Home CRONACA L’editoriale-bonsai / Con il cuore gonfio, al fianco di quei ragazzi

L’editoriale-bonsai / Con il cuore gonfio, al fianco di quei ragazzi

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Non si esce con l’animo leggero, pur avendo gli inquirenti fatto ciò che era nel loro dovere e pur avendo il magistrato giudicante fatto quel che era nel suo diritto in rispetto del Codice, da un processo qual è quello consumatosi in settimana davanti alle Assise criminali in Lugano. Nota la vicenda, per sommi capi riepilogata – per sommi capi: neutralizzandosi l’emotività, azzerandosi il disgusto, cristallizzandosi i pensieri, reprimendosi le tentazioni – solo sul verdetto; ma sappiamo, e dobbiamo aver piena coscienza di questo, che si è chiuso solo un capitolo. La storia continua e deve continuare per due ragazzi: pur con un verdetto che li pone al riparo da genitori indegni (genitori biologici, e soltanto biologici, ecco), essi hanno bisogno di una doppia cintura di protezione, e per paradosso la sempre invocata “privacy” si colloca in subordine ad altra istanza. Quanto agli aguzzini, essi non si aspettino visite caritatevoli (altro che la pretesa di ricostruire un rapporto con i figli) durante il periodo nel quale rimarranno in carcere; hanno 50 e 43 anni rispettivamente, sono la declinazione territoriale – solo senza che sia stato sparso sangue – di Fred e Rosemary West marito e moglie violentatori ed assassini. Declinazione, quindi qualcosa di non molto diverso: per casi di questo genere, nelle leggi, dovrebbe esistere il crimine di omicidio morale.

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