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Filo di nota / Milano sinistrata: migranti fuori, qui si fa la moschea

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In via Carlo Esterle 15/17 a Milano (per i non pratici: sta tra via Padova e via Palmanova, degrado a sinistra e degrado a destra) è stato avviato stamane lo sgombero forzato dell’edificio in cui ad un tempo si trovavano i bagni pubblici costruiti nel 1928 e che dal 2016 sono stati occupati illegalmente sino ad ospitare un gruppo di circa 40 persone, tutte straniere. L’eradicazione degli “squatter”, sei dei quali si sono rifugiati sui tetti in segno di protesta, ha avuto luogo su intervento delle forze dell’ordine in esecuzione di una precisa volontà dell’autorità politica comunale, al segno della Giunta di Sinistra con Giuseppe Sala sindaco: l’edificio è in effetti di proprietà comunale – sull’esito di un concorso bandito, il diritto di superficie è stato ceduto di recente all’associazione nota come “Casa della cultura musulmana” – e lì, dopo “iter” tortuoso, è stato dato il “via libera” alla trasformazione dell’immobile in centro culturale islamico. Dunque, e per riepilogo: in una città amministrata dalla Sinistra, i migranti (d’accordo: irregolari nelle azioni compiute per la presa di possesso dell’immobile) vengono messi sulla strada al fine di far spazio ad una moschea, la prima “ufficiale” sul territorio della metropoli. Un bel caso di cortocircuito, non c’è che dire.