Home POLITICA Fusione in rovina, con la Rovana a Cevio non c’è via

Fusione in rovina, con la Rovana a Cevio non c’è via

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Troppo distanti le posizioni, eccessive le pretese. A distanza di oltre quattro anni (luglio 2016) dall’avvio del progetto ed a tre anni dalla nascita dell’apposita commissione di studio, si inchioda il progetto di aggregazione tra i Comuni della Valle Rovana (ossia Bosco-Gurin, Campo ValleMaggia, Cerentino e Linescio) con Cevio, naturale punto di innesto sull’asse della ValleMaggia: dandosi séguito ad istanza pervenuta, tale la decisione scaturita oggi in sede di Consiglio di Stato, “nell’attesa che sia possibile verificare l’esistenza delle condizioni favorevoli ad un accordo”. Il che, a questo punto, avverrà solo dopo le Comunali del 2020.

Il motivo, tanto per non stare troppo a sottilizzare sugli aghi, è di natura strettamente finanziaria: richieste “sensibilmente distanti da quanto è ragionevolmente ipotizzabile”, e questo nonostante dal 2018 – cioè dal momento in cui un rapporto commissionale era stato presentato alla Sezione enti locali per l’esame preliminare – frequenti siano stati i contatti con il Dipartimento cantonale istituzioni. “Aspettative come quelle sino ad ora prospettate – così sentenzia Palazzo delle Orsoline sponda Esecutivo – sono inconciliabili con un realistico impegno del Cantone, e ciò pur con il riguardo che è sempre riconosciuto alle regioni discoste”. Numeri grossi in ballo, denari e servizi; sui secondi, pare di capire, una traccia di soluzione non era lungi dal vedere la luce; sui primi, impossibile. Porta chiusa, allora? Porta socchiusa: “Il processo aggregativo è in primo luogo nell’interesse delle comunità coinvolte e delle prospettive regionali nel contesto odierno”, recita una nota di fonte governativa. Palla nel campo del domani, di chi verrà, di chi avrà voglia di mettersi di nuovo all’opera.