetto mentre quest’ultimo era ancora sulla via di ritorno al domicilio. Inchiesta nelle mani del procuratore pubblico Moreno Capella.

  • Droga, ad uno ad uno i nodi al pettine: altro arresto nel Mendrisiotto

    Droga, ad uno ad uno i nodi al pettine: altro arresto nel Mendrisiotto

    Prima fu una 22enne cittadina albanese e residente in Albania: il fermo sul posteggio pubblico a Melano. Sùbito dopo toccò ad una 20enne connazionale dell’altra giovane, ma abitante in provincia di Brescia (Italia) e che si trovava alloggiata in spazi nella disponibilità della 22enne sempre a Melano. A distanza di una settimana cadde la testa – metaforicamente parlandosi – di un 49enne svizzero residente nel Mendrisiotto; ed a distanza di un’altra settimana, vale a dire martedì 11 maggio (della cosa si viene a sapere solo oggi su nota congiunta da ministero pubblico e Polcantonale), ecco il quarto arresto sulla medesima filiera, sempre droga, sempre traffico di cocaina, sempre l’addentellato dello spaccio in quantità significative, diciamo 550 grammi circa nel solo periodo tra febbraio ed aprile. In manette un 29enne che risulta essere cittadino svizzero di origini non precisate e con domicilio nel Mendrisiotto; il soggetto, individuato e tratto in arresto nel quadro di un’operazione a tre punte (Polcantonale, Polcom Mendrisio, Polcom Chiasso), ha operato “per conto di un’organizzazione criminale albanese”. Ipotesi di reato secondo “dossier” aperto sul tavolo della procuratrice pubblica Margherita Lanzillo: solita infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti e solita contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.

  • Bellinzona: eroina e cocaina in auto, arrestato un albanese

    Bellinzona: eroina e cocaina in auto, arrestato un albanese

    Sospetto, il solito: la partecipazione ad un “importante traffico” di stupefacenti, parole che giungono da ministero pubblico e Polcantonale. Evidenza, la solita: droga nelle immediate disponibilità, in quel caso all’interno dell’auto con cui il soggetto si stava muovendo. Cocaina ed eroina per il peso di due ettogrammi circa sono state sequestrate giovedì scorso – questo pomeriggio la conferma da fonte ufficiale – ad un 27enne intercettato da agenti della Polcantonale in territorio comunale di Bellinzona, zona Camorino, nel contesto di un’indagine svolta in collaborazione con effettivi della Polcom Lugano; il giovane, cittadino albanese con residenza in Albania, è stato tratto in arresto. Ipotesi di reato: ripetuta entrata illegale, soggiorno illegale, infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.

  • Non idraulico ma sospetto trafficante: polacco in manette a Biasca

    Non idraulico ma sospetto trafficante: polacco in manette a Biasca

    Un cittadino polacco, 40 anni l’età, si aggiunge alla multinazionale del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti sul territorio cantonale: l’uomo finì in manette giusto giovedì scorso (di stamane l’informativa da ministero pubblico e Polcantonale) nel contesto di un’inchiesta poliforme stante la collaborazione fornita da effettivi della Polcom Bellinzona (servizi antidroga) e della Polcom Biasca. Proprio a Biasca il fermo del soggetto, sospettato di aver preso parte ad un traffico di cocaina e, sulla scorta di evidenze acquisite, posto in restrizione della libertà personale; decisione già confermata, quest’uiltima, dal giudice dei provvedimenti coercitivi. Infrazione aggravata (in subordine, infrazione semplice) e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti i principali addebiti mossi al 40enne. Inchiesta nelle mani del procuratore pubblico Roberto Ruggeri.

  • Mendrisiotto: spaccio di droga e favoreggiamento, 49enne in arresto

    Un altro tassello si aggiunge all’inchiesta antidroga sui cui sviluppi, mercoledì 28 aprile, due giovani albanesi vennero tratte in arresto sul territorio comunale di Melano, l’una mentre era a bordo di una vettura ferma sul posteggio pubblico e l’altra mentre si trovava in un appartamento nelle disponibilità della prima giovane: in manette tre giorni addietro – di questo pomeriggio la nota congiunta da ministero pubblico e Polcantonale – un 49enne che risulta essere cittadino svizzero con domicilio nel Mendrisiotto. L’uomo, stando al teorema formulato nel quadro dell’inchiesta in collaborazione con effettivi della Polcom Mendrisio, sarebbe coinvolto nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, cocaina per entità superiore ai 100 grammi complessivi, fatto a parte – è il caso di dirlo – quanto necessario al 49enne stesso per proprio consumo e che forma materia collaterale. Nel “dossier” affidato alla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo, inoltre, informazioni pertinenti ad altri reati in collegamento con l’essere le due albanesi in condizione di soggiorno illegale; nel complesso, ipotesi di reato che si collocano sull’asse tra infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti, favoreggiamento ed infrazione alla Legge federale sugli stranieri.

  • Eroina smerciata in quantità, 46enne in manette a Lugano

    Eroina smerciata in quantità, 46enne in manette a Lugano

    Dall’ottobre 2019 a qualche giorno fa, in modo sistematico, si era dedicato allo smercio di eroina sul territorio del Ticino. In manette da martedì (di oggi l’informativa da ministero pubblico e Polcantonale) un 46enne che fonti ufficiali indicano essere cittadino svizzero e domiciliato nel Luganese; infrazione aggravata (in subordine, infrazione semplice) e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti i principali addebiti in testa al “dossier” di cui è titolare la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo. Nel corso del controllo effettuato all’interno dell’abitazione dell’uomo è stata trovata eroina per il peso di alcuni grammi. L’operazione è stata condotta da effettivi della Polcantonale e nel contesto di un’operazione coordinata con i vertici della Polcom Lugano (servizi antidroga).

  • Bellinzona: spaccio di cocaina, giovane dominicano in manette

    Bellinzona: spaccio di cocaina, giovane dominicano in manette

    Specialista in… erba, si direbbe pur sussistendo il rischio di fraintendimenti, il giovane tratto in arresto lunedì ultimo scorso per spaccio di cocaina in varie località del territorio cantonale. Il soggetto, come indicano ora fonti di ministero pubblico e Polcantonale, è un 22enne dominicano soggiornante nel Bellinzonese; a lui gli agenti della Polcantonale sono giunti nel quadro di un’inchiesta svolta in collaborazione con i colleghi della Polcom Bellinzona. Principali ipotesi di reato, come da “dossier” nelle mani del procuratore pubblico Roberto Ruggeri: infrazione aggravata (in subordine, infrazione semplice) alla Legge federale sugli stupefacenti e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.

  • Eroina e metadone in spaccio, 58enne del Bellinzonese nella rete

    Eroina e metadone in spaccio, 58enne del Bellinzonese nella rete

    Si intendeva di eroina e trattava il metadone, e sul resto si vedrà di capire nel contesto delle indagini. Un 58enne italiano con domicilio nel Bellinzonese è finito in manette martedì scorso (di oggi l’informativa da fonte ufficiale) quale sospettato dello spaccio di rilevanti quantità dei menzionati stupefacenti su varie piazze del territorio cantonale, non volendosi dire del consumo personale parimenti significativo. All’identità del soggetto sono giunti di concerto agenti di Polcantonale, Polcom Bellinzona e Polcom Lugano; nel contesto della perquisizione domiciliare sono state sequestrate eroina per una decina di grammi e ketalgina in pastiglie per circa 450 grammi. Ipotesi di reato: infrazione aggravata (in subordine, infrazione semplice) alla Legge federale sugli stupefacenti e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. “Dossier” nelle mani della procuratrice pubblica Margherita Lanzillo.

  • Coca da spaccio tra Ascona e Locarno, 42enne croato in manette

    Coca da spaccio tra Ascona e Locarno, 42enne croato in manette

    Su di lui convergevano vari sospetti, dalla perquisizione al suo domicilio sono emerse anche le prove, nella forma di sostanze da taglio per alcune decine di grammi. Sotto provvisorie restrizioni del sistema penitenziario ticinese, dopo l’arresto effettuato venerdì scorso (di stamane l’informativa dal ministero pubblico) da effettivi della Polcantonale, un 42enne croato con domicilio nel Locarnese: l’uomo, stando a sommarie notizie dal “dossier” di inchiesta, si sarebbe reso responsabile di un’attività di spaccio, o avrebbe collaborato alla medesima, per non breve lasso di tempo. L’entità della droga smerciata si situa nell’ordine di almeno 200 grammi. Alle indagini hanno cooperato specialisti dei servizi antidroga della Polcom Ascona e della Polcom Locarno. Ipotesi di reato: infrazione aggravata e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. Fatti, documenti e prove sul tavolo della procuratrice pubblica Marisa Alfier.

  • Lugano, fuga a ruote fumanti e minacce ai poliziotti: pirata della strada in manette

    Avete presente l’imbecille varesino di anni 30 che sabato ultimo scorso prese in contromano una rotatoria a Quartino in Comune di Gambarogno e da lì, lungo la Cantonale, sorpassò un’ambulanza in corsa di emergenza, sfondò due posti di blocco delle forze dell’ordine (Polcantonale prima e Polcom Bellinzona poi) e causò tre incidenti prima di finire nel “cul-de-sac” predisposto in viale Stazione a Giubiasco quartiere di Bellinzona? Bene, abbiamo la tipica notizia di cui avremmo fatto volentieri a meno: di quel soggetto esiste un clone con passaporto rossocrociato, età simile cioè 27 anni, domicilio nel Bellinzonese, idiozia (problema suo) e pericolosità (problema invece di tutti noi, per riverbero) almeno pari a quelle dell’altro personaggino. Un altro pirata della strada, materia che rientra fra gli addebiti mossi “ex post” e di cui il predetto dovrà rispondere, entra nella galleria dei talenti il cui volto, se fossimo in qualche centrale di polizia negli States, starebbe in qualche bacheca a piena vista, e non per meriti acquisiti ma a futura memoria di chi si trovi di bel nuovo ad incrociarlo; il tutto per fatterelli occorsi a partire dalle ore 1.10 circa di domenica, ma a Lugano, e con primario esito da sintetizzarsi nell’arresto del tizio medesimo.

