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Restrizioni covidiane: come si va, come si viene, come si torna

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Capitolo a margine – ma fondamentale, per di più sull’entrata nella stagione estiva – nell’allentamento delle prescrizioni covidiane forma la nuova definizione di obblighi e diritti in entrata ed in uscita dal territorio elvetico (vedansi al proposito gli altri articoli). Rilevante, “in primis”, la garanzia di estensione a 12 mesi della durata di protezione dei vaccini cosiddetti “a mRna” (tipo “Moderna” e “Pfizer-BionTech”, come da somministrazioni nei centri vaccinali in Ticino) e con omologazione in Svizzera; ciò significa, ad esempio, che chi sia giunto a fine ciclo di vaccinazione è esentato per 12 mesi dall’obbligo di quarantena. Ancora, in conformità alle prescrizioni in àmbito di Unione europea per quanto attiene al cosiddetto “certificato Covid-19”, le persone guarite rimangono esentate per sei mesi dall’obbligo di quarantena. Estesa inoltre da 24 a 48 ore la validità dei “test” rapidi dell’antigene; i tamponi “fai-da-te” sono da ora disponibili anche nei normali negozi; resta riservaeta alle farmacie la consegna di cinque “test” autodiagnostici per persona ogni mese, con limitazione alle persone non vaccinate o non guarite (tra l’altro: inserito nel testo dell’ordinanza anche il rimborso dei “test” che vengano effettuati prima dell’accesso ad una manifestazione o ad un campo-vacanze).

Più facile l’ingresso in Svizzera – Revocato l’obbligo di quarantena per quanti arrivino dalla cosiddetta “area Schengen”. Al “test” sono tenute a sottoporsi le sole persone non vaccinate o non guarite e che giungano su suolo elvetico per via aerea. I dati di contatto vengono registrati solo per quanti viaggino in aereo. Ridotte le restrizioni ancora vigenti per i cittadini di Stati terzi che, all’entrata, possano provare di essersi vaccinati (l’elenco, come prima, viene costantemente aggiornato ed è pubblicato sul sito InterNet della segreteria di Stato della migrazione; in particolare, possono di nuovo entrare in Svizzera i cittadini di nazioni quali Stati Uniti, Albania e Serbia).

La variabile delle varianti – Ridotto, tanto da contemplare solo gli Stati e le regioni in cui circolano varianti del “Coronavirus” considerate “preoccupanti” per la Svizzera, anche l’elenco dei Paesi in lista rossa. Prassi: le persone vaccinate o guarite in provenienza da una di queste aree non sottostanno all’obbligo di “test” e di quarantena, almeno sino a che è sicuro che il vaccino offra una buona protezione; chi non sia né vaccinato né guarito è invece tenuto a presentare un “test Pcr” o un “test” rapido dell’antigene, ed ovviamente con esito negativo, ed a porsi in quarantena dopo l’arrivo in Svizzera. Caso specifico ed emblematico è quello della “variante delta”: chi arrivi da India o Regno Unito o altra nazione in cui tale variante è ben presente o addirittura predominante non è tenuto né a presentare un “test” con esito negativo né a mettersi in quarantena, dal momento che – così l’autorità sanitaria federale – “contro questa variante i vaccini impiegati in Svizzera offrono una protezione lievemente ridotta, ma ancora molto buona”.

Attenzione al certificato – Da mercoledì scorso sono state recepite due ordinanze dell’Unione europea con pertinenza al cosiddetto “certificato Covid-19” in forma digitale. Nel frattempo, avviata la procedura per il riconoscimento del “certificato Covid-19” svizzero da parte dell’Unione europea (per inciso, non si comprende il motivo della mancanza di contestualità ovvero di concomitanza tra i due atti di riconoscimento). Con decorrenza da giovedì 1.o luglio, e per una fase transitoria stimata in sei settimane, nell’area Unione europea-Aels saranno “verosimilmente ammessi anche altri certificati”, laddove l’avverbio “verosimilmente” lascia tuttavia spazio a qualche incertezza. E così Berna chiude la questione: “Prima di partire per un viaggio, importante l’informarsi sulle regole d’entrata”.