Home SPORT Hockey Nl / Abracadabra Abdelkader, al Lugano l’attaccante dei prodigi

Hockey Nl / Abracadabra Abdelkader, al Lugano l’attaccante dei prodigi

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Allora: ha giocato 22 partite nella stagione scorsa, tutte allo Zugo, e tre incontri quest’anno, con i Grand Rapids Griffins della Ahl; allo Zugo non l’hanno tenuto, o magari egli ha fatto di tutto per non farsi confermare; e con la franchigia del Michigan, il mese scorso, ha risolto anticipatamente un contratto in “try-out” per andare a rinforzare la Nazionale statunitense alle Olimpiadi invernali, dove è riuscito a rimediare un assist. Sul ghiaccio, insomma, è andato in via ufficiale per una trentina di volte nell’arco di due anni, pochino davvero. Ma si badi: è uno di quelli cui viene riconosciuto il “magic touch”, roba da 59 minuti anodini ed a volte persino irritanti ma poi, tac, uno scatto bruciante ed il goal che lascia di sale. Ad un giorno esatto dal 35.o compleanno, Justin Abdelkader attaccante da Muskegon (Stati Uniti) tenta di mettere un’altra – ultima? – stella sulla sua carriera hockeystica firmando per il Lugano in massima serie elvetica, o accettando l’offerta giuntagli dalla dirigenza del Lugano, o semplicemente seguendo le indicazioni del suo agente che sa ancora come vendere un “curriculum” e un “palmarès”. Ergo, due righe e firma sul contratto, due righe e comunicazione al colto ed inclito pubblico: di principio, per avere una quinta soluzione offensiva che è come dire che dalla somma delle altre quattro non perviene certezza, sulla graticola restano i soliti nomi, a Chris McSorley il compito di far quadrare il cerchio.

Fischiano le orecchie, eccome: se l’impatto di un giocatore fosse direttamente proporzionale a quel che sta scritto nella sua storia, il Lugano sarebbe in una botte di ferro. Struttura, 187 centimetri per 97 chilogrammi; scuole superiori con la maglia dei Mona Shores Sailors e, nell’ultimo anno, in deriva sui Cedar Rapids Roughriders della Ushl; qui 27 goal e 29 assist, ma soprattutto un “plus-minus” a quota 23 sul lato giusto, per la conquista del titolo (la “Clark cup”) nella stagione 2004-2005. Università per un triennio, poi, a Michigan State in divisa Spartans, nell’ultimo campionato come assistente capitano, e nell’aprile 2007 il goal decisivo nella finale per il titolo in mezzo ad un centinaio di punti raccolti con buona media produttiva. Indi, in risposta ad una “draft” del 2005 quale 42.o assoluto nella selezione, 13 annate sempre ai Detroit Red Wings della Nhl, più qualche frequentazione al piano inferiore in Ahl, totale 803 partite e 265 punti al vertice più 122 partite ed 84 punti sempre con la maglia dei Grand Rapids Griffins. Quante volte risolutore? Un ginocchio, direbbero a Rimini, perché trattasi per l’appunto di quel tipo di giocatore che muove tanta aria e che ti sembra infruttifero, salvo per il guizzo, e Dio sa quanto bisogno vi sia di un po’ di fantasia, in pista così come nella vita.

Detto tutto? Ma sì: il neoingaggiato arriverà lunedì o martedì, in linea di massima, forse portandosi dietro la moglie Julie ed il resto della famigliola; permanenza a Lugano in funzione di quanto i bianconeri sapranno andare avanti. Di sicuro vi sarà rimasta la curiosità sul cognome, e sistemiamo anche questa minuzia: il nonno paterno di Justin Abdelkader veniva dalla Giordania e si chiamava Yusuf Abdul Qadir; a Muskegon il patriarca si sposò con Zuzana alias Susie, una donna di origine polacca; dal matrimonio nacque Joseph, già Abdelkader nel cognome per intervenuta anglicizzazione, e Joseph si coniugò con Sheryl, e gli Abdelkader padre docente e madre infermiera diedero alla luce Justin e la sorella Jamie, quest’ultima parimenti docente. Radiografia finita, peana elevato, vediamo ora se ci sarà il lieto fine.

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