    A raccontare si fa persino fatica, tant’è l’incazzatura che monta al pensiero dei rischi cui simili conducenti espongono sé stessi ed il prossimo. Niente colore, niente sceneggiatura, ma la sola e nuda realtà: è piena notte quando agenti di una pattuglia della Polcom Lugano, in transito lungo riva Vincenzo Vela a Lugano, individuano una vettura con targa posteriore parzialmente occultata; lampeggianti, fermo dell’auto, due domande due al conducente che, al fin della licenza, scopriremo essere un 27enne domiciliato nel Bellinzonese e per l’appunto cittadino svizzero. Il tizio, per dirla con un eufemismo, si dimostra poco collaborativo e, appena vede uno spiraglio di spazio, pianta il piede destro sul gas e riparte sparato in direzione parallela alla sponda del Ceresio e poi in direzione del quartiere Cassarate; auto in fuga, e dietro la pattuglia. Velocità, immaginarsi: violazioni su violazioni nella “zona 30” di riva Giocondo Albertolli, due sorpassi in curva senza visuale, la linea di sicurezza trattata come non pervenuta, semaforo rosso bruciato all’intersezione con viale Carlo Cattaneo. Sulle tracce del guidatore anche altri mezzi, corsa del folle interrotta dal posto di blocco organizzato da agenti della Polcom Lugano in via San Giorgio; nell’imbuto, a spazi ristretti, persino un tentativo di inversione di marcia per la nuova fuga, ma proprio non c’era modo e magari il 27enne, tanto coraggioso nello scappare, a quel punto scopre di non saperci fare con i fondamentali della retromarcia. Discorso chiuso, mani sul volante e resa? Macché: come consta dalla ricostruzione fornita, e non vi è motivo per non credere a tale testimonianza, il giovane apre di scatto una portiera dell’auto, balza fuori e brandisce una chiave inglese “con fare minaccioso” (grazie per la precisazione da verbale, ma una “Hazet” tra le mani è bastevole come strumento ed atto intimidatorio nel contempo). Con il concorso di vari agenti, il 27enne viene bloccato ed ammanettato; effettivi della Polcantonale passeranno sùbito dopo alla fase degli accertamenti ed ai primi provvedimenti. La licenza di condurre, per incominciare, prelevata e ritirata.

    Nel deferimento a competente autorità cioè al ministero pubblico, ovviamente, c’è qualche addebito in più. Incominciamo con la già ventilata denunzia dell’ormai ex-conducente (a sensazione, la patente è ormai parte del “compost” in qualche giardino) quale pirata della strada per grave infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale; aggiungansi la guida in stato di inattitudine, l’infrazione alla Legge federale sulle armi e l’impedimento di atti dell’autorità. Che cosa manca all’appello? Giusto: la violenza (o minaccia) contro le autorità e contro i funzionari. Male, se non malissimo.

  • Truffe al cambio, quattro colpi riusciti su 10 tentati. E poi, manette

    Truffe al cambio, quattro colpi riusciti su 10 tentati. E poi, manette

    Se vi state dicendo che no, dai, non può essere che operazioni criminali del genere riescano ancora nell’anno 2021, e che quindi è logico che gli autori di simili imprese si incastrino da sé consegnandosi quasi volontariamente non alla storia e nemmeno alla leggenda ma soltanto al sistema penitenziario di qualche Paese; se vi state dicendo – ed avete ben ragione di porvi una simile domanda e di darvi una simile e ponderata risposta – che non è nemmeno possibile che una vittima designata non si accorga dell’essere stata presa di mira e messa in mezzo; se questo è il vostro sensato ragionamento, beh, vi lodiamo per la fiducia che nutrite ancora nell’umanità “in genere” e nell’immediatezza della giustizia ma ci corre l’obbligo di deludervi cioè di raccontarvi che purtroppo i lestofanti della truffa al cambio sono in giro, colpiscono ed imperversano. Magari non sempre portando a casa il bottino, ma spesso (in ogni caso, sempre troppo spesso) trovando un bersaglio e portandosi via ranno e sapone: come avvenuto in tempi recenti, e sino a martedì scorso, nel caso di due sgraditi e sgradevoli ospiti temporanei del Canton Ticino, rumeno abitante in Italia l’uno, rumeno residente formalmente in Romania l’altro, 26 e 35 anni le rispettive età. Sino a martedì scorso, si diceva, perché in quel momento – ma lo si apprende solo oggi dagli ambienti del ministero pubblico – la solida carriera delinquenziale di entrambi i soggetti subì uno smacco e si incrinò sul “clic-clac” delle manette.

    Dei fatti si racconta a ritroso, con avvio dunque dall’epilogo: che situasi in quel di Biasca, dove il 26enne ed il 35enne stavano tentando uno dei soliti trucchetti per disorientare l’interlocutore. Interessa la dinamica abituale, sì? Abbiamo tempo e voglia, dunque proviamo a ricordare qual è il “modus operandi”: Tizio e Caio entrano in un negozio, scelgono un prodottino da prezzo modesto ma non irrisorio per non dare troppo nell’occhio, uno dei due mette mano al portafogli e cava fuori il tipico millozzo in foglio unico, bella fortuna l’avere in tasca un nipote del formicone ma sfortunaccia disdettaccia proprio il trovarsi con questo pezzo e con null’altro, eh vabbè se non ha da darmi il resto dovranno rinunciare a comperare quell’articolo e sì che piange loro il cuore, ci tenevano e ci terrebbero tanto, non è che lei signorina commessa così gentile e simpatica potrebbe spezzarmi la banconota? Beh-ma-certo-signor-cliente, Lei mi lascia un po’ a secco con le riserve di giornata ma provvedo seduta stante e persino all’impiedi, figurarsi se mi trituro una vendita già fatta. E mentre la menzionata signorina commessa così cortese ut supra inizia a contare le banconote di taglio minore quale differenza da restituirsi, ecco il prodigio: da quel portafogli, avarissimo sino a poc’anzi, spuntano due pezzi da 50 o tre da 20, signorina signorina facciamo così, le diamo il 50 e la togliamo dall’imbarazzo, aspetti, no, pago con due da 20. Poi un po’ di manolestismo unito all’effetto-sorpresa (ah, chiaro: l’intera scenetta si esaurisce in manciate di secondi) ed al continuo andirivieni del compare che funge da spalla al primattore muovendo l’aria ed interloquendo con facondia mista ad interiezioni snervanti, e l’altrui distrazione di durata pari a tre secondi basta ai truffatori per prendersi oggetto e lauto margine sovrabbondanziale (cioè un resto più consistente rispetto alla banconota o alle banconote messe sul tavolo), e quando la commessa si accorge della fregatura, beh, hai voglia a chiamare aiuto.

    Non che l’artificio funzioni sempre, ma sentite un po’: i due tizi, cui non difetterebbe esperienza anche nella variante “alta” del giochetto vale a dire il cambio secco allo sportello di un ufficio-cambi, godevano di statistiche notevoli quanto a successi nel brevissimo periodo, ossia almeno quattro truffe messe a segno su una decina di tentativi nel volgere, a spanne, d’un paio di settimane e sempre in Ticino. Riferisce, una fonte ufficiale, che a spezzare la catena è stata una persona trovatasi a tu per tu con i due soggetti e che, compresa al volo l’antifona, salmodiò rapidamente via cellulare trovando risposta ed intervento dei poliziotti; i quali, pare di capire, giunsero sul posto in tempo utile per vedere la coda dei due malviventi e per fermarli. Nelle carte, con “dossier” aperto davanti alla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis, la primaria accusa per truffa; accertamenti sono in corso, trattandosi di capire quanti colpi i due abbiano messo effettivamente a segno; a tale proposito, sollecitata la collaborazione di eventuali vittime del tentato raggiro e che non abbiano ancora avuto modo di presentare denuncia.

  • Asilanti minorenni, ladri e rapinatori. La vittima reagisce: presi entrambi

    Asilanti minorenni, ladri e rapinatori. La vittima reagisce: presi entrambi

    Si erano infilati nel suo appartamento, a Melide, per dar prova a sé medesimi dell’arte verso cui pare che avessero già da qualche tempo mostrato una straordinaria inclinazione, ovvero per reiterare la propria versione del concetto di “take-away”; quando il proprietario dell’abitazione li ha sorpresi, hanno tentato la fuga, uno riuscendoci dopo colluttazione con l’uomo e l’altro, per contro, rimanendo incastrato in una stanza sino a che le forze dell’ordine sono giunte sul posto; all’arresto del primo, peraltro, su attivazione di un idoneo dispositivo di ricerca hanno fatto séguito l’individuazione, l’identificazione ed il fermo anche del secondo soggetto, dileguatosi verso sud ma non abbastanza intelligente per capire che miglior cosa, anche per evitare un aggravio della sua posizione, sarebbe stata per lui il consegnarsi seduta stante. 10 righe 10 per dire di fatti occorsi venerdì scorso in quel di Melide, bersagli un’abitazione per quel che sarebbe il furto in sé e la persona oppostasi alla depredazione, invece, per quanto nel codice sconfina in rapina. In manette due richiedenti l’asilo, l’uno – quello scappato dall’appartamento – sedicente algerino e sedicente 17enne, l’altro – quello costretto ad arrendersi – sedicente tunisino e sedicente 16enne, entrambi con soggiorno nel Mendrisiotto. Sul conto dei due giovani figurerebbero numerosi altri furti con effrazione messi a segno in varie parti del Ticino; addebiti, di massima, la rapina, il ripetuto furto, la violazione di domicilio ed il danneggiamento.

  • Furbetti del credito Covid-19, un arresto a Bellinzona

    Furbetti del credito Covid-19, un arresto a Bellinzona

    Ci era riuscito, incamerando oltre mezzo milione di franchi, con false informazioni – tale, almeno, la tesi degli inquirenti – fornite a più riprese tra luglio e dicembre 2020; e ci stava riprovando, o forse ci aveva già riprovato, in questo caso senza riuscire a centrare l’obiettivo truffaldino. Sull’accesso illecito a crediti Covid-19 su garanzia della Confederazione verte l’arresto, su intervento di agenti della Polcantonale quale esito di indagini approfondite, di un 46enne cittadino residente nel Bellinzonese, arresto avvenuto nei giorni scorsi (mancano indicazioni di fonte ufficiale a tale proposito). Il soggetto, stando a quanto consta nel “dossier” di cui è titolare il procuratore pubblico Daniele Galliano, avrebbe utilizzato tali risorse “per scopi estranei a quanto stabilito dall’Ordinanza sulle fideiussioni solidali Covid-19 e, in particolare, per far fronte a spese personali”; uno più uno fa ancora due, almeno nel sistema decimale, ed ecco dunque una serie di addebiti contestati, primariamente trattandosi di ripetuta truffa e di ripetuta falsità in documenti. La carcerazione del 46enne è già stata convalidata dal giudice dei provvedimenti coercitivi. Accertamenti tuttora in corso.

