Home POLITICA L’ultima “bonefferie”: caro Ppd, non avrai (più) il mio scalpo

L’ultima “bonefferie”: caro Ppd, non avrai (più) il mio scalpo

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Un irriducibile, un “pasionario”, una voce critica nel complesso ma fedele alla linea perché, per anni, in un certo modo egli stesso ha dettato tale linea, vuoi nella forma istituzionale (ossia indirizzando varie tra le campagne elettorali e di comunicazione del partito) vuoi per tramite di espressioni in punta di matita qui e là, chiedete e vi sarà dato. Questo sino ad oggi, ed ancora sino a domani sera, quando in una per nulla scontata seduta del Legislativo a Lugano – è tra l’altro previsto il congedo della leghista Maruska Ortelli dal ruolo di prima cittadina, con passaggio delle consegne alla liberale-radicale Giovanna Viscardi – egli si dimetterà da consigliere comunale. Dimissioni velenifere, senza mezzi termini. Di più: in tre paragrafi, via “Facebook”, Armando Boneff ha tirato oggi un crocione su esperienza politica e di rappresentanza in nome dei già conservatori, alias Ppd. Sparando a palle incatenate, riservandosi insomma il diritto dell’ultima “bonefferie”; forse la più dura e la più drastica fra le “bonefferie” in vignetta a battuta secca sul “Giornale del popolo”, chi abbia memoria del defunto quotidiano.

Stiamo alla notizia, per incominciare: via dal Consiglio comunale, all’età di 66 anni compiuti or è qualche settimana. Dopo qualche assenza, è vero: “Per sopraggiunti problemi di salute”. Di una situazione non felicissima parla lo stesso Armando Boneff: “Da sei mesi devo sottopormi all’emodialisi, per tre mezze giornate la settimana”. Causa sufficiente ad abbattere la qualità della vita al punto da non impedire la presenza sul posto di lavoro e la frequenza a ciò che pertiene ad un’attività politica di milizia e su mandato degli elettori? Boh: “Sto riprendendo gradualmente parte dei miei impegni, e ci sarebbe stato anche il Consiglio comunale”. Ed allora, perché l’annuncio dell’uscita di scena? Pensiero rielaborato tra virgolette e senza modifica alcuna della sostanza: “Da tempo il mio gruppo in Consiglio comunale mi domandava quando avrei dato le dimissioni. Questa, a dirsi il vero, non sarebbe stata la mia intenzione… Poi ho riflettuto: quale senso avrebbe il tornare fra persone a cui la mia partenza sta a cuore più del mio stato di salute?”. Uhi. Sensibilità zero, fa capire Armando Boneff. Ho dato tanto e mi trattano come una scarpa vecchia, sembra il pensiero sottostante: “Sarà che raramente sono stato d’accordo con le decisioni della dirigenza Ppd di Lugano, e per questo motivo non ho potuto dare un contributo significativo”.

Nemmeno una voce in segno di amicizia e di conferma? Parrebbe di no, almeno a giudicarsi dal messaggio. Ed oltre i confini del Ppd? “La solidarietà mi è arrivata da colleghi di altri partiti e da tutti gli ambienti che frequento, non da coloro che in politichese si sarebbero detti “i miei”. A prescindere dai sentimentalismi, che in politica non sono ammessi, da cani sciolti non si combina nulla di buono tranne l’ottenere visibilità a spese dei contribuenti”. Fuori da tutto, allora? Non proprio: “Agli amici ed alle amiche che mi hanno eletto (…), con le mie risorse residue cercherò di dare un contributo in altri àmbiti”. Ah, quindi anche in forma politica… E qui occhio, leggasi il non detto: “Il mio impegno politico con e per il Ppd terminerà domani”. Pietra tombale.

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