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Italiano, quo vadis? / Sei giorni al maschile, e il settimo vien da sé

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Sempre lodevolissimo, ed anche ben concepito nella proporzione costi-benefici, il programma della “Giornata del cinema” grazie al cui “sponsor”, in circa 550 sale della Svizzera (non escluse sedi ticinesi quali Locarno e Lugano) e del Principato del Liechtenstein, domenica 4 settembre saranno offerte proiezioni al prezzo d’uno scudo. Pardon, abbiamo detto “domenica”? Errore: come preteso sul frontespizio della “brochure” di presentazione, l’evento andrà sul grande schermo nella giornata di “domenico”. Domanda numero uno: influenza da attrazione calamitosa, essendo al maschile gli altri sei giorni della settimana? Domanda numero due: influenza di qualche teorico della fluidità in termini di genere? Domanda numero tre: ignoranza dei fondamentali della lingua, come del resto evincesi anche da altro materiale di supporto (l’indecorosa forma “communicato stampa” in varie informative distribuite bastaci ed avanzaci)? Domanda numero quattro: soprattutto, com’è possibile che la cosa sia sfuggita alla verifica di ciascuno tra i controllori del “partner” mediatico designato e ben figurante sulla copertina medesima?

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