  • Bolla di sapone, don Azzolino Chiappini scagionato da ogni accusa

    Bolla di sapone, don Azzolino Chiappini scagionato da ogni accusa

    Né sequestro di persona, né coazione, né lesioni semplici. Una bolla di sapone che scoppia, e che si traduce in decreto di abbandono “non essendosi corroborati gli indizi dei reati ipotizzati”, nel caso – a questo punto insussistente – che nel novembre dello scorso anno portò all’arresto di don Azzolino Chiappini, posto nella circostanza sotto accusa circa la posizione di una 48enne finlandese che dimorava da parecchio tempo – un paio di lustri almeno, secondo ricostruzioni giornalistiche – nell’abitazione luganese del sacerdote. Come indica una nota-stampa del ministero pubblico, la vicenda si chiude con firma della procuratrice pubblica Pamela Pedretti e spontanea rinuncia di don Azzolino Chiappini “a postulare un indennizzo allo Stato” con riferimento al procedimento penale. Per parte sua, il presbitero ha fatto sapere di volersi ritirare da qualsivoglia incarico ricoperto in seno alla Diocesi di Lugano, compreso pertanto l’insegnamento alla facoltà di teologia.

  • Eroina e cocaina per tutto il Ticino, in manette “Madame Spaccio”

    Eroina e cocaina per tutto il Ticino, in manette “Madame Spaccio”

    Tra giugno 2020 e l’inizio del mese corrente, cocaina ed eroina passarono dalle sue mani in quantità notevole, e dalle sue mani per nulla prodighe uscirono a favore di destinatari autolesionisticamente ricompensanti, ché questo s’ha da intendere come rapporto tra spacciatore e consumatore di droga: uno vende morte, l’altro acquista morte. Una 55enne cittadina svizzera di origini non precisate, e con domicilio nel Luganese, è stata tratta in arresto quattro giorni or sono – di oggi l’informativa da fonti di ministero pubblico e Polcantonale – in quanto fortemente sospettata della gestione di un significativo traffico di sostanze stupefacenti, l’intero Ticino quale campo di esercizio dell’attività; di sospetti, come natura della mera ipotesi di reato impone, si deve parlare, pur avendo gli agenti della Polcantonale individuato e sequestrato droga per circa 700 grammi durante la perquisizione nell’appartamento della 55enne stessa. Infrazione aggravata e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti gli addebiti mossi; inchiesta affidata alla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo.

  • Pestaggio di Cadempino, restano in carcere i cinque indiziati

    Pestaggio di Cadempino, restano in carcere i cinque indiziati

    Conferma in blocco oggi, da parte del giudice dei provvedimenti coercitivi, per le decisioni restrittive della libertà con riferimento al pestaggio di giovedì 28 gennaio a Cadempino, vittima e bersaglio un 18enne svizzero che nella circostanza riportò lesioni e traumi dalla significativa rilevanza. Di tentato omicidio intenzionale, lesioni gravi, lesioni semplici, aggressione, omissione di soccorso, coazione, sequestro di persona e rapimento rischiano di dover rispondere un 26enne italiano, un 32enne colombiano, un 22enne svizzero dalle origini non precisate, un 20enne rumeno ed un 20enne svizzero dalle origini non precisate, tutti con domicilio o con dimora nel Luganese, i primi quattro messi in manette da effettivi della Polcantonale, il quinto fermato da agenti della Polintercom Ceresio-nord; a cariico del 26enne italiano anche l’infrazione e la contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti, contro il 20enne svizzero il solo addebito per contravvenzione alla legge medesima. Incarto nelle mani della procuratrice pubblica Valentina Tuoni.

  • Eroina in auto, 19enne albanese intercettato e fermato a Mendrisio

    Eroina in auto, 19enne albanese intercettato e fermato a Mendrisio

    Ipotesi sulla destinazione: nessuna, ma non è che serva uno sforzo di fantasia. Ipotesi sul ruolo: varie, compreso l’essere costui un “cavalluccio” – bassa categoria qualitativa: una spola che corre sul telaio, per ora questo, domani si vedrà – del trasporto di droga per conto terzi. Sta di fatto che il soggetto, finito l’altr’ieri tra le braccia di effettivi delle Guardie di confine in prossimità dello svincolo 52 cioè Mendrisio sulla A2, viaggiava sereno e pacifico in direzione sud portando in auto – e nemmen troppo nascosta trovandosi tale merce nel vano portaoggetti – eroina per oltre 400 grammi e sostanze da taglio per qualche altro centinaio di grammi; individuazione, identificazione (per inciso, trattasi di un 19enne albanese con residenza in Albania), fermo ed arresto le tappe in rapida successione, con ipotesi di reato che vanno dall’infrazione alla Legge federale sugli stranieri all’infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti. Al dispositivo di intercettazione del corriere hanno cooperato elementi di Polcantonale, Polcom Mendrisio e Polcom Chiasso; “dossier” di inchiesta nelle mani della procuratrice pubblica Valentina Tuoni.

  • Crediti Covid-19 come bottino di guerra: due italiani in arresto

    Crediti Covid-19 come bottino di guerra: due italiani in arresto

    Tecnicamente, imprenditori; e come tali li indica oggi anche l’estensore della nota-stampa dagli ambienti del Pretorio in Lugano. Imprenditori con il solco delle terga altrui, si direbbe a mo’ di complemento, se è vero – ed in questa direzione vanno gli addebiti mossi dal procuratore pubblico Daniele Galliano – che entrambi puntarono al bottino grosso nell’assalto alla diligenza confederale in materia di finanziamenti ovvero crediti legati alla situazione straordinaria da Covid-19: meccanismo, gonfiare il maiale cioè raccontar panzane (alternativa edulcorata: far vedere elefanti dove c’è un passero) ed ottenere un maggior volume di crediti garantiti per l’appunto da Berna, in ultima analisi denaro aggratisse e senza che sussistesse un diritto reale. In riedizione d’un antico detto: farcite e guarnite, qualcosa resterà (attaccato).

    Del caso, al momento, si intuiscono a malapena le coordinate confinarie: i soggetti in ballo sono due, entrambi italiani, entrambi con residenza nel Sottoceneri; in linea di massima, l’intera vicenda si è dipanata nella seconda metà del 2020; quattrini sovrabbondanziali rimediati, facciamo un milione e mezzo di franchi più la mancia. Ed a questo punto penserete: bon, furbetti ma non stupidi, i due tizi, nel senso che avranno fatto in modo da orientare i denari su poste congrue con il dichiarato, no?, per quanto truffaldino potesse essere il dichiarato… Macché: dal ministero pubblico si viene oggi resi edotti del fatto che le risorse sarebbero state utilizzate “per scopi estranei” rispetto a ciò che sta scritto nel testo di riferimento, al secolo l’“Ordinanza sulle fideiussioni solidali Covid-19”. Dai, la facciamo breve: tra gli “scopi estranei” figurerebbero varie spese personali. Rilevabili, tracciabili, rintracciate.

    L’insipienza dei mediocri e la mediocrità degli insipienti al potere, almeno per il tempo della prima illusione; chissà, magari un mese o due nell’allegrezza, li abbiamo fregati, ‘sti svizzerotti dal portafoglio facile. Al momento delle prime voci sull’indagine, ehm, i toni saranno stati assai meno trionfalistici. Al tintinnio delle manette, probabile percezione dell’aver fatto pipì fuori dall’orinale, con licenza parlandosi: grandinano, letteralmente grandinano le ipotesi di reato, spunto primo la ripetuta truffa, spunto secondo la ripetuta falsità in documenti, e stiamo parlando solo delle principali ipotesi di reato. Accertamenti tuttora in corso, ci vorrà qualche settimana per l’inquadramento della situazione. E, nel frattempo, si tratterà di vedere se vi sia modo di recuperare il maltolto.

  • Eroina e cocaina, Mendrisiotto sempre focale: altri due arresti

    Eroina e cocaina, Mendrisiotto sempre focale: altri due arresti

    A somme prossime scopriremo che, a tappe vuoi di tre giorni vuoi d’uno solo, su suolo cantonale l’autunno 2020 sarà da ricordarsi per una campagna di eradicazione senza precedenti sul fronte delle reti locali di rifornimento e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Ultimo in ordine di tempo – e si parla d’un intervento portato a termine ieri e di cui viene stamane data contezza – lo smantellamento di un traffico di eroina e di cocaina con vertice sul Mendrisiotto e con due arresti messi a segno in territorio comunale di Chiasso: in concorso tra effettivi della Polcantonale e della Polcom Chiasso, manette ai polsi di una 53enne italiana e di un 40enne svizzero di origini non precisate, entrambi con domicilio nel distretto. Sequestrate sostanze stupefacenti per il peso di alcune decine di grammi. Secondo quanto figura sul “dossier” nelle mani di Nicola Respini, sostituto procuratore generale, quali ipotesi di reato valgono l’infrazione aggravata e la contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.

  • Traffico di cocaina (e varie), rete stroncata: cinque persone in manette

    Traffico di cocaina (e varie), rete stroncata: cinque persone in manette

    Tre cittadini svizzeri (59, 56 e 27 anni) domiciliati nel Luganese, una 34enne rumena soggiornante nella regione ed un 40enne tunisino residente in Italia si trovano in carcere da giovedì 22 ottobre – di stamane l’informativa di fonte ministero pubblico “in uno” con i vertici della Polcantonale – sull’esito di un’inchiesta legata al traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina. Sotto sequestro cocaina per oltre 250 grammi ed eroina, marijuana ed hascisc per alcuni grammi; solida prova delle attività commerciali illecite anche i circa 12’000 franchi in contante. L’operazione è stata portata a termine sulla piazza di Lugano, di concerto tra effettivi di Polcom Lugano, Polintercom Ceresio-sud e Polcantonale. Addebiti sparsi, secondo “dossier” nelle mani della procuratrice pubblica Marisa Alfier: infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti, infrazione alla Legge federale sugli stranieri.

  • Rete dello spaccio, 33enne albanese arrestato a Bellinzona

    Rete dello spaccio, 33enne albanese arrestato a Bellinzona

    33 anni, albanese con residenza in Albania ma effettiva attestazione domiciliare “pro tempore” ad Arbedo-Castione frazione Arbedo, specialista in eroina: tale il profilo del soggetto tratto in arresto ieri a Bellinzona quartiere Sementina, su intervento coordinato tra Polcantonale, Polcom Bellinzona (servizi antidroga) e Polcom Biasca, quale spacciatore di sostanze stupefacenti e, per meglio dire, responsabile di una rilevante attività di distribuzione sul territorio. In perquisizione personale, sequestrata eroina per alcuni grammi; durante la visita al domicilio del soggetto, trovate sostanze da taglio per alcune centinaia di grammi. Infrazione aggravata (in subordine, infrazione semplice) alla Legge federale sugli stupefacenti l’addebito contestato.

