Home CRONACA Turista 22enne morì a Muralto. «Omicidio volontario», dicono le Assise

Turista 22enne morì a Muralto. «Omicidio volontario», dicono le Assise

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Omicidio intenzionale, come prima cosa; considerati poi altri reati comparsi in linea di conto, di che imporre un verdetto pesante e drastico. Al carcere per 18 anni, più 12 anni di espulsione dal territorio svizizero, è stato condannato oggi il 32enne germanico la cui esistenza da uomo libero si interruppe due anni e mezzo or sono all’incirca, sullo stringersi delle maglie degli investigatori dopo che nella stanza numero 501 dell’“Hôtel La Palma au lac” sul lungolago di Muralto, ad inizio aprile 2019, venne scoperto il cadavere di una 22enne ereditiera britannica con cui l’uomo condivideva spazi ed un’esperienza di viaggio e di emozioni e, si direbbe con ogni beneficio di inventario, anche di amore. Percorso spezzato non già per un movente economico, ipotesi quest’ultima più volte adombrata tra i sussurri dell’inchiesta, ma solo perché quella relazione era all’epilogo, e con l’“addio” si sarebbe esaurito l’appagamento che all’uomo veniva dalla freschezza e dalla gentilezza e dall’entusiasmo della giovane. E per questo egli avrebbe colpito, e peggio, per questo egli avrebbe deciso di colpire, seguendo un istinto passionale: per lui, naccettabile un “no”; per lui, inaccettabile un’involuzione; per lui, inaccettabile una determinata prospettiva. Quella di tornare ad essere un uomo dalla storia già tormentata, dagli insuccessi nettamente prevalenti – per numero e per qualità – rispetto ai successi, dal “curriculum” assai meno brillante rispetto a quello che egli ostentava, dal presente incerto e dalle prospettive nebulose.

“Omicidio intenzionale” è espressione greve, e tale resta al netto del luogo e del tempo in cui un delitto del genere giunga a maturazione. Nella camera d’albergo dove la coppia era arrivata da non molto, dunque, diverbio, litigio, atto violento, aggressione e determinazione, nel 32enne, a spingersi sino in fondo. Questo sarebbe stato appurato – il verdetto è sempre frutto di una ponderazione cui non rimane estraneo l’elemento personale – in sede di Assise criminali, dopo processo in cui sono stati riepilogati mille e mille aspetti emersi in tempi distinti e nel contesto di un’indagine non priva di complessità; di mero depistaggio lo scenario posto in atto con l’interessato “suggerimento”, una volta che l’uomo si fosse trovato sotto interrogatorio ad avvenuta scoperta del corpo, di una causa accidentale. Il celebre “gioco erotico non riuscito”, dopo che altre volte non si era manifestato problema alcuno; il dramma cui un uomo non sarebbe riuscito a rimediare, perdendo la testa e non facendo nemmeno quel che sarebbe ovvio e naturale per ciascheduno tra di noi. Sul 32enne gravavano anche accuse per lesioni gravi intenzionali, contravvenzione alla Legge sull’assicurazione infortuni e falsità in documenti.

Finita, questa storia giudiziaria, ad ogni modo non è: ci sarà ricorso, forse vi sarà la ricerca di altri elementi probanti.