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Hockey Nl / Ambrì e Lugano: se stiamo sognando, non svegliateci

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Identici i risultati, identica la dinamica, identico il percorso. E identico l’effetto, un primo e fragoroso scossone alle pseudocertezze – ma non lo si era detto, per caso? – date dalla stagione regolare nell’hockey di massima serie: le due ticinesi, alla tappa inaugurale del pre-“play-off”, non solo vincono ma vincono fuori casa, azzerando l’invero magrissimo beneficio derivante dal piazzarsi settimi o ottavi anziché noni o decimi, e di mezzo, nella prima fase, c’era un bel carico di punti. Sia detto: qui a sud del San Gottardo stiamo tutti godendo come conigli in un campo di carote; proviamo però a metterci nei panni di quelli del Losanna, che all’ultima del torneo ordinario rimasero fuori dal gruppo delle prime sei vantando la stessa media-punti del BielBienne, e fra 48 ore potrebbero chiudere baracca. Non che al ServetteGinevra possano ridere: anche lì, qualificazione sfumata ad un nulla ed incombente rischio di fine corsa. Eeh: come spesso avviene, un goal basta quale discriminante, perché si vince o si perde sui particolari, ma che vi dobbiamo mai raccontare d’altro…; la cronaca, di suo, spiega ed insegna.

In Losanna-AmbrìPiotta 1-2, inevitabile avvio con forte pressione da parte dei padroni di casa; è però Inti Pestoni a colpire (6.16) sulla prima opportunità da “power-play”, Juuso Hietanen ed André Heim i collaboratori. Janne Juvonen capitola al 10.26 su conclusione di Ken Jäger, periodo al saldo sul pari nonostante gli uomini di Luca Cereda siano costretti al superlavoro difensivo. Ai 14 tiri (contro cinque) della prima frazione, peraltro, il Losanna ne aggiunge altri otto (contro uno) nella fase ascendente del periodo centrale, unica evidenza sul tabellino la penalità minore sul conto del biancoblù Tobias Fohrler; problema superato, di fatto, quando sullo scadere della panca-puniti identica sorte tocca ad Andy Miele sul fronte opposto. Ultimo tè, conflitto sui nervi, al 48.37 scappa la pazienza e due da una parte e due dall’altra trovano modo di finire simultaneamente in panca-puniti; e l’incontro sembra incanalarsi verso i supplementari quand’invece Brandon McMillan decide di farsi perdonare per la storiaccia di una recente penalità di partita, raccoglie da Inti Pestoni e fulmina Tobias Stephan (51.08). Il Losanna avrebbe ancora tanto tempo, ed a merito degli ospiti sta l’esser riuscito a far consumare minuti su minuti sino a rendere privo di efficacia anche l’esperimento con il “rover”. Consteranno, a conti fatti, 18 soli tiri dei leventinesi contro 36; rendiamo allora grazie a Janne Juvonen, il portiere dei prodigi e quant’altre belle cose, compreso il fatto che questa è la settima vinta di fila e sempre nei 60 minuti.

Quanto a ServetteGinevra-Lugano 1-2, Niklas Schlegel finalmente di ritorno a protezione della gabbia e questo sta a significare un totale di 44 parate su 45, bello stato di salute ed eccellente concentrazione. Di un altro rientrante, al secolo Mark Arcobello, il goal del vantaggio bianconero, minuto 8.07, “shorthanded” innescato da Alessandro Chiesa; margine prezioso, ma ad un passo dal primo rientro negli spogliatoi scatta una superiorità numerica di cui i ginevrini traggono un affare quasi insperato, e Sami Vatanen firma l’1-1 (19.43). Ispirazione di Calvin Thürkauf per il nuovo allungo del Lugano (25.47, Daniel Carr a bersaglio); contro la dinamica del confronto, il risultato si cristallizzerà in tal modo e con tal misura, e ad ogni effetto i bianconeri disporranno della pista evitando pericoli e prestando un’attenzione maniacale persino all’evitare le penalità. 52 secondi all’ultima sirena, portiere richiamato e Losanna a sei-contro-cinque: nulla di utile. 2-1 anche qui, non può essere tutto frutto del caso.

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