  • Falso nipote, e seriale: preso a Lugano un delinquente polacco

    Falso nipote, e seriale: preso a Lugano un delinquente polacco

    Chi di telefono ferisce sappia che esiste una giustizia e che la giustizia può anche assumere forme e volto da Nemesi: e cioè che può accadere che quel telefono, strumento indispensabile per la truffa, si trasformi in trappola. L’ha sperimentato ieri, a Lugano, un criminale 26enne di nazionalità polacca e residente in Polonia: il soggetto è infatti caduto nella rete tesa ed organizzata per stroncare il fenomeno dei “falsi nipoti”, sussistendo su di lui sospetti per la ripetuta partecipazione – con esecuzione in prima persona – ad almeno sei colpi messi a segno sul territorio cantonale; con la solita tecnica del bisogno urgente, il tizio si sarebbe cioè fatto consegnare o denaro o gioielli, in totale sul controvalore di almeno 40’000 franchi. L’arresto su sviluppo di riscontri coordinati da effettivi della Polcantonale, previa indagine condotta con il supporto tecnico della Polcom Lugano, e con atto conclusivo affidato ad agenti della Polintercom Ceresio-sud. Inchiesta nelle mani della procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis.

  • Sospetti abusi sul personale, arrestato titolare di due stazioni di servizio

    Sospetti abusi sul personale, arrestato titolare di due stazioni di servizio

    Fra tutte le contestazioni che sta fronteggiando, il peggio sta in un tentato stupro; dal che si capisce quale filone di accuse abbia portato all’arresto – a riferire del caso, i colleghi della Rsi – di un uomo, cittadino svizzero dalle origini non precisate, che nell’arco di vari anni si sarebbe reso responsabile di palpeggiamenti, “avance”, comportamenti inopportuni e via elencandosi, il tutto nel contesto dell’attività lavorativa ovvero puntando il soggetto sulle dipendenti delle due stazioni di servizio di cui l’uomo era direttore. Di stasera la notizia, già di lunedì 20 luglio le manette, nel contesto di un’indagine che sarebbe scaturita da voci raccolte e, per logica, da almeno una denuncia; si direbbe che qualche collaboratrice, nel corso del tempo, abbia ingoiato il rospo e sopportato, ma pare anche che più dipendenti, nell’impossibilità di difendersi, abbiano preferito lasciare il posto e cercare un ambiente di lavoro salubre. Frammentarie le informazioni: si sa che entrambe le stazioni di servizio si trovano nel Sottoceneri e che almeno sette donne sono già state a colloquio con gli inquirenti per riferire di quanto loro occorso. Elemento focale: del tentativo di stupro sarebbe stata trovata una prova documentale grazie alle registrazioni delle telecamere interne.

  • “Girava” marijuana al cliente finale: 53enne bellinzonese in manette

    “Girava” marijuana al cliente finale: 53enne bellinzonese in manette

    Marijuana per oltre un chilogrammo, ed a corollario anche una diecina di piante di canapa, sono state sequestrate l’altr’ieri, martedì 29 settembre, nel quadro di un’inchiesta su traffici e smercio di sostanze stupefacenti sul territorio cantonale. Quale sospetto spacciatore di consistenti quantitativi di marijuana a clienti locali è stato tratto in arresto un 53enne di passaporto svizzero e con domicilio nel Bellinzonese; a rigore di indagine, la droga – individuata durante la perquisizione in un edificio – era nelle disponibilità dell’uomo, sul quale gravano ora addebiti per infrazione aggravata (in subordine, infrazione semplice) alla Legge federale sugli stupefacenti e per contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.

  • Auto sospetta, e dentro c’erano due trafficanti di droga: presi

    Auto sospetta, e dentro c’erano due trafficanti di droga: presi

    Un 30enne cittadino albanese con residenza in Albania ed un 26enne cittadino italiano abitante in Italia sono stati tratti in arresto nella giornata di ieri, giovedì 17 settembre, sull’esito di un controllo effettuato da elementi delle Guardie di confine in territorio comunale di Coldrerio: nell’auto su cui i due stavano viaggiando sono stati infatti trovati hascisc per circa 100 grammi e cocaina per varie decine di grammi. In corso accertamenti sulla proprietà della vettura immatricolata in Italia. All’operazione hanno collaborato agenti della Polcantonale. A carico sia del 26enne sia del 30enne figura l’infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti; inchiesta coordinata dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas.

  • Traffico di cocaina, italiana e colombiano dietro alle sbarre

    Traffico di cocaina, italiana e colombiano dietro alle sbarre

    La “partecipazione” ad attività pertinenti al traffico di droga costerà qualche tempo dietro alle sbarre a due giovani stranieri, un 29enne colombiano domiciliato nel Luganese ed una 22enne italiana abitante nel Bellinzonese, finiti ieri nella rete della Polcantonale. A vario titolo e con diverso grado di responsabilità, per quanto è dato sapere, la conduzione degli affari illeciti che facevano perno su Lugano. Rilevante l’apporto dato da effettivi della Polcom Lugano; infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, come da faldone sulla scrivania della procuratrice pubblica Chiara Borelli, l’ipotesi di reato.

  • Traffico e spaccio di droga, 45enne italiana in manette a Lugano

    Fra gennaio 2019 e settembre 2020, a misura di spannometro, diciamo un 400 grammi ma potrebbero essere anche 500. Tutta cocaina, consta; tutto sulla piazza luganese, si direbbe. Per trafffico di sostanze stupefacenti, in termini almeno di compartecipazione, è incarcerata da ieri, mercoledì 16 settembre, una 45enne italiana con domicilio nel Luganese, dopo intervento condotto da effettivi di Polcantonale e Polcom. Contestazioni, le solite sul tono: infrazione (aggravata) alla Legge federale sugli stupefacenti e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. L’inchiesta è coordinata da Arturo Garzoni, procuratore pubblico capo.

  • Prostituzione fuori dai canali ordinari, 55enne arrestato a Muralto

    Prostituzione fuori dai canali ordinari, 55enne arrestato a Muralto

    Dicono, dal ministero pubblico, che la sua attività era fortemente polarizzata: disponendo in vario modo di appartamenti sia in Ticino sia nel Grigioni italiano versante mesolcinese, l’uomo avrebbe in sostanza operato come affittacamere garantendo una decina di alloggi ad altrettante operatrici del sesso. Motivo sufficiente per un’inchiestona, qual è quella in essere da tempo, e per un intervento infine condotto da effettivi di Polcantonale Ticino, Polcantonale Grigioni, Polcom Lugano, Polcom Chiasso e Polcom Muralto, con il che si prende conoscenza anche dei luoghi in cui l’attività prossenetica veniva svolta; cinque giorni or sono – di oggi l’informativa – l’arresto del soggetto, 55 anni, cittadino spagnolo con residenza nel Canton Grigioni; a Muralto il fermo, poi la contestazione di reati che vanno dall’usura al promovimento della prostituzione all’esercizio illecito della prostituzione. Stato di detenzione già convalidato dal giudice dei provvedimenti coercitivi, e non è tutto: per il solo esercizio illecito della prostituzione sono state denunziate tre persone, due di nazionalità rumena ed una di nazionalità spagnola. Inchiesta nelle mani di Nicola Respini, sostituto procuratore generale.

  • Rapina “transfrontaliera” da Monteggio alla Valceresio, bandito si costituisce

    Rapina “transfrontaliera” da Monteggio alla Valceresio, bandito si costituisce

    Ad uno ad uno, pare che proprio stiano arrivando tutti. Dopo 14 mesi dall’assalto ad un furgone portavalori in quel di Monteggio frazione Molinazzo ed alla quasi incredibile prosecuzione dei fatti ben oltre il confine ed anzi sino alla periferia di Arcisate, in piena Valceresio (provincia di Varese), ed a distanza di tre settimane da alcuni arresti pertinenti a quel caso, un altro tra i partecipanti al colpo si aggiunge alla lista degli ospiti di strutture carcerarie ticinesi: l’uomo, 40 anni, cittadino italiano residente all’estero e sul quale gravava un mandato di cattura spiccato dall’autorità inquirente, ha scelto infatti di costituirsi giovedì 3 settembre e, dopo interrogatorio, è stato posto in stato di detenzione; la decisione restrittiva della libertà personale è stata nel frattempo confermata dal giudice dei provvedimenti coercitivi. Principali addebiti: sequestro di persona, rapimento, infrazione alla Legge federale sulle armi e sulle munizioni e rapina aggravata. “Dossier” nelle mani della procuratrice pubblica Marisa Alfier.

  • Accuse (gravi) dalla Svezia, 27enne arrestato a Campione d’Italia

    Accuse (gravi) dalla Svezia, 27enne arrestato a Campione d’Italia

    Tratta di esseri umani, istigazione alla prostituzione, sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento della prostituzione: quattro accuse come macigni, quelle all’oggetto di un mandato europeo di arresto che effettivi dell’Arma dei Carabinieri in Campione d’Italia (Como) hanno eseguito nel tardo pomeriggio di ieri a carico di un 27enne residente proprio nell’“enclave”. Da assai lontano – Stoccolma, Svezia – gli addebiti contestati al giovane, all’anagrafe Malik Mauriello, doppia nazionalità svizzera e francese, figura nota anche in Ticino per altra tipologia di attività; i fatti sarebbero avvenuti tra aprile e maggio, nei pressi di un bar l’identificazione del soggetto, a carico del quale figura una condanna al carcere per 16 mesi su furto con destrezza (derubricazione da primaria accusa per rapina) e violenza sessuale (riconosciuta nella forma lieve) con sentenza da rito abbreviato emessa nel giugno 2014, a distanza di oltre due anni da fatti commessi proprio a Campione d’Italia. Una volta espletate le formalità di rito, il 27enne è stato trasferito al carcere “Bassone” di Como e messo a disposizione della magistratura.

  • Festnahmen in Urtenen-Schönbühl (Kanton Bern): Ausgebrochene Männer aus Thun gefasst

    Festnahmen in Urtenen-Schönbühl (Kanton Bern): Ausgebrochene Männer aus Thun gefasst


    Die beiden Männer, die am Mittwoch aus dem Regionalgefängnis Thun ausgebrochen waren, konnten am Donnerstagvormittag im Raum Urtenen-Schönbühl angehalten werden. Sie wurden wieder in Haft überführt.

    In der Nacht auf Mittwoch, 26. August 2020 waren zwei Personen in Untersuchungshaft aus dem Regionalgefängnis Thun ausgebrochen (vgl. Medienmitteilung der Sicherheitsdirektion des Kantons Bern vom gleichen Tag). Die Kantonspolizei Bern hatte umgehend die Fahndung nach den beiden Männern im Alter von 33 und 22 Jahren aufgenommen.

