Home IN EVIDENZA A margine / Prevenzione su due ruote? Incominciate dai “baby rider”

A margine / Prevenzione su due ruote? Incominciate dai “baby rider”

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Prima, a ruote affiancate ed incuranti dei veicoli alle loro spalle. Poi, l’uno in accelerazione violenta a ridosso della linea di mezzeria e l’altro a rincorrerlo, in sfida nel mezzo del traffico dall’una e dall’altra direzione, sino a piombare quasi addosso ad un furgone. Poi ancora, su una rotatoria, in parallelo ed a velocità appena sufficiente per restare in equilibrio, causando in tal modo ostacolo al flusso veicolare e nonostante le proteste di vari automobilisti, uno dei quali costretto a frenare d’emergenza per evitare la collisione. Infine, entrambi a bloccarsi di colpo sull’ingresso di una stazione di servizio, dove un automobilista li ha raggiunti ed ha provato a spiegare loro, con il giusto tono di rimprovero e con un paio di buffetti (magari tre, magari quattro, nell’assenza totale di reazione e circa tale condizione catatonica si potrebbe aprire un lungo capitolo) su una guancia, che simili comportamenti costituiscono sommariamente un problema e che di incidenti originati dall’imbecillità degli imberbi sono piene le cronache. Per tutta risposta, da parte di uno dei due, bestemmie e sputi; tanto che l’automobilista ha preferito allontanarsi, evitando di trascendere benché un’azione più drastica sarebbe stata nel suo diritto (e ribadiamo: diritto).

L’episodio di cui si racconta – prenda nel caso spunto l’autorità costituita, trattandosi di reale “notitia criminis” – è senza dubbio uno dei tanti che accadono sulle strade del Ticino; per il dovere proprio del cronista, indicasi essere il fatto occorso ieri pomeriggio, attorno alle ore 15.45, lungo il tratto da Solduno quartiere di Locarno alla rotatoria in svincolo per Losone ed Ascona, dove poco mancò che due ragazzini su altrettanti ciclomotori causassero disastri per sé ed al prossimo, da padroni della strada che occupano l’intera corsia di marcia (o due, laddove vi siano, stando ciascuno al centro di una sezione) tra scatti e rallentamenti improvvisi avvicinano i caschi per chiacchierare e per dare una sbirciata al cellulare, dacché ci sono. Al momento del confronto “vis-à-vis”, strafottenza alla “Perché, che cosa avrei fatto?”, insulti, solite espressioni alla “Non sono tuo figlio e non mi puoi fare nulla”. Mah: sempre un peccato il non disporre di una “dashcam” montata e funzionante a bordo dell’auto, in modo che il padre e la madre effettivi del bimbetto convinto – egli soltanto – di poter recitare la parte dell’adulto abbiano modo di intervenire con idonei provvedimenti correttivi, avantutto il “congelamento” del motorino sino a miglior prova di maturità del figliolo; sempre un peccato che troppo poche siano le pattuglie circolanti, tra Polcom (lì, s’immagina, competente quella di Locarno) e Polcantonale per intercettare e per reprimere situazioni di disagio e di ignoranza nella gestione del mezzo. Del resto, la cronaca di giornata ci insegna (vedasi in altra parte del “Giornale del Ticino”) che un 18enne era in giro per Lugano a 76 chilometri orari su 30; dalle statistiche sappiamo inoltre che lo scorso anno, e restandosi solo ad episodi dalle conseguenze di media o di alta gravità, nella sola fascia di età compresa fra i 15 ed i 17 anni sono stati registrati 45 feriti, in calo sì rispetto ai dati del 2022 quando si ebbero 49 feriti ma a netto incremento sul 2021 (28 casi) e sul 2020 (16); in tal senso, tra l’altro, viene da pensare che non sia stata una pensata straordinaria il procedere ad armonizzare le categorie in Svizzera con quelle dell’Unione europea, consentendosi dal 2021 un accesso alla licenza per il ciclomotore (meno di 50 centimetri cubici, velocità massima 45 chilometri orari, poi c’è chi mette mano al “chiusino” e tanti saluti alle norme) già a partire dai 15 anni.

Proprio di ieri, infine, è il lancio della campagna “La sicurezza ti dona”, proponenti i vertici del Dipartimento cantonale istituzioni. Il progetto nel complesso si chiama (ancora) “Strade sicure”, molte le raccomandazioni rivolte ai motociclisti, dall’equipaggiamento personale – su cui sono puntati i fari nell’edizione 2024 del programma – all’efficienza del mezzo alla prevenzione di base dei rischi di incidente. Ineccepibili, per contenuto, il comunicato, il “flyer” ed ogni altro materiale proposto; ma ogni buon proposito viene meno davanti a due cretinetti che, spalleggiandosi l’un l’altro e giocando allegramente con la propria e con l’altrui pelle (ma ai genitori che si preoccupano diranno d’essere angeli in volo, figurarsi), rischiano di rovinare la vita propria e quella altrui solo perché hanno ricevuto – e si trovano fra le mani – uno strumento potenzialmente letale, non sapendolo tuttavia usare.