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Luino (Varese), presa la rapinatrice che non sapeva fare le rapine

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Anche per fare i rapinatori, per svolgere il mestiere con serietà e con competenza, ci vuole la specializzazione. E di mancata specializzazione (con esiti incruenti; a quanto pare, e tuttavia, solo per una fortunata coincidenza) s’ha da parlare nel caso di una donna tratta in arresto nelle scorse ore da effettivi dell’Arma dei Carabinieri, in campo elementi del Nucleo operativo radiomobile di Luino e della stazione di Lavena-Ponte Tresa: quattro gli assalti solitari tentati nell’arco di una settimana, tra giovedì 22 e giovedì 29 agosto, tutti nella zona del Luinese ed anzi sino al confine, e tutti con obiettivo gli uffici postali. Tentati, ma falliti: benché presentatasi sempre con la pistola in pugno ed a volto coperto e benché le strutture scelte come bersaglio fossero di piccola dimensione e dunque presidiate da pochi addetti, la rapinatrice si era sistematicamente… inceppata, difettando – per così dire: ci si può ridere sopra, adesso, ma ridevano assai poco gli impiegati presi di mira – di incisività e di personalità nel pretendere che le venisse consegnato il contenuto della cassa.

In tutte e quattro le circostanze (una a Cassano Valcuvia, una a Montegrino Valtravaglia, addirittura due a Cremenaga), quindi, abbandono dell’impresa e fuga in auto, una vettura per l’appunto identificata nel corso delle indagini e grazie alla comparazione tra immagini dei filmati di videosorveglianza. Infine, il fermo e la sorpresa: trattasi di una 60enne, nessun reato a macchiarne la fedina penale, residenza nel Luinese, piena ammissione dei fatti (anche perché inconfutabili: nella casa della donna sono stati trovati persino i vestiti utilizzati in occasione delle rapine). Ed una particolarità che si aggiunge alle varie altre in questa vicenda: la rapinatrice mancata non ha saputo spiegare quale motivo l’avesse spinta a lanciarsi sulla strada del crimine.