    Im Rahmen der Fahndungsmassnahmen konnten die beiden geflüchteten Männer am Donnerstag, 27. August 2020, gegen 9.50 Uhr, im Raum Urtenen-Schönbühl gesichtet und in der Folge durch die Kantonspolizei Bern ohne Gegenwehr angehalten werden.

    Für weitere Abklärungen wurden die beiden Geflüchteten vorerst auf eine Polizeiwache gebracht, ehe sie wieder der Vollzugsbehörde übergegeben und in die Untersuchungshaft überführt wurden. Weiterführende Ermittlungen zur Klärung der Ereignisse sind im Gang.

  • Lugano, rapinano un uomo e fuggono: inchiodati dai Polcom in un «amen»

    Lugano, rapinano un uomo e fuggono: inchiodati dai Polcom in un «amen»

    Inutile memento (inutile: di sicuro costoro non leggono il “Giornale del Ticino”) all’indirizzo di quanti credano che in una rapina la cosa difficile sia l’atto del rapinare: nossignori, la parte più complicata si chiama fuga, si chiama esfiltrazione, si chiama abbandono del campo. Ne sanno qualcosa i tre tizi intercettati e fermati da agenti della Polcom Lugano, nella tarda serata di venerdì 14 agosto (oggi l’informativa in concorso con vertici della Polcantonale e portavoce del ministero pubblico), dalle parti del “Parco Ciani” di Lugano, in pratica fra i tre ed i quattro minuti dopo che in correità essi avevano strappato una collana d’oro dal collo di un passante, all’incirca sullo scoccare delle ore 22.00. Ops, corsa finita, merce recuperata, identificazione… tuttora in corso: nel senso che tutti i soggetti risultano essere residenti nel Luganese, mentre sulla loro effettiva identità sorgono e restano dubbi, sicché si rimanga all’uso dell’aggettivo “sedicente” sia per un 23enne che sostiene di essere marocchino, sia per un 29enne che afferma di essere connazionale dell’individuo di cui sopra, sia per un 30enne che si qualifica d’origine algerina. Al momento, addebiti per rapina, ed in subordine per furto; “dossier” nelle mani del capoprocuratore pubblico Arturo Garzoni.

  • Lugano zona Gandria: a fuoco tre auto ed una moto, comasco in manette

    Forti sospetti su un 24enne, cittadino italiano con residenza in provincia di Como, quale esito immediato di indagini condotte con riferimento agli incendi appiccati la notte scorsa a tre auto e ad una moto, tutte con targhe o confederate o ticinesi, in territorio comunale di Lugano quartiere Gandria ed a distanza di circa 100 metri dal punto di valico verso la Valsolda (Como). Intorno alle ore 1.08, per intervento di alcuni effettivi delle Guardie di confine, il rilevamento del primo rogo che dalle ruote di un’auto si stava propagando alla carrozzeria; sull’intervento di una pattuglia della Polcantonale la scoperta di altri tre mezzi ormai danneggiati dalle fiamme. Sulla scorta di informazioni acquisite il fermo del 24enne, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti previo arresto al termine dell’interrogatorio. Alle operazioni hanno preso parte anche agenti della Polcom Lugano e, per quanto di loro competenza, operatori dei Pompieri Lugano. Il “dossier” è nelle mani del procuratore pubblico Moreno Capella.

  • Metti un filtro in frontiera, e tac: un arresto, due fermi, tre respinti

    Metti un filtro in frontiera, e tac: un arresto, due fermi, tre respinti

    Esiti persino sorprendenti dall’operazione di controllo a doppia chiave, ossia in compartecipazione tra forze dell’ordine svizzere (Polcantonale, Guardie di confine, et alii) e colleghi italiani e con l’apporto di operatori di altre realtà (da questa parte del confine: Amministrazione federale delle dogane, ispettorato del lavoro, “Commissione paritetica cantonale”, “Associazione interprofessionale di controllo”), che è stata condotta stamane sui valichi di Chiasso-Brogeda e Chiasso-strada, obiettivi il contrasto alla criminalità transfrontaliera e la lotta al lavoro nero: in particolare, tratto in arresto un cittadino marocchino di età non precisata e sul quale gravavano tre ordini di arresto e due ricerche del luogo di soggiorno, all’attivo furti e violazioni di domicilio quali reati principali perpetrati in vari Cantoni svizzeri (a quanto pare, non in Ticino). Fermato poi un cittadino georgiano per infrazione alla Legge federale sugli stranieri; intercettato e fermato inoltre un cittadino italiano a carico del quale figurava un ordine di arresto per multa commutata (la somma è stata incassata sul “pronti”). Niente accesso al territorio svizzero, con respingimento immediato, per tre cittadini pachistani sprovvisti di documenti e di titolo e che stavano cercando di sgusciare tra le maglie dei controlli.

    Non solo: una diecina di persone non residenti in Ticino, ma intenzionate ad entrarvi e provenienti da Paesi iscritti sulla “lista rossa” per l’emergenza-“Coronavirus”, è stata avvertita circa l’obbligo di notifica (ma no, figurarsi se erano al corrente…) e circa l’obbligo di quarantena (ma no, idem…) e circa le conseguenze che può comportare l’eventuale mancato annuncio (vedrem vedremo. A margine, poi ci si sorprende se emergono tre o quattro casi di contagio da Covid-19 in assenza di focolai e dopo che il problema, in Ticino, era stato eradicato). Per la cronaca, i risultati di cui sopra sono stati conseguiti grazie a verifiche su un totale di 104 veicoli e di 184 persone. Cioè, un nulla statistico. Nella foto, un momento dei controlli; altre immagini sulla nostra pagina “Facebook”.

  • Varese, inseguimento da film in centrocittà: preso ladro… corsaiolo

    Varese, inseguimento da film in centrocittà: preso ladro… corsaiolo

    Il “curriculum” criminale, su reati in prevalenza specifici, è di quelli che non stanno in un foglio A4 nemmeno se riassunti alle linee essenziali. Inversamente proporzionale all’entità del “dossier”, invece, l’intelligenza del soggetto: il quale nella stessa mattina, a brevissima distanza, aveva piazzato un colpo appropriandosi vari capi di abbigliamento per un controvalore commerciale di 500 euro circa, e tre ore più tardi si stava aggirando nella zona del negozio “Cisalfa” (articoli sportivi) al centro commerciale “Le corti” nel centro di Varese, con probabili intenzioni di procedere ad altro furto. Movimentatissimo il fermo dell’uomo, che nella mattinata di sabato scorso – di oggi l’informativa di fonte Questura di Varese, dopo convalida del provvedimento di arresto – era stato raggiunto da agenti della Polizia di Stato, riuscendo tuttavia a darsi alla fuga: inseguimento da piazza Della Repubblica a via Giulio Bizzozero, e da qui in ascesa oltre l’ingresso dell’UnInsubria, ed infine lungo via San Michele dove la corsa del malvivente ha avuto termine tra le braccia degli agenti.

    Al momento dell’identificazione, pur in assenza di documenti, dal confronto fotodattiloscopico ecco uscire il profilo: 40 anni, cittadino peruviano, precedenti penali e pregiudizi di polizia per reati di tipo predatorio, e per di più su suolo italiano senza diritto alcuno in quanto espulso con accompagnamento alla frontiera ma rientrato; fatto, questo, avvenuto nel corso degli ultimi cinque anni, dal che l’arresto (obbligatorio per flagranza di reato). Il sudamericano è stato quindi incarcerato per reingresso illegale sul territorio dello Stato e resistenza a pubblico ufficiale, ed inoltre deferito all’autorità giudiziaria per furto aggravato. In corso le procedure per la nuova espulsione.

  • Tragico esito, trovato morto l’ex-infermiere scomparso da Balerna

    Tragico esito, trovato morto l’ex-infermiere scomparso da Balerna

    Cause e circostanze al momento ignote, luogo al momento non precisabile. Unica certezza, l’avvenuto decesso. Come anticipato dai colleghi della Rsi, è stato ritrovato morto oggi il 45enne Sandro Veneziano, della cui scomparsa da Balerna, nella mattinata di sabato 30 maggio, era stata data notizia ieri contestualmente con l’avviso di ricerca da parte del portavoce della Polcantonale ticinese. L’individuazione del cadavere ha avuto luogo a distanza di poche ore dalla scoperta dell’auto – una “Skoda Roomster 1.6 Tdi” immatricolata in Ticino – con cui l’uomo si era allontanato e che era stata avvistata ieri in territorio comunale di Buseno (Valle Calanca, Canton Grigioni). L’uomo, già alle dipendenze dell’“Ospedale Beata Vergine” di Mendrisio quale infermiere, era balzato all’attenzione delle cronache quale sospettato per l’alterazione di dosaggi dei farmaci ad un numero imprecisato di ospiti del nosocomio, determinando il decesso di almeno 17 pazienti (tutti in fase terminale), e dopo un lungo periodo di detenzione – circa nove mesi, a partire dalla prima settimana di dicembre 2018 – era stato rimesso in libertà provvisoria nell’attesa del processo in cui egli avrebbe dovuto rispondere di omicidio intenzionale (in subordine, di omicidio colposo) secondo il “dossier” del procuratore pubblico Nicola Respini. Sandro Veneziano si era sempre dichiarato estraneo alle contestazioni.

  • Terremoto nella Chiesa ticinese: sospetti abusi, sacerdote in manette

    Terremoto nella Chiesa ticinese: sospetti abusi, sacerdote in manette

    (ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 16.29) Un sacerdote cattolico oggi 50enne, sicuramente operante cinque-sei anni or sono in Ticino ed incardinato nella Diocesi di Lugano, ancora esercitante il ministero pastorale sino a qualche settimana fa ovvero quand’egli è stato sospeso, è indagato per presunti abusi sessuali e si trova in carcere da ieri, sugli esiti di primi accertamenti esperiti circa vicende che lo stesso monsignor Valerio Lazzeri, vescovo di Lugano, aveva portato a conoscenza dell’autorità giudiziaria. Al pari delle circostanze in cui tali fatti si sarebbero svolti (uniche certezze il contesto temporale, fra il 2014 ed il 2015, e l’essere la presunta violenza stata perpetrata su quelle che giuridicamente sono definite come persone incapaci di discernimento o inette a resistere), sia l’identità, sia le origini sia il ruolo del presbitero non sono stati resi noti, per quanto la notizia si stia diffondendo ed abbia trovato prima eco nella comunità parrocchiale in cui l’uomo ha operato per non breve tempo; al momento, come riferito dallo stesso presule in conferenza-stampa (presenti anche monsignor Nicola Zanini vicario generale e Fabiola Gnesa avvocata e presidente della Commissione diocesana a suo tempo istituita per la gestione dei casi di abuso sessuale in àmbito ecclesiastico), consta un solo episodio, pervenuto “de relato” al vescovo nella giornata di mercoledì 11 marzo e contestualmente trasmessa al ministero pubblico; il racconto della vittima, in sostanza, è stato acquisito da terza persona che, convintasi della validità della testimonianza, non ha esitato nel comunicare gli estremi di quanto riferito.

