Home CRONACA La scoperta: era Günther Tschanun il ciclista morto nel 2015 a Losone

La scoperta: era Günther Tschanun il ciclista morto nel 2015 a Losone

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Dopo la scarcerazione nel 2000, ossia ad avvenuta espiazione di 14 anni in carcere, era venuto a vivere in Ticino; e ciò si era appreso da fonti giornalistiche, ad esempio un articolo pubblicato sulla “Luzerner Zeitung” a fine maggio 2016. Si sapeva anche che l’uomo aveva cambiato nome e cognome e che, per quanto con solida formazione da architetto, durante la detenzione egli si era dedicato ad una riqualificazione come giardiniere. Non si sapeva, invece, quel che la collega Michèle Binswanger ha rivelato oggi in un articolo sulla “Sonntagszeitung”, e cioè che sotto l’identità di Claudio Trentinaglia, morto nel pomeriggio di mercoledì 25 febbraio dopo una caduta dalla bici lungo l’argine della Maggia a Losone, si celava Günther Tschanun, già capo della Polizia delle costruzioni a Zurigo, autore nell’aprile 1986 di una strage (quattro le vittime, più un ferito grave) tra i colleghi di lavoro. Caso passato direttamente dalla cronaca alla storia, quello di Günther Tschanun, per la premeditazione dell’atto ed anche per l’essere stato compiuto tale plurimo delitto con un’arma da fuoco all’interno di un ufficio pubblico, durante una normale mattinata di lavoro. L’assassino si diede poi alla fuga, dalla Svizzera passò in Francia e per tre settimane rimase uccel di bosco; individuazione ed arresto ebbero luogo a Saint-Loup-de-la-Salle, oggi nel Comune di Saint-Loup-Géanges, Dipartimento Saona e Loira.

La notizia dell’incidente mortale è tuttora presente nell’archivio dei comunicati-stampa della Polcantonale ticinese, con riferimento ad “un 73enne della regione” che aveva riportato ferite “gravi” ovvero tali da comportare il decesso sul posto, come constatato da operatori del “Salva” di Locarno. Accertamenti cronistici permisero di rilevare che l’anziano stava procedendo a pedalata piuttosto sostenuta, tanto da aver appena sorpassato un gruppo di podisti, ed era piombato dal sentiero sul sottostante argine sommergibile, con un volo di quasi cinque metri; episodio, questo, che contribuì ad indurre gli amministratori pubblici ad una ridefinizione dei livelli di sicurezza nella zona mediante interventi strutturali. In recupero “ex post”, il nome di Claudio Trentinaglia figura in un bollettino della “Fondazione casa san Giorgio” in Brissago (marzo 2015, capitolo “Donazioni”), e prima ancora quale apprezzato collaboratore – per un triennio, dal 2008 al 2011 – dell’associazione “Amici della montagna” in Brissago, tra l’altro con ruolo di gestore delle prenotazioni in capanna. Alla vicenda ed al processo, come è noto, vennero dedicati articoli a migliaia e varie ricostruzioni in documentari. In immagine, una parte del volantino (aprile 1986) con l’offerta di una taglia per il rintracciamento del pluriomicida.

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