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Calcio Dna / Lugano, torta di compleanno all’allenatore: esonero e ciaone

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Sino a iersera si trattava solo di capire se alla squadra servisse un ricambio tra i pali, avendo il portiere Noam Baumann gravi responsabilità su ciascuna delle tre reti subite nella sconfitta di sabato a Sion. Sorpresina: ad altra questione stava pensando la nuova dirigenza del Lugano pedatorio nella massima serie elvetica; la quale dirigenza, con righe sei di nota-stampa, ha scelto di silurare Abel Carlos da Silva Braga allenatore e, per far capire che il taglio è netto, anche i “vice” Ricardo Colbachin e Leomir de Souza. Effetto immediato, con i soliti ringraziamenti di prammatica ma anche con una perentorietà che la dice lunga: ci sarà stata anche un’“attenta analisi della situazione”, come sta scritto nel comunicato, e saranno sicuramente sincere le lodi per l’“operato sempre molto professionale” così come “ottimo” viene giudicato il lavoro svolto e “grande” consta essere l’impegno profuso, eppure già alle ore 11.31 dei tre soggetti non vi è in pratica più traccia sul sito InterNet della società bianconera (fantasmini al posto della foto e delle informazioni). Realtà delle cose: Abel Braga da Rio de Janeiro, che viene messo alla porta nel giorno del 69.o compleanno e forse un minimo di maggior delicatezza non avrebbe guastato per rispetto dell’età e del “palmarès” da 30 panchine più titoli vari e qua e là, zero relazioni aveva ed ha con i nuovi proprietari ancorati alla figura di Joe Mansueto, essendo il tecnico giunto sulle rive del Ceresio con la cordata di quegli acquirenti che nulla acquistarono (Angelo Renzetti, ritornato a pieno titolo nel ruolo di presidente e di “patron” della società dopo la parentesi dei citati non-compratori, aveva agito con tocco lieve evitando di fare piazza pulita e cioè accettando di mantenere Abel Braga nel ruolo); alla prima svolta negativa, la scusa per un destino che era segnato (e tuttavia, al tempo della conferenza-stampa di presentazione, meglio sarebbe stato il far presente che altro era l’orientamento).

La squadra è per ora affidata alla conduzione di Mattia Croci-Torti. Nulla è da escludersi circa le possibili scelte tecniche, e si lascia pertanto facoltà di corpo libero ad un’ipotesi transatlantica: Raphaël Wicky, 44 anni, già nazionale rossocrociato da centrocampista primariamente, è ora tecnico ai Chicago Fire di cui Joe Mansueto è proprietario; a due terzi del cammino nella stagione regolare della “Major league soccer-Mls”, i Chicago Fire navigano assai al largo dalla boa del “play-off” (sono al 21.o posto su 27 squadra, cioè al 10.o posto nella Eastern conference, ed hanno incamerato meno di metà dei punti ottenuti dai New England Revolution che si trovano al vertice della graduatoria, e per di più si trovano in sensibile ritardo – sette lunghezze – rispetto ai Dc United che occupano il settimo posto, ultimo utile per proseguire il cammino verso il titolo); un ritorno “volante” di Raphaël Wicky su suolo elvetico, essendo la prima fase del torneo in chiusura nel giro di qualche settimana ed anche al fine di favorire la transizione dei Chicago Fire verso il campionato 2022, rientra nelle cose. Con pieno consenso dello stesso Raphaël Wicky, e qui su un doppio binario: ad inizio marzo, secondo fonti di stampa chicagoane, la qualificazione al “play-off” era data come premessa alla permanenza del tecnico sulla panchina; Raphaël Wicky, inoltre, già a luglio era rientrato in Svizzera per seguire da vicino l’evolversi della malattia del padre, dal che un probabile (e non inconfessato) bisogno di maggior vicinanza alla famiglia.