Home POLITICA Congiurati convenuti con Venuti (Adriano). E i socialisti s’ingrossano

Congiurati convenuti con Venuti (Adriano). E i socialisti s’ingrossano

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Prima avevano un presidente, e qualche mese fa – non che sia illegittimo o incongruo; irrituale, magari. Ecco, irrituale – scelsero di raddoppiare e quindi, in sede di congresso, elessero Laura Riget e Fabrizio Sirica in copresidenza; oggi, giungendo il tempo del Comitato cantonale, si preparavano ad organizzarsi con i regolari otto membri della Direzione, e tra quegli otto era da scegliersi un vicepresidente; ed invece i copresidenti – non che sia illegittimo o incongruo, ops, ci si sta ripetendo – diventano due, più sei, no, che diamine, più sette elementi, sicché nove sono e saranno i nomi nella Direzione. Tetragonia immarcescibile mostrano una volta ancora i socialisti ticinesi, ritrovatisi in quel di Bellinzona quartiere Giubiasco per una sorta di sintesi strategica post-“Coronavirus” e piombati invece nel pieno di uno psicodramma in cui qualcuno ha sorpreso e qualcuno si è fatto sorprendere, cioè prendere in contropiede; morale, al momento di tirare le somme, Adriano Venuti municipale di Massagno ha detto papale papale di voler essere preso in considerazione e di voler contare, espressione che ad avviso di più d’uno significa voler comandare. E ce l’ha fatta, eccome: previo strapuntino offerto dalla “pasionaria” Anna Biscossa, votazione ed appoggio significativo, il che induce a credere che o Adriano Venuti è il Giucas Casella (absit iniuria verbis) della Sinistra ticinese, nel senso che egli dispone di facoltà da ipnotizzatore professionista, o parte della platea era ben disponibile a farsi suggerire un’alternativa, e via, non saremo venuti sino a qui per far soltanto gli alzamanina da ratifica del già deliberato, vero? Vero, o almeno verosimile.

A cinque minuti dalla votazione, tutto limpido: la candidatura di Adriano Venuti stava andando di traverso sia a Laura Riget (nel frattempo espressasi quale latrice dell’ipotesi di una sorta di “reddito di cittadinanza” in modalità pentastellata tricolore, ma qui la cittadinanza quale discriminante è vista come fumo negli occhi, ed infatti si parla di “reddito di base”) sia a Fabrizio Sirica; per la proprietà commutativa dell’antisimpatia, da intendersi come simpatia antitetica e cioè l’amico del mio amico è mio amico ma fuori da questa filiera è tutta giungla, Adriano Venuti piaceva dunque ad almeno una parte dei compresenti. Gioco fatto: si va, si dice, si produce, si computano i consensi, sussistendo sullo sfondo qualche incognita (non avesse trovato posto, Adriano Venuti se ne sarebbe andato, magari con opzione di rafforzamento di altra squadra? Paurissima, con questi chiari di luna, in casa socialista). Promossi secchi per acclamazione erano stati Carlo Zoppi, Nathalie Tami, Federica Caggia, Antonia Boschetti, Martina Malacrida, Igor Cima e un attimo, sì, ovviamente Danilo Forini calamitato verso la politica militante dalla cosiddetta “società civile” (era stato agganciato in corsa per la candidatura al Consiglio di Stato ultimo scorso ma già a novembre, profilandosi le Comunali poi assassinate dalla pandemia da Covid-19, si era dichiarato indisponibile); rimaneva l’opzione su Evaristo Roncelli, già in lizza per la presidenza del partito, ma ad insistere su otto membri e non di più qualcuno sarebbe rimasto deluso e scocciato. Al che allegra, tücc inséma, ma lo sfidante aveva ragione almeno su un punto: la doppia vicepresidenza, quale facoltà, sta nelle carte.

Polemica vera e propria, a parte quanto intraudito sino alle propaggini estreme della sala, non vi è stata: schermaglie, diciamo, ma sempre al piano superiore giacché chi ruolo ha un ruolo è tenuto ad esprimere. E poi, volendosi vedere il bicchiere pieno, un’utilità l’operazione ha comportato: faticando i socialisti nell’incrementare la base, almeno si dilatano i vertici…