Home CRONACA Maggia: entra nella scuola, spara all’amico dell’ex-moglie e lo uccide. Preso

Maggia: entra nella scuola, spara all’amico dell’ex-moglie e lo uccide. Preso

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 20.20) Il custode del “Centro scolastico Bassa ValleMaggia” a Maggia frazione Aurigeno, 41 anni e cittadino svizzero (identità nota al “Giornale del Ticino”), è stato assassinato alle ore 13.33 circa di oggi, giovedì 11 maggio, con tre colpi di pistola esplosi da un 42enne che si era introdotto negli ambienti dell’istituto e che negli spogliatoi della palestra l’aveva individuato e raggiunto. L’autore del gesto – cittadino svizzero con passato migratorio dal Meridione d’Italia e residente nel Locarnese; padre di famiglia; identità parimenti nota al “Giornale del Ticino” – è stato tratto in arresto a distanza di circa 45 minuti in una struttura della grande distribuzione organizzata a Losone, consegnandosi alle forze dell’ordine dopo essersi visto ormai braccato e stretto in una morsa per il massiccio dispositivo di ricerche attivatosi. Il fatto di sangue, a quanto pare avvenuto in presenza di terze persone e nel pieno delle attività didattiche, è da ricondursi all’alveo della gelosia: la vittima, nata e cresciuta nel territorio e che al ruolo di apparitore del complesso scolastico era giunto da pochi mesi in subentro ad un collega passato al beneficio della quiescenza, aveva da qualche tempo avviato una relazione affettiva con l’ex-compagna del responsabile dell’atto criminale; per tale motivo il 41enne si era trovato bersaglio di ripetute minacce per l’incolumità personale, almeno in un caso a distanza ravvicinata.

Dramma annunciato? – Non solo: a far rilevare avvisaglie di un progetto criminoso sarebbero vari messaggi lasciati sulle pagine “Facebook” personali dal soggetto poi trasformatosi in omicida. Fra le espressioni: “Non c’è cosa più bella che costruire ricordi”, “Mario (indicazione di fantasia: sta al posto del vero nome di battesimo) vuol dire uomo d’onore”, “Ricordati (del fatto) che la vita è come un ristorante: nessuno se ne va senza pagare”. Ancora, la citazione di una lirica di Henry Charles “Hank” Bukowski (“Quando tutto sarà finito sono sicuro che mi verrà concesso un minuto per ripensare a tutte le volte che volevo urlare quel che sentivo“), un’invettiva (“Parli male di me, infanghi il mio nome, ridi di me, eppure io né ti odio né ti voglio male; ma prega per te che io non ascolti i demoni che ho in testa”), dichiarazioni bellicose (“Te la farò pagare“, “La vendetta è vicina“, insieme con due lettere di alfabeto che corrispondono a quelle della futura vittima) e, appena cinque giorni or sono, un “Tempo scaduto” che suona come preannuncio della tragedia. Anche queste tracce, com’è ovvio, costituiscono terreno di raccolta per gli inquirenti in un’indagine a tutti gli effetti già “descritta” (presunta causa, movimenti, obiettivo, esiti) e del cui “dossier” si sta occupando il procuratore pubblico Roberto Ruggeri.

Dinamiche acquisite – Nessun dubbio sulla premeditazione, nessun dubbio sull’intenzione. Nessun dubbio nemmeno sui rischi corsi dalle altre persone presenti nell’area del “Centro scolastico Bassa ValleMaggia” – la struttura si trova al termine di una strada di servizio (nastro asfaltato per un centinaio di metri prima del piazzale, sulla destra il posteggio, nelle pertinenze un giardinetto) che si dirama in perpendicolare dalla Cantonale, lato sinistro per chi sale da Ponte Brolla): si direbbe che l’assassino abbia avuto libero accesso alla struttura, forse conoscendone anche qualche passaggio per non dare troppo nell’occhio e, dunque, per non imbattersi in chi l’avrebbe riconosciuto – e fermato – come estraneo alle attività quotidiane. Circa i testimoni, voci discordanti, ancora nel tardo pomeriggio; certo è il fatto che dei tre colpi esplosi, probabilmente a distanza di immediata prossimità, molti hanno udito il rumore e per tale motivo si sono messi in allarme. L’omicida è tuttavia riuscito a dileguarsi a bordo di un’auto; 10 minuti, al massimo 15 per arrivare al piano. E lì, ecco, forse la prima incertezza sul da farsi, sulla direzione da prendersi, sul “dopo”. A Losone il capolinea della fuga, mentre a distanza di pochi chilometri si spegneva una vita, inutili i tentativi di rianimazione, sul posto i sanitari del “Salva” Locarno, giunta e ripartita in un “amen“ l’eliambulanza, all’intorno già lacrime e urla di disperazione. Prima dell’arresto del 42enne, l’ex-moglie dello sparatore ed amica della vittima era già stata informata, prelevata e messa sotto protezione in luogo sicuro, non potendosi escludere il rischio di un altro atto omicidiario.

L’epilogo – Nei locali della struttura scolastica, per l’assistenza psicologica ad allievi, docenti e personale ausiliario, gli specialisti del “CareTeam Ticino”, per la prima volta chiamati ad intervenire in una situazione dalla natura e dal contesto così particolari, dovendosi tanto più agire in relazione con un grande numero di soggetti dall’elevato livello di sensibilità e che sono stati trattenuti all’interno del complesso sin verso le ore 15.30; alle forze dell’ordine impegnate in concorso (Polcantonale, Polcom di quattro realtà urbane -. Locarno, Ascona, Losone e Muralto – ed operatori dell’Ufficio federale dogana-sicurezza confini) il giusto tributo per la rapidità e per l’efficienza nella gestione del caso. Sconcerto e dolore sono stati espressi dall’autorità politica cantonale. Non mancheranno tuttavia le polemiche, dovendosi stabilire se ed in quale misura le precedenti minacce – di cui pare che il 41enne avesse parlato con più persone – fossero state prese in debita ed adeguata considerazione. Autentico e sentito il cordoglio che si avverte in queste ore a Maggia e nella valle, anche stante la notorietà dell’assassinato. Del quale, insieme all’allegria ed alla costante disponibilità a prestare aiuto per ogni genere di incombenze, viene ricordata anche una tragedia personale vissuta: l’ex-compagna, al tempo 29enne, cittadina honduregna, madre di tre bambini e già con dimora a Losone, era stata uccisa dal nuovo fidanzato – un docente di educazione fisica, ora 35enne – ad Emmenbrücke (Canton Lucerna) ad inizio luglio di due anni or sono, e ciò nel corso di un diverbio scoppiato per futili motivi; cadavere della donna ed arma utilizzata furono trovate nell’appartamento dell’uomo un paio di giorni dopo il delitto.