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La coca sempre in tasca, spacciatore albanese arrestato a Bellinzona

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Già la disponibilità di alcune decine di migliaia di franchi sulla persona che andava a zonzo dalle parti di Bellinzona quartiere Claro, diciamo, era un bell’atto di accusa prefigurato e scritto, per quanto uno possa sempre tentare di affermare di aver appena trovato il denaro per terra e di essere per l’appunto alla ricerca del posto di polizia più vicino per consegnare tale peculio. A mettergli sopra un crocione, e ad agevolarne il reindizzamento verso le strutture del sistema penitenziario ticinese, è stata quell’inezia di droga che il soggetto si portava addosso: cocaina per buoni 100 grammi, che in formula di spaccio a minuto fanno e rendono 8’000 franchi, forse 8’500 su piazze periferiche. Il suo profilo: anni 29, cittadino albanese, residenza in Albania, vai a capire con quali appoggi (dalla somma dei recenti arresti nel territorio pare emergere uno schema di rete), bersaglio di un’inchiesta condotta da agenti della Polcantonale d’intesa con colleghi della Polcom Bellinzona; l’altr’ieri, giovedì, manette e contestazione per l’attività svolta nella distribuzione di polvere bianca, sicché al momento valgono addebiti quali l’infrazione aggravata (in subordine, l’infrazione semplice) alla Legge federale sugli stupefacenti, l’infrazione alla Legge federale sugli stranieri ed il riciclaggio di denaro. Restrizione della libertà personale già in convalida per la firma del giudice dei provvedimenti coercitivi; “dossier” di inchiesta nelle mani del procuratore pubblico Roberto Ruggeri.