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Petrolio-“choc”, sotto zero nella notte il prezzo del barile Wti

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 11.37) Per la prima volta dal 1983, anno in cui venne posto sotto effettivo e sistematico controllo in tempo reale, nella notte tra ieri ed oggi il prezzo del petrolio Wti (West Texas intermediate, riferimento per il greggio di estrazione statunitense) è precipitato sotto zero, con uno sbalzo che ha mandato in “tilt” i grafici storici e generato seria inquietudine sulle capacità della politica di gestire questo aspetto della crisi già conclamata. In termini semplici, su un contratto ad esecuzione prossima, il venditore si sarebbe trovato a pagare sino a 37.63 dollari Usa il barile (circa 159 litri) per far sì che un compratore si portasse via il prodotto, liberando per quanto possibile le aree di stoccaggio ormai al limite della capienza causa drastica riduzione della richiesta sull’onda dell’epidemia da Covid-19. Il prezzo, sul cui crollo ha inciso anche un aspetto tecnico che è tipologico di questo mercato (oggi, martedì 21 aprile, la scadenza dei contratti “future” per maggio; di mezzo il gravame dato dai costi di trasporto e di stoccaggio), è poi risalito ad 1.50 dollari Usa il barile intorno alle ore 6.34. Ad inizio 2020, il costo del barile Wti risultava pari a 61.18 dollari Usa, con massima espansione del prezzo sino a 63.27 dollari Usa, circa 50 dollari in meno rispetto al picco di un decennio prima. Post scriptum con aggiornamento delle ore 11.37: il prezzo per barile Wti è risalito in mattinata sin oltre i 14 dollari Usa, con ultima attestazione intorno a quota 14.50 ossia in teorico incremento pari al 161’011.11 per cento rispetto al minimo rilevabile.

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