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Addio alla campionessa Graziella Dal Bello, “madrina” (a sua insaputa) di una bici

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Fu storica, sui pedali, per i successi conseguiti. Da viva, entrò ben presto nella leggenda perché il suo nome di battesimo divenne marchio e, di più, identità di un prodotto dalla larghissima diffusione e caratterizzante un’epoca: la più comune bicicletta da passeggio con ruote del “20”, la “Graziella” progettata nel 1964 da Rinaldo Donzelli e costruita da Teodoro Carnielli. A Varese, dove viveva dal 1944, è deceduta nelle scorse ore Graziella Dal Bello, una fra le più celebri agoniste nel ciclismo femminile italiano nel Secondo dopoguerra, componente la prima Nazionale azzurra – un gruppo di sei atlete – ai Mondiali disputatisi nel 1966 al Nürburgring ed a Francoforte in Germania; a quel tempo, da tesserata per l’“Unione ciclista comense” e già campionessa lombarda nella specialità dell’inseguimento e già alla piazza d’onore in una prova dei Campionati italiani, la ragazza giunta al ciclismo per una sfida con il fratello Duillio – e che si allenava correndo all’alba e poi andando e tornando dal lavoro, sin dall’età di 15 anni – si dimostrò polivalente al punto da essere schierata sia in pista sia su strada. Fatto notevolissimo, perché recente era stato l’approdo sulla scena: sino al 1962, in Italia, non era difatti contemplata l’attività federale (Graziella Dal Bello era nata a Fontanafredda, in provincia di Pordenone, il 31 maggio 1941); poi il repentino addio alle competizioni, causa divergenze con i piani alti della Federazione di riferimento.

Come documentato dalla collega Laura Pantaleo Lucchetti, che al personaggio ha dedicato un’ampia pubblicistica nel corso degli anni, Graziella Dal Bello si riconvertì in àmbito commerciale, sulla scia del padre Ferruccio che, dapprima custode in una villa nobiliare e poi titolare e rinnovatore del giardino zoologico ai “Giardini estensi” del Comune di Varese, aveva aperto un negozio nel centro storico del capoluogo stesso. Quasi casuale, e per rivelazione di un addetto ai lavori, la scoperta di essere diventata madrina della bicicletta “Graziella”, destinata a diventare un popolarissimo mezzo di spostamento da mobilità lenta di ragazzi e ragazze, peso non eccessivo (una quindicina di chilogrammi compresi campanello, dinamo e fanali), struttura solida, prezzo abbordabile e, soprattutto, la presenza di una cerniera tale da permettere il ripiegamento della bicicletta stessa. Per tale investitura a… sua insaputa, Graziella Dal Bello non avrebbe mai ricevuto un centesimo e neanche un’investitura “ufficiale”.

Le esequie avranno luogo mercoledì 19 aprile, alle ore 10.30, nella parrocchiale titolata ai santi Pietro e Paolo in rione Masnago a Varese.