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Pala & piccone / Gambarogno, quando il cantiere è prevaricazione

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D’un’anabasi senofontiana sulla distanza di 12 chilometri e mezzo deve farsi carico il vetturale per transitare sino alla frontiera di Dirinella dalla rotatoria di Quartino, zona “Nuova pergola”, non uscendo dal territorio comunale di Gambarogno. Due i cantieri di interesse pubblico, due i semafori imposti per restrizione della carreggiata ad una sola corsia di marcia e, dunque, con modalità a senso unico alternato; forse non era il caso di far coincidere le due attività, ma uno può anche dirsi che via il dente e via il dolore. Gli è che, in fascia diurna, ai due cantieri in tal guisa proposti si associa una terza presenza dal financo maggior ingombro, a cagion di lavori in corrispondenza ed in congruità allo stabile dello stabile “Residenza AsconaVista” nella frazione Sant’Abbondio: anche qui i movieri, anche qui la riduzione degli spazi di manovra, ma soprattutto un eccesso di libertà che gli operatori del cantiere si prendono a danno degli automobilisti.

Si esagera? Per nulla, come da constatata rilevazione e da rilevata constatazione, giusto ieri, e valga la seguente cronachina: a) vetture che procedono in coda nella direzione della frontiera; b) evidente esigenza di passaggio per tutti i veicoli forzosamente incolonnatisi (cioè: una fila viene esaurita e poi si procede allo smaltimento dell’altra nel senso di marcia opposto); c) improvviso intervento del personale di servizio per far passare un macchinario da movimento terra con benna; d) operatore che preleva terra da una piazzuola sul lato opposto della strada rispetto al cantiere; e) macchinario che riparte ma sùbito ecco arrivare un camion con cassone ribaltabile per scaricare altra terra sul sedime di cui sopra; f) ripartenza del camion che va ad attraversare per il lungo l’intera area di cantiere. Tempi lunghi e sempre imprecisabili, traffico paralizzato sui due fronti, a snervametno del guidatore già messo alla prova dagli altri due cantieri. Per inciso: uno deputato a controllare e ad agevolare il passaggio, lì, non c’è, e giusto ieri è stato possibile il cronometraggio dell’attesa alla misura di sei minuti, più uno ciascuno sugli altri due cantieri uguale otto minuti, sicché dalla rotatoria al punto di valico ci vollero 26 minuti totali alla media di 30 chilometri orari scarsi, passo da biciclettante con pedalata assistita, via.

Spontanee tre domande, a sapersi: 1) se chi di dovere abbia contezza circa lo stato dell’arte, e con atto di cortesia intenda intervenire e risolvere secondo scienza, coscienza e scala di priorità; 2) se effettivamente gli operatori del cantiere privato possano godere di tutta questa autonomia decisionale a detrimento del legittimo diritto degli automobilisti e dei residenti in zona; 3) se per caso questo non sia un trucco per inculcare anche qui la stolida strategia dei 30 chilometri orari quale limite ovunque sia presente un pezzo di asfalto lungo più di 100 metri lineari. A chiosa, almeno un motivo di consolazione: per quanto aperto, il cantiere del sempre futuribile “Porto Gambarogno” al “Sàss di sciàtt” in frazione San Nazzaro insiste solo su sé stesso, al momento, in fregio alla Cantonale e senza impegno della carreggiata… Nella foto GdT, i lavori sul cantiere privato (a destra, proprio sul fondo dell’immagine, l’edificio in costruzione).