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Bolla di sapone, don Azzolino Chiappini scagionato da ogni accusa

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Né sequestro di persona, né coazione, né lesioni semplici. Una bolla di sapone che scoppia, e che si traduce in decreto di abbandono “non essendosi corroborati gli indizi dei reati ipotizzati”, nel caso – a questo punto insussistente – che nel novembre dello scorso anno portò all’arresto di don Azzolino Chiappini, posto nella circostanza sotto accusa circa la posizione di una 48enne finlandese che dimorava da parecchio tempo – un paio di lustri almeno, secondo ricostruzioni giornalistiche – nell’abitazione luganese del sacerdote. Come indica una nota-stampa del ministero pubblico, la vicenda si chiude con firma della procuratrice pubblica Pamela Pedretti e spontanea rinuncia di don Azzolino Chiappini “a postulare un indennizzo allo Stato” con riferimento al procedimento penale. Per parte sua, il presbitero ha fatto sapere di volersi ritirare da qualsivoglia incarico ricoperto in seno alla Diocesi di Lugano, compreso pertanto l’insegnamento alla facoltà di teologia.

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