Home CRONACA Filo di nota / Un “menù” da porcheria. Eppure insistono…

Filo di nota / Un “menù” da porcheria. Eppure insistono…

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Nel solito ristorante che a Locarno trovasi in distanza risibile da un luogo di spettacolo in cui dei diritti vien fatta una bandiera, nel solito ristorante, si diceva, in vista di una data importante qual è l’8 marzo il solito titolare ha approvato per l’ennesima volta un “menù” che a parer suo incuriosisce, attrae, affascina e fa colpo (deduzione logica: se a colui il “menù” non piacesse, egli si guarderebbe bene dal proporlo). Circa la qualità della cucina non sappiamo, né vuolsi entrare in merito; ma i concetti, il linguaggio e l’ostentazione della volgarità sono prova di cafonaggine, beceritudine, ignoranza e stupidità, checché taluno provi a pretendere – e figurarsi se non càpita anche sulla stampa. Ah, ma forse ciò avviene per causa efficiente – che insomma, è un giorno di festa e si può e si deve ridere ed altri ammennicoli. Risposta senza troppi giri di parole: potremmo tirare in ballo il “MeToo”, i diritti conquistati, le rivendicazioni in essere, la fatica dell’emancipazione, e su ciascun tema avremmo argomenti tali da seppellire chicchessia; ci basta il dire che certe cose sono porcherie da giornaletto porno acquistato alla prima edicola d’oltrefrontiera, e che altra cosa è la liceità. Di che vergognarsi, tutto qui. Post scriptum: chissà se e come verrà raccontata, questa vicenduola, sott’altra parrocchia giornalistica.