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Comunali 2024 / Lugano resta alla Lega. Tradito dai suoi il municipale Udc

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Assalto era, e qualcuno potrà a buona ragione affermare che l’assalto è fallito: perché nella disfida interna al Centrodestra “istituzionale” (lasciamo da parte i relitti o i residui del liberalismo autosoffocatosi nell’arco dell’ultimo decennio) l’egemonia resta dei leghisti sugli udicini, nei numeri; e perché Michele Foletti, da sindaco uscente, l’ha vinta con cifre personali non borradoriane (irraggiungibili, quelle del fu Marco) ma dignitose e, soprattutto, bastevoli a tener distante d’un migliaio scarso di voti l’incombente Marco Chiesa, fresco di uscita dalla presidenza nazionale dell’Udc ed a molti apparso come un inevitabile latore del “Veni vidi vici” di Gaio Giulio Cesare. Ed invece Lugano avrà lo stesso sindaco, leghista, e nel Municipio nulla muta per quanto riguarda i rapporti di forza, dunque maggioranza relativa al citato Centrodestra che si riconferma con Lorenzo Quadri a 9’485 voti (11’311 quelli di Michele Foletti); Marco Chiesa entra a sua volta nell’Esecutivo, mettendo a referto 10’484 preferenziali, e con ciò butta fuori un compagno di partito trovatosi a fare il vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro, ma non per suo demerito a differenza di quanto avveniva al don Abbondio; pur avendo combattuto al meglio delle sue risorse, e pur con la consolazione di aver distaccato gli altri tre concorrenti, si ferma a quota 7’003 l’ora già municipale Tiziano Galeazzi cui almeno si spera andrà la riconoscenza dei suoi per l’aver fatto da frangiflutti in tempi non facilissimi.

Il resto vien da sé: con l’accoppiata Lega-Udc al 35.33 per cento, il Plr si rifugia in una “comfort zone” al 22.81 per cento grazie anche all’apporto dei “Verdi liberali” e trovando conferma per Roberto Badaracco (7’553) e Karin Valenzano Rossi (7’258); primo subentrante, su questo schieramento, è l’invero assai atteso Fabio “Uomo veloce” Schnellmann (5’275); a Sinistra, in un listone stile “Fronte popolare” ai tempi della neonata Repubblica italiana (qui tutti insieme i socialisti, i “Giovani socialisti”, il Partito comunista, il “Forum alternativo”, il “Partito operaio e popolare” e gli Indipendenti), un 16.49 per cento che garantisce il seggio (4’506 voti) a Raoul Ghisletta, essendosi chiamata fuori la “pasionaria” Cristina Zanini-Barzaghi. Municipale di coda, avendo “Il Centro” combinato pochino e persino restando sotto la quota aritmetica da ripartizione (13.43 per cento; uno su sette fa 14.28), il confermato (5’398 consensi) Filippo Lombardi, che rischi in realtà non ha corso avendo Laura Tarchini, vale a dire la sua sfidante più immediata, chiuso sui 3’607 preferenziali.

Fuori dai giochi, ma ben sostenuta nelle urne, Amalia Mirante con 5’088 voti per “Avanti con Ticino e lavoro” arrivato nel complesso ad un poderoso 9.36 per cento.