    La notizia ha trovato conferma, a metà pomeriggio, in una nota-stampa di fonte ministero pubblico; quello degli atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere risulta tuttavia essere solo uno – il principale, certo – fra gli addebiti contestati. Il 50enne è assistito dall’avvocato Luigi Mattei; indagini sotto coordinamento della procuratrice pubblica Chiara Borelli. Altri accertamenti sono in corso. In immagine, monsignor Valerio Lazzeri.

  • Agno, tamponamento a quattro: tre persone in ospedale

    Agno, tamponamento a quattro: tre persone in ospedale

    Tre persone hanno riportato lesioni e traumi in séguito al tamponamento fra quattro veicoli – due dei quali con targhe italiane – occorso alle ore 13.41 in territorio comunale di Agno, frazione Serocca, direzione Ponte Tresa, a distanza di 20 metri dalla stazione di servizio “Ecsa”. All’origine dell’incidente, per quanto consta, l’arresto improvviso della prima auto in corrispondenza del passaggio pedonale. Soccorsi a cura degli operatori della “Croce verde” di Lugano; seri i disagi per la circolazione.

  • Inscenano un incidente per puntare al rimborso: quattro in manette

    Una pensata cretina fatta da soggetti più stupidi che delinquenti, cosa che non esime dalle conseguenze penali e, tanto per incominciare, dal trovarsi ora ospiti del sistema penitenziario ticinese tre dei quattro fra gli ideatori-autori di un progetto truffaldino dalle gambe corte; tre dei quattro, è da sottolinearsi, solo perché di uno è stata nel frattempo disposta la scarcerazione, pur rimanendo sul tappeto gli addebiti. Di stamane l’informativa dai portavoce di ministero pubblico e Polcantonale circa l’arresto di coloro che, in base ad una denuncia inoltrata dai responsabili di una compagnia di assicurazioni e soprattutto ad accertamenti svolti in fase di inchiesta, si sarebbero messi d’accordo per inscenare un incidente stradale effettivamente registrato nel luglio 2019, area Luganese, di più non si sa ma qualcosa è possibile desumere e contestualizzare da ricostruzioni su archivio cronistico. A vario titolo e con vari gradi di responsabilità la partecipazione ai fatti da parte di un 23enne cittadino svizzero con domicilio nel Luganese, di un 27enne cittadino italiano con domicilio nel Luganese, di un 26enne e di un 28enne entrambi cittadini italiani residenti in Italia. Ipotesi di reato, ovvero addebiti: tentata truffa e danneggiamento aggravato; a carico del 26enne anche truffa e falsità in documenti, con riferimento alla procedura seguita per ottenere un “leasing”. Fascicolo nelle mani del procuratore pubblico Claudio Luraschi.

  • Cocaina in auto, 24enne albanese arrestato in frontiera

    Cocaina in auto, 24enne albanese arrestato in frontiera

    A bordo dell’auto stava “trasferendo” cocaina per il peso di varie centinaia di grammi; sulla nuova frontiera a Campione d’Italia il fermo e l’arresto. In manette ieri – questo pomeriggio l’informativa congiunta da ministero pubblico, Polcantonale, Guardie di confine e Polcom Chiasso – un 24enne albanese residente in Albania e nell’occasione impegnato quale “cavallo” per il trasporto di droga puntualmente occultata e puntualmente individuata sul veicolo con targhe ticinesi, all’entrata su suolo elvetico, come da esito della perquisizione. Ipotesi di reato: infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti. Inchiesta nelle mani del procuratore pubblico Zaccaria Akbas.

  • 81’000 euro all’aroma di… cocaina: tedesco fermato sul confine

    81’000 euro all’aroma di… cocaina: tedesco fermato sul confine

    Molte le cose che un cittadino germanico, fermato venerdì 29 dicembre (di oggi la notizia per tramite di fonti Rsi) sulla frontiera a Chiasso-Brogeda ossia mentre era in uscita dal territorio svizzero, dovrà spiegare circa denaro ed… altro che si trovava nelle sue disponibilità. Si fosse trattato infatti degli 81’000 euro in banconote celate all’interno dell’abitacolo (un bracciolo del sedile il ricettacolo; botta di originalità), mah, la questione sarebbe semmai stata d’interesse per gli effettivi della Guardia italiana di finanza, in ragione del marcato superamento delle restrittive norme valutarie tricolori; gli è che già ad un primo e sommario riscontro sarebbe emersa la presenza di sostanze stupefacenti, come dire che parte dei soldi era impregnata di cocaina. Da qui il fermo, la detenzione (durata 24 ore) e gli addebiti per riciclaggio di denaro ed infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, potendosi di massima ipotizzare una duplice funzione di quel capitale. Circa la destinazione, l’uomo avrebbe dichiarato di non avere nulla a che fare con traffici di droga e che la cifra gli sarebbe servita per un acquisto di beni materiali in Croazia.

  • Lugano, rogo a Viganello: in manette la presunta responsabile

    Voci raccontano che fosse persona vicina a Mauro Cantoreggi, il 35enne che martedì 17 dicembre fu aggredito ed ucciso in quegli stessi ambienti; realtà dice che, in sede di indagini, la cosa avrebbe un’importanza solo con riferimento alle motivazioni del gesto. Di lei, 28 anni, cittadina svizzera con domicilio nel Luganese, sospettano infatti gli inquirenti quale responsabile del rogo divampato poco prima delle ore 6.30 di ieri nell’edificio della “Pensione La Santa” di via Merlina a Lugano, quartiere Viganello; già ieri pomeriggio un interrogatorio, nel volgere di poche ore il fermo, ché la giovane sarebbe caduta in qualche contraddizione e non avrebbe saputo fornire un alibi o una versione “alternativa” (e convincente) circa la sua prossimità al luogo dell’incendio. In séguito al propagarsi delle fiamme, come si ricorderà, ebbe luogo lo sgombero forzato dell’immobile da parte delle sette persone in esso ospiti, senza conseguenze fisiche per alcuno. L’inchiesta è coordinata dal procuratore pubblico Pablo Fäh; al momento vale l’addebito per incendio intenzionale.

  • Canobbio, eroina in uno zainetto: 22enne albanese in manette

    Canobbio, eroina in uno zainetto: 22enne albanese in manette

    Infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti l’addebito mosso ad un 22enne albanese tratto in arresto nella giornata di ieri in territorio comunale di Canobbio su intervento di effettivi della Polcantonale e dei colleghi della Polcom Lugano e della Polintercom Vedeggio. Il giovane, che risulta residente in Albania, è sospettato per lo spaccio di consistenti quantità di sostanze stupefacenti a consumatori locali; al momento del fermo, nello zainetto del 22enne è stata trovata eroina per circa 170 grammi. “Dossier” di inchiesta nelle mani del procuratore pubblico Zaccaria Akbas.

  • Furti con scasso, terzetto sudamericano finisce in manette

    Furti con scasso, terzetto sudamericano finisce in manette

    Ripetuto furto aggravato, ripetuto danneggiamento, ripetuta violazione di domicilio, infrazione alla Legge federale sugli stranieri e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti fra gli addebiti mossi ad un terzetto di sudamericani, tutti con residenza in Italia, tratti in arresto venerdì 29 novembre sull’esito di mirata attività investigativa condotta da effettivi della Polcantonale e con l’apporto dei colleghi della Polcom Lugano oltre che di uomini del Corpo Guardie di confine. Al centro dell’attenzione una serie di furti con effrazione che erano stati registrati nelle ultime settimane; riscontro tangibile di tale opera criminale, come rilevasi da una nota-stampa diffusa nelle scorse ore, la presenza di denaro, gioielli ed altra refurtiva a bordo della vettura con cui i tre soggetti facevano spola fra oltreconfine e territorio ticinese. I malviventi hanno 40, 26 e 24 anni; il primo risulta essere cittadino dell’Ecuador, gli altri due si sono dichiarati di origine cilena. Inchiesta nelle mani della procuratrice pubblica Pamela Pedretti.

  • Traffico di cocaina, bosniaca e serbo in manette a Lugano

    Traffico di cocaina, bosniaca e serbo in manette a Lugano

    Ancora droga sull’asse dalla Spagna alla Svizzera, ed ancora un intervento funzionale a stroncare i flussi di sostanze stupefacenti. Un 42enne serbo con residenza in Spagna ed una 37enne bosniaca con domicilio nel Luganese sono stati tratti in arresto domenica scorsa – di stamane l’informativa di concerto tra ministero pubblico e vertici della Polcantonale – in quanto sospettati di aver preso parte ad un rilevante traffico di cocaina, violando in tal modo la Legge federale sugli stupefacenti (addebiti: infrazione aggravata, in subordine infrazione semplice, e contravvenzione). Agenti della Polcantonale, nel corso della perquisizione dell’appartamento in cui vive la 37enne bosniaca, hanno trovato cocaina per 160 grammi circa. Inchiesta nelle mani del procuratore pubblico Pablo Fäh.

  • Sigarette rubate e rivendute, condannata la commessa infedele

    Sigarette rubate e rivendute, condannata la commessa infedele

    Ai tempi, e si parla di quattr’anni or sono, la vicenda fece scalpore: non tanto per il furto in sé, quanto per il metodo con cui esso venne perpetrato, in pratica senza soluzione di continuità fra il 2014 ed il 2015, una stecca di sigarette dopo l’altra; e fece sparire un controvalore di mezzo milione di franchi – fatti ammessi, tra l’altro – la donna che, da già dipendente di una stazione di servizio a Manno, è stata oggi condannata ad una pena irrilevante, vale a dire la detenzione per 24 mesi ma con la sospensione condizionale per due anni. Confermato in aula il sistema adottato dalla donna, ora 42enne, e dai complici: materiale “sfilato”, materiale rivenduto. In precedenti contesti giudiziari, anche gli altri soggetti coinvolti sono stati condannati a pene dalla rilevanza minore.

