Stavolta gli agenti del “Secret service”, finito nella bufera due mesi or sono con esiti considerevoli quali le dimissioni della direttrice Kimberly Cheatle, sono arrivati per tempo; di un nulla, questione di secondi, ma hanno almeno evitato che nella storia degli Stati Uniti, al secondo tentativo e per mano diversa, entrasse l’assassinio di un ex-presidente in corsa per tornare a sedere nella “Sala ovale”. Donald Trump, 78 anni, è sfuggito ieri – ore 13.30 locali, corrispondenti alla ore 19.30 di Berna – all’azione brutale di un uomo che, come tutti gli elementi inducono ormai a credere, era intenzionato ad ucciderlo e che è poi stato neutralizzato. L’epigono di Thomas Matthew Crooks, il non ancora 21enne che aveva sparato su Donald Trump durante il comizio di quest’ultimo a Meridian, nella Contea di Butler (Pennsylvania) e che era stato abbattuto, si chiama Ryan Wesley Routh, ha 58 anni, è cittadino statunitense originario del North Carolina, a quanto pare con precedenti penali, e vive alle Hawaii; non nuovo sui “media”, l’uomo, dichiaratosi tempo addietro come fortemente ostile a Donald Trump e sostenitore della causa dell’Ucraina, tanto da aver effettuato un viaggio sino alle zone del conflitto e di aver cercato di reclutare persone per andare a combattere come volontari in appoggio all’Esercito di Kiev.
L’episodio è avvenuto al “Trump international golf club” di West Palm Beach, in Florida, campo privato da 27 buche che Donald Trump ha fatto realizzare dal progettista Jim Fazio e che dista cinque chilometri circa dalla residenza di Mar-a-Lago; la canna di un’arma da fuoco è stata individuata da un operatore della sicurezza quando il candidato alla presidenza stava per transitare dalla quinta alla sesta buca durante la consueta partita della domenica; la distanza è stata valutata fra i 350 ed i 450 metri, dunque a bersaglio facile per chi disponesse – come l’autore del crimine – di un fucile semiautomatico del tipo “Ak-47”; a quel punto è scattato il doppio dispositivo, ossia messa in sicurezza di Donald Trump con protezione a scudo fisico e colpi all’indirizzo del punto in cui era stata rilevata la presenza dell’attentatore. Ryan Wesley Routh, una volta individuato, ha tentato di allontanarsi a bordo di una “Nissan” il cui modello e la cui targa sono stati tuttavia rilevati da una o più persone all’esterno del perimetro del “golf club”; il fermo ha avuto luogo lungo la “Interstatale 95”. L’arma, due zainetti pieni di munizioni, un binocolo, un mirino ed una telecamera tipo “Go pro” sono stati nel frattempo trovati in una macchia boschiva a breve distanza dal punto scelto per l’attentato.
Donald Trump, che gode di buona salute, ha comunicato con elettori e mondo intero con un lancio sui “media” sociali: reiterati ringraziamenti al “Secret service” ed allo sceriffo Ric Bradshaw cui si deve la cattura dell’attentatore, ribadito l’“orgoglio di essere americano”, salace l’espressione “È stato sicuramente un giorno interessante”. Da Donald Trump iunior, figlio del magnate, un sintetico “Again folks!”. Con 50 giorni ancora da far scorrere prima del responso delle urne, i motivi per temere non mancano.