Home CRONACA Il caso / All’“Eurospin” di Luino piace il ticinese. Purché stia zitto

Il caso / All’“Eurospin” di Luino piace il ticinese. Purché stia zitto

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Venghino, venghino siorri svisseri tutti e siorri del Ticino in particolare; venghino, e comperino la nostra bella mercanzia, che tanto ci sono mancati, lorsignori sissignori e i loro soldi assai di più, quando dalla frontiera non si passava e la merce qui s’accastava, niente vendita niente fatturato. Ma si guardino bene dal fiatare, lorsignori svisseri, se trovano qualcosa che non è di loro gusto, se trovano qualcosa di sbagliato, se trovano qualcosa che va contro le regole: qui comandiamo noi, e voi siete più o men come la plebe secondo il pensiero del marchese del Grillo di sordiana memoria. Accade all’“Eurospin” di Luino, una fra le mete della spesa settimanale d’oltreconfine per clienti da Locarnese e Bellinzonese soprattutto, e non è cosa bella: senza esito rimangono, ad esempio, le lamentele per l’incomodo dato dalla petulante zingarella sempre incinta e che si piazza a ridosso dell’entrata, e per pari incomodo che viene da un venditore ambulante sull’area di parcheggio, e per l’assenza di controlli su quanti circolano contromano, oppure posteggiano in sfregio al Codice della strada ed alle norme di sicurezza (fa danno un’auto lasciata comodamente a ridosso delle bocchette antincendio? No, fino al momento in cui scoppia un incendio. Poi vediamo dove i pompieri vanno a prendere acqua, vediamo).

Nemmen si sta a commentare – è plateale, con cartello persino esposto – circa il cambio praticato per un franco svizzero, che vale fra i 93 ed i 94 centesimi di euro in qualunque parte del mondo ma lì “pesa” 90 centesimi, con evidente scarto a danno dell’acquirente che giunga dalla Svizzera, altro che l’appellarsi alle oscillazioni valutarie. Guai poi, peraltro in tempi nei quali l’iperlegiferata Italia impone mascherine in ogni dove ed in ambienti chiusi soprattutto, a far notare che alcuni corridoi sono impraticabili e dunque veri e propri colli di bottiglia nel flusso dei visitatori perché essi corridoi rimangono invasi ed occupati da carrelli di servizio (per la raccolta degli imballaggi, per l’allocazione di prodotti mentre è in corso l’attività di vendita, et cetera); guai a far notare che l’area frutta-verdura, appena dopo l’ingresso, è tutto fuorché l’esempio del rispetto del preteso distanziamento sociale, e che il flacone del disinfettante è vuoto: da parte del responsabile o dei responsabili, muro di gomma e ridicole scuse accampate. Una barzelletta, poi, quella dei guanti di protezione che l’acquirente è tenuto ad indossare all’ingresso: spesso non ci sono, ed al loro posto ecco comparire i sacchetti su cui è stampigliata la scritta “guanto”, ma è materiale che pare concepito in funzione antiacquisti, tanto esso risulta di impedimento all’ordinaria attività prensile da parte di soggetto dotato di pollice opponibile; e se fai notare quel che qualunque direttore o vicedirettore o quel che sia nella struttura dovrebbe sapere ben prima di te, la risposta può essere anche un “Non si preoccupi, quando avrà superato l’area frutta-verdura potrà buttare il guanto”. Profilassi totale, davvero, ma state attenti e non reagite: vi trovate in territorio nemico, e se appena girate la testa ma avete orecchie buone, in qualche caso, vi accadrà anche di intraudire i motteggi alle spalle di questi svizzeri petulanti, in fondo, pretendono di dettar legge a casa altrui. Chiamatela, se volete, geometria variabile delle norme.

Ah, in ultimo: se fate acquisti per un controvalore di 154.94 euro o più e, come è legittimo, chiedete la documentazione da “tax free”, prendetevi un ampio margine di tempo ed armatevi di pazienza perché una volta il sistema si blocca, un’altra si dimenticano di allegare qualche foglio, un’altra ancora manca la carta ed un’altra ancora – abbiamo i testimoni – è in corso la formazione del personale sulla produzione dei documenti per lo stesso “tax free” proprio mentre voi vi trovate lì in coda; ed insomma, se siete “tirati” con il tempo (negli uffici doganali ci sono orari di apertura ed anche di chiusura) per il rientro sino alla frontiera, rischiate di buttar via quattrini che sono vostri, e non del signor “Eurospin”.

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