  • Cocaina come se grandinasse, serbo in manette a Lugano

    Manette ai polsi di un 30enne serbo, lunedì 7 ottobre (di stamane l’informativa di fonte ministero pubblico, Polcantonale, Polcom Lugano e Polintercom Vedeggio), per il ruolo avuto quale fornitore in un grosso “giro” di cocaina: oltre 1’500 grammi quelli che, stando agli inquirenti, il balcanico sarebbe riuscito a far giungere sulle piazze sopracenerine nel periodo compreso tra estate 2018 ed agosto 2019, quando ebbe inizio lo smantellamento sistematico del traffico in forza delle indagini in corso. A Lugano quartiere Viganello il fermo del 30enne, che risulta domiciliato nel Luganese; destinataria della droga era la clientela locale; infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti l’addebito contestato. “Dossier” nelle mani del procuratore pubblico Roberto Ruggeri.

  • Droga da oltreconfine alla Capriasca, due arresti a Chiasso

    Droga da oltreconfine alla Capriasca, due arresti a Chiasso

    Ruoli e livelli di responsabilità da stabilirsi, per quanto un’ideuccia gli inquirenti si siano già formati; durata del progetto criminoso, per contro, già nota e situabile fra il novembre 2018 e l’inizio di ottobre 2019, con flussi sistematici e non irrilevanti. Cocaina per “varie centinaia di grammi”, espressione soggetta ad interpretazioni e per solito utilizzata in difetto di entità, al centro dei traffici di cui si sono resi responsabili un 20enne albanese residente in Albania ed un 62enne svizzero con domicilio nel Mendrisiotto; entrambi i soggetti, come indica stamane una nota congiunta di Polcantonale, ministero pubblico e quattro fra Polcom e Polintercom (Torre di Redde, Vedeggio, Chiasso e Mendrisio), sono stati tratti in arresto cinque giorni addietro in operazione condotta a Chiasso. Destinatari della merce erano consumatori locali; vale, al momento, l’addebito di infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti, come da “dossier” della procuratrica pubblica Margherita Lanzillo. Sotto sequestro denaro e cocaina per alcune decine di grammi.

  • È morto Enrico “Chico” Frigerio: fu finanziere, sportivo, uomo di mondo

    È morto Enrico “Chico” Frigerio: fu finanziere, sportivo, uomo di mondo

    Una vita che è stata avventura, con il carico di onori e di sofferenze, con il tempo della gloria e con quello delle difficoltà. Enrico “Chico” Frigerio, ticinese a tutto tondo con esperienze nel mondo della finanza ed in quello dello sport soprattutto, è deceduto ieri all’età di 76 anni. Celebri i tre titoli nazionali – più due successi in Coppa Svizzera, sempre a metà degli Anni ’70 – conseguiti nel basket, da presidente della Federale Lugano, quando i nomi del territorio erano Alessandro Cedraschi (odierno granconsigliere e presidente dei Lugano Tigers) e Sergio Dell’Acqua e Manuel Raga; grandi le fortune accumulate “ed anche quelle spese”, diceva Enrico Frigerio senza mezzi termini, perché si trattò di quel tipo di presidente che “andava in tasca” di fronte ad esigenze ed opportunità. Amico di tanti (tra questi, l’attore Renato Pozzetto ed il pilota Gianclaudio “Clay” Regazzoni) ma non di tutti, e questa fu una sua buona regola. Clamorosa fu però l’irruzione in cronaca, nel settembre 2007, con un arresto avvenuto a New York su mandato di cattura risalente a 23 anni prima – l’atto, per quel che si capì, non era mai pervenuto al destinatario – con accuse pesantissime legate ad estorsioni e traffico di droga; addebiti che finirono in nulla, non essendo le autorità statunitensi in grado di provare alcunché, ma che costarono ad Enrico Frigerio una detenzione per quasi tre mesi (e trionfale fu il rientro in Ticino, con autentici comitati di accoglienza costituitisi per i festeggiamenti). Negli ultimi anni, tanta passione riversata sulla cucina e, quindi, sul mondo della ristorazione.

  • Luinese, “irregolari” in zona di confine: un arresto, una denuncia

    Luinese, “irregolari” in zona di confine: un arresto, una denuncia

    Su quel che stavano facendo o avessero in mente di fare a ridosso della ramina, mistero; si soprassieda, perché quanto sta nell’accertato basta ed avanza. Due cittadini del Marocco sono stati fermati nella serata di martedì 17 settembre – solo nelle scorse ore la comunicazione da fonti della Questura di Varese – da agenti di una pattuglia della Polizia di Stato, settore Polizia di frontiera di Luino (Varese), per l’appunto in fascia di confine e mentre stavano viaggiando a bordo di un’auto sulla quale si trovava anche un cittadino italiano; entrambi i nordafricani sono risultati irregolari sul territorio tricolore e, dopo gli opportuni accertamenti, per uno di loro è scattata la denuncia per inottemperanza a precedente decreto di espulsione, mentre l’altro è stato messo in manette in quanto già espulso nel maggio 2018 e rientrato illegalmente in Italia. Davanti al giudice del Tribunale di Varese la convalida dell’arresto ed il provvedimento cautelare dell’obbligo di firma in vista di una nuova espulsione.

  • Novazzano, furtaioli seriali in trasferta predatoria dall’Italia: presi

    A bordo dell’auto su cui i soggetti stavano viaggiando, oggetti a prima vista dall’origine dubbia (si fa per dire) ed a secondo riscontro rivelatisi effettivo provento di reati; fuori dall’abitacolo, manette tintinnanti ed affidamento al braccio secolare, pardon, alle sane Strutture carcerarie cantonali. Tre giovani delinquenti, due donne (21 e 24 anni) ed un uomo (22 anni), tutti indicati come “cittadini italiani residenti in Italia”, luogo di domicilio non precisato da fonte ufficiale ma agevolmente desumibile, sono stati tratti in arresto intorno alle ore 19.38 dell’altr’ieri, martedì 27 agosto, dopo fermo imposto dai componenti una pattuglia delle Guardie di confine in territorio comunale di Novazzano ovvero a ridosso della linea di confine; occhio lungo e perquisizione a bersaglio, solita collaborazione con la Polcantonale, ordinari riscontri ed anche l’evidenza del fatto che al terzetto sono ascrivibili varie ed analoghe altre imprese condotte sul territorio svizzero. Contestazioni principali: furto (in surbordine, ricettazione), danneggiamento, violazione di domicilio. “Dossier” nelle mani della procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis.

  • Truffe, riciclaggio e droga: due nigeriani in manette

    Truffe, riciclaggio e droga: due nigeriani in manette

    Cosa certa: non si occupavano di un singolo affaruccio criminale, di un solo ramo di attività sconfinanti nel reato duro e puro, di una sola area di interesse delinquenziale. Sono infatti professionisti, a loro modo, i due nigeriani cui vengono contestati addebiti rilevanti, dalla truffa al riciclaggio di denaro allo spaccio di droga, dopo arresti avvenuti in due tappe distinte nel corso della giornata di sabato 17 agosto (di stamane l’informativa da ministero pubblico e vertici della Polcantonale), nel Mendrisiotto e nel Luganese i fulcri dell’operazione. Intervento non casuale ovvero non originato da controlli di “routine”, dal momento che sul primo uomo pendeva un mandato di arresto della magistratura ticinese per vari reati.

    I fatti. Primo intervento, a ridosso del valico autostradale di Chiasso-Brogeda: in manette un sedicente 40enne, per l’appunto di nazionalità nigeriana, con residenza nel Luganese. Truffa e riciclaggio di denaro le contestazioni già mosse al soggetto, e qui si ricade nella necessità di spiegazioni con particolare riferimento alle cosiddette “truffe alla nigeriana” in cui vittime – “maghas”, con un termine mutuato dalla lingua yoruba – sono coloro di cui è stata in vario modo sollecitata la collaborazione al fine di portare a termine operazioni finanziarie inesistenti ma costose. Costose e dannose, nel senso che all’intermediario, per solito “agganciato” via InterNet con giri vorticosi di “e-mail”, viene chiesto di mettere a disposizione un conto corrente postale o bancario per il trasferimento di milionate di dollari solitamente provenienti – pensate un po’ quale fantasia; ma si tratta della riedizione di un giochetto che in altri contesti andava di moda sin dai primi dell’800… – da principi nigeriani, magari anche postisi a capo di una setta religiosa che sparisce da qui e ricompare là, o da famiglie cadute in disgrazia e nella necessità di trovare nuovi lidi per i propri averi; numerose le varianti al trucco, dal momento che in alcuni casi al “maghas” viene imposto l’anticipo di denaro per risolvere un intoppo burocratico e di mandarlo ad uno specifico indirizzo, in altre circostanze è il “mulo” (“money mule” l’espressione di riferimento) a doversi occupare dello spostamento di denaro entrante (ad attestarne l’arrivo viene prodotta ed inviata opportuna corrispondenza, ovviamente fittizia) con prelievi in contanti e spedizione a terzo soggetto, questione di minuti e del denaro partito non resterà traccia così come sparirà l’interlocutore per i soldi che sarebbero dovuti giungere. Logico il pensare dunque che anche il sedicente 40enne nigeriano tratto in arresto nella zona di Chiasso appartenga ad un’organizzazione ramificata, a Lagos la testa, in varie città europee la “gestione” di affari criminali compreso l’incasso di denaro dalla provenienza illecita o provento di truffa.

    Da un arresto all’altro, sulla scia della vita del primo soggetto: il quale, da domiciliato nel Luganese, da casa gestiva o faceva gestire anche qualche affaruccio non pertinente di principio alla categoria dei complementari. Successivi accertamenti hanno infatti condotto alla visita dell’abitazione dell’uomo, luogo in cui è stato trovato un altro sedicente 40enne nigeriano: addosso a quest’ultimo, al momento della perquisizione personale, è stata trovata cocaina in forma di “bolas” a decine di pezzi già pronti per lo spaccio. Non un semplice “cavallo”, non un semplice operatore di retrovia per il taglio e per il confezionamento delle dosi: il secondo delinquente avrebbe operato – così nelle evidenze di indagine – per almeno due anni come distributore di droga a consumatori del territorio, capitalizzando migliaia di franchi e, come ora formalizzato dalla procuratrice pubblica Francesca Piffaretti-Lanz, anche addebiti quali infrazione aggravata (in subordine, infrazione semplice) alla Legge federale sugli stupefacenti e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.

  • Spaccio di cocaina, 46enne kosovaro in manette a Gravesano

    Spaccio di cocaina, 46enne kosovaro in manette a Gravesano

    Infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti è l’addebito mosso ad un 46enne kosovaro tratto in arresto ieri, venerdì 28 giugno, nel quadro di un’inchiesta antidroga. Le manette ai polsi dell’uomo, che risulta domiciliato nel Luganese, sono scattate a Gravesano. Il soggetto è sospettato dello spaccio di rilevanti quantità di cocaina nel corso di vari anni. Inchiesta nelle mani della procuratrice pubblica Pamela Pedretti.

  • Sant’Antonino, doppio assalto ad un “Bancomat”: sloveno in manette

    Tentato furto, danneggiamento e violazione di domicilio gli addebiti mossi ad un 35enne tratto in arresto l’altr’ieri, lunedì 17 giugno, in quanto responsabile o corresponsabile di due colpi non andati a segno al “Bancomat” del centro commerciale di Sant’Antonino. L’uomo, cittadino sloveno residente nel Canton Berna, era ricercato sulla base di prime e sommarie descrizioni circa gli episodi avvenuti nei giorni precedenti ed è stato individuato da effettivi di pattuglia della Polcantonale mentre camminava lungo via Industria, forse con destinazione lo stesso centro commerciale; all’avvistamento da parte degli agenti, il 35enne si era dato alla fuga cercando di far perdere le tracce nei boschi, con scelta francamente poco felice e destinata allo schianto contro un paio di manette. In corso di accertamento sia i fatti sia le identità degli altri soggetti coinvolti nei tentativi di furto. Inchiesta nelle mani del procuratore pubblico Pablo Fäh.

  • Altro traffico di cocaina, altri due albanesi in manette

    Altro traffico di cocaina, altri due albanesi in manette

    (ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 11.13) Viaggia nell’una e nell’altra direzione, in prossimità del confine, la cocaina; e viaggia a carichi dall’entità rilevante, tra analogie e differenze, con vettori di grossa cilindrata e nelle mani di soggetti disposti a fungere da corrieri all’interno di organizzazioni strutturate a ciclo completo. Due cittadini albanesi, 42 e 27 anni, entrambi residenti nel Paese di origine, sono stati fermati e tratti in arresto martedì 21 maggio – di stamane l’informativa congiunta da ministero pubblico, Guardie di confine e Polcantonale – sull’individuazione di denaro e droga a bordo della vettura con cui essi stavano tentando di superare il valico autostradale di Chiasso-Brogeda in entrata su suolo elvetico: relativamente sostenibile, ancorché non dichiarata in modo opportuno, la disponibilità di 10’000 euro in contanti, non così la cocaina – per un peso di oltre due chilogrammi – che è stata scoperta nel corso della perquisizione del veicolo con targhe germaniche. Vettura sotto sequestro, soggetti in manette, ordinarie ipotesi di reato che vanno dal riciclaggio di denaro all’infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti; inchiesta nelle mani del procuratore pubblico Roberto Ruggeri.

  • Gambarogno: danni ad auto e minacce, coppia in manette

    Gambarogno: danni ad auto e minacce, coppia in manette

    Quadro generale tutto da definirsi – sullo sfondo, questioni di gelosia – quello a monte dell’arresto di un 35enne svizzero e di una 35enne italiana, entrambi residenti nel Bellinzonese, da quattro giorni posti in condizione di non più nuocere (stato di detenzione già convalidato dal giudice dei provvedimenti coercitivi) per una quantità di reati tra cui spicca il danneggiamento di almeno sei veicoli in territorio comunale di Gambarogno. Identificazione, fermo ed arresto, come indicano fonti del ministero pubblico, sono stati “resi possibili dagli accertamenti scaturiti” in sede di inchiesta. Ma non solo: a carico della coppia figurano contestazioni quali coazione, minaccia, ingiuria, calunnia e diffamazione. “Dossier” nelle mani di Nicola Respini, sostituto procuratore generale.

  • Eroina in casa e pronta per lo spaccio: arrestato 50enne in Riviera

    Eroina in casa e pronta per lo spaccio: arrestato 50enne in Riviera

    Un 50enne svizzero ed abitante in Riviera è stato tratto in arresto ieri, mercoledì 15 maggio (di oggi l’informativa di fonte ministero pubblico ed “in uno” con i vertici di Polcantonale e Polcom Bellinzona), dopo che nel corso di una perquisizione domiciliare è stata trovata eroina per alcune decine di grammi. A carico dell’uomo figurano sospetti circa la gestione di un significativo “giro” di spaccio a consumatori locali. Ipotesi di reato nel “dossier” della procuratrice pubblica Chiara Borelli: infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.

  • Orselina: rapina e ferisce un’anziana, delinquente in manette

    Orselina: rapina e ferisce un’anziana, delinquente in manette

    Prenditela con quelli che hanno la tua età, se hai il coraggio, delinquente. Prenditela con uno che come te sia sui 46 anni, ed affrontalo, sì, anche sulla pubblica via come hai fatto ieri ad Orselina, ma faccia a faccia e non piombandogli addosso all’improvviso. Provaci con uno così, e magari non ti andrà bene come hai creduto per qualche ora, prima di finire in manette su intervento di agenti della Polcantonale e di varie Polcom e Polintercom (Minusio, Locarno e Piano) a supporto. Perché non solo sei un rapinatore da strada, un grassatore, un banditello di passo; sei, soprattutto, un subumano degno del marchio d’infamia per l’aver messo le mani su una 77enne, aggredendola e gettandola a terra e causandole lesioni per le quali si è reso necessario il ricovero in ospedale, e dandotela a gambe con il bottino dei malviventi che domani dovranno ricominciare daccapo. Vero: non capiterà a te, finito in manette; ma il senso è quello.

    Nel caso non si fosse capito, ed invece si è capito benissimo, un uomo è finito in manette nel corso della giornata di ieri e ci si augura che costui abbia un santo grosso in Paradiso, non volendosi che le lesioni semplici e le tentate lesioni gravi (reati amendue contestati nel “dossier” aperto sul tavolo della procuratrice pubblica Margherita Lanzillo) diventino qualcosa d’altro. Da voci del ministero pubblico e della Polcantonale si apprende infatti che “provvidenziale” è stato l’intervento di un passante accortosi della presenza dell’anziana a terra e che pertanto ha prestato prime cure alla vittima dell’aggressione, avertendo nel frattempo gli operatori del “Salva” di Locarno e le forze dell’ordine. La 77enne, che risulta domiciliata nella zona, è stata stabilizzata e trasferita in ospedale. Nel volgere di breve tempo l’identificazione ed il fermo del 46enne, nazionalità non resa nota, domicilio in Riviera, unica qualifica certa la vigliaccheria.

  • Locarno: eroina in auto, altra droga in casa, arrestati due uomini

    Locarno: eroina in auto, altra droga in casa, arrestati due uomini

    Quali siano state le modalità del fermo, cioè se su azione mirata o per normale controllo, non è dato di sapere; curioso è tuttavia il fatto che, pur essendo entrambi i soggetti ben consci di viaggiare con carico “pericoloso” a bordo, il conducente si trovava in palese stato di inattitudine alla guida ed il passeggero non si era accorto della cosa o non l’aveva fatta notare. Ma non è cosuccia da patente in salto triplo carpiato con avvitamento quella di cui un 47enne ed un 48enne, entrambi indicati da fonte ufficiale come cittadini svizzeri, sono chiamati a rispondere sull’esito del fermo e dell’arresto avvenuti domenica 28 aprile – di stamane l’informativa – in territorio comunale di Locarno e per mano di effettivi della Polcantonale: occultata bene ma non benissimo, nella vettura con targhe ticinesi e risultata appartenere al 48enne, c’era infatti eroina per varie centinaia di grammi; in successive perquisizioni domiciliari, altra droga è comparsa sia nell’appartamento del 48enne sia in quello del 47enne, rispettivamente nel Bellinzonese e nel Locarnese. Principali ipotesi di reato formulate (“dossier” di inchiesta nelle mani della procuratrice pubblica Marisa Alfier): infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.

  • Mendrisio: donna in ospedale, marito in carcere per tentato omicidio

    Mendrisio: donna in ospedale, marito in carcere per tentato omicidio

    La discussione vi fu, e dalla discussione si giunse all’alterco, e dall’alterco si passò all’aggressione: aggressione che portò una donna in ospedale. Ed oggi, dopo tre settimane circa da quei fatti, fonti del ministero pubblico e della Polcantonale riferiscono che già da giovedì 11 aprile si trova in carcere un uomo – per la cronaca, il marito della donna menzionata – sul quale gravano addebiti gravissimi, dal tentato omicidio alle vie di fatto, dalle lesioni gravi alle lesioni semplici, dalla coazione all’esposizione della vita altrui a pericolo. Il presunto responsabile degli atti violenti è un 33enne, cittadino italiano, domicilio a Mendrisio quartiere Arzo; serie le lesioni riportate dalla donna, di cui non sono note età e nazionalità; nessuna informazione è stata fornita circa le cause della lite. L’arresto era stato effettuato da agenti della Polcantonale sulla base – così nella nota-stampa – di un’informativa ricevuta e con il supporto di agenti della Polcom Mendrisio. Stato di detenzione convalidato, nel frattempo, dal giudice dei provvedimenti coercitivi; “dossier” di inchiesta nelle mani della procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis.

  • Lugano, furto in pizzeria: sparisce la cassaforte, un arresto

    (ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 22.01) Un uomo, cittadino italiano residente nel Luganese, è stato tratto in arresto nelle prime ore di lunedì – così fonti Rsi anche via “Teletext” – per il furto perpetrato ai danni di una pizzeria di Lugano la cui cassaforte, stando alla denuncia, è stata sfilata ed asportata in luogo al momento ignoto. Il soggetto, sempre stando a quanto riferito ed in attesa di conferme da fonti ufficiali, avrebbe funto solo da autista per l’autore materiale del furto e sarebbe stato individuato grazie a videocamere esterne agli ambienti del locale. L’entita del bottino è stimata in varie decine di migliaia di franchi, cui sono da aggiungersi i costi dei danni materiali prodotti con l’effrazione e con lo “strappo” della cassaforte.

  • Rapina di Caslano, in manette un 45enne nel Locarnese

    Nove giorni soltanto (l’arresto, reso noto oggi, risale infatti a martedì 12 febbraio) sono bastati alle forze dell’ordine per chiudere il cerchio attorno al presunto autore della rapina perpetrata domenica 3 febbraio ad una stazione di servizio di via Cantonale a Caslano. In manette è finito un 45enne, cittadino italiano con domicilio nel Locarnese: al soggetto, come riferito in una stringata nota-stampa diffusa dal ministero pubblico, gli inquirenti sono giunti sugli sviluppi dell’inchiesta svolta da effettivi della Polcantonale. “Dossier” nelle mani della procuratrice pubblica Pamela Pedretti. Ignote le ipotesi di lavoro seguenti, in ispecie sulla ricerca di un eventuale complice dell’uomo. Nessuna notizia, al momento, circa il recupero del bottino.