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Hockey Lna / Lugano, Pasqua di Resurrezione in anticipo: silurato Rasputin

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Grigorij Efimovic Rasputin, deceduto nel dicembre 1916 e reincarnatosi in tale Roland Habisreutinger nel gennaio 1973, dovrà cercarsi un’altra corte che non sia più quella degli zar di Russia – primo, perché non c’è più lo zarismo; secondo, perché la dinastia Romanov fu estinta con modalità drastiche fra il giugno 1918 ed il gennaio 1919, e quindi non sussiste nemmeno la possibilità di un impiego come giardiniere in villa privata – o quella della novella zarina del Ceresio, al secolo Vicky Mantegazza, che vivente è e meglio vivente sarebbe se l’Hockey club Lugano riuscisse a dare soddisfazioni almeno compatibili con gli investimenti in passione ed in denaro. Del menzionato Grigorij Efimovic Rasputin in arte Roland Habisreutinger, 46 anni sui documenti evidentemente contraffatti ma non proprio così bene come sembrano dimostrare giorno e mese di nascita (21 gennaio l’uno, 22 gennaio l’altro; non c’è differenza, solo che si metta nel calcolo anche lo scarto da fuso orario tra Pokrovskoe in Russia e Sierre nel Canton Vallese), si disfesciò Vicky Mantegazza giusto stamane, ossia quattro giorni dopo aver avuto Roland Habisreutinger – in qualità di direttore generale – a fianco nel saldare i conti con Greg Ireland allenatore dal contratto non rinnovato, e l’istesso con Jussi Silander che di Greg Ireland era il vice. Biglietto di sola andata per tutti, con sincero affetto ma con ancor più marcata determinazione.

Qualcuno sosterrà ora che la decisione era ineluttabile ed inderogabile: vero, ma non è detto che, per quanto necessaria ed anzi immediatamente necessaria, una cosa abbia luogo e sia fatta; in quest’ultima evenienza, per dire, Roland Habisreutinger sarebbe stato da collocarsi su un treno dopo ciascuna tra le cinque eliminazioni ai quarti di finale del “play-off” in Lega nazionale A fra il torneo 2009-2010 ed il torneo 2014-2015, e meglio dopo la salvezza rimediata al “play-out” nel torneo 2010-2011, oppure ancora – per opposto motivo: là l’insufficienza di risultati, qui la mancanza dello spunto per il definitivo salto di qualità – al termine di una qualunque fra le stagioni 2015-2016 (finale persa), 2016-2017 (semifinale persa) e 2017-2018 (finale persa); anche per via del fatto, insomma, che Vicky Mantegazza promette un ritorno ai fasti che mancano dalla primavera 2006, e Vicky Mantegazza non ama essere contraddetta.

Sarà dunque anche stata “prolungata”, come recita il comunicato-stampa diffuso, la riflessione dopo esame “in modo sereno e spassionato” sull’operato complessivo di Roland Habisreutinger; ma questa risulta una doppia condanna, mancati obiettivi nel campionato appena conclusosi e mancati obiettivi nell’arco di quasi 10 anni. Di fatto, il verdetto era scritto prima che l’ormai ex-direttore generale (quello delle scelte sempre strategiche, “E questo giocatore è il migliore disponibile in Europa, e quest’altro bisogna strapparlo con i denti, e quest’altro non va bene per noi”) entrasse in aula; la ricerca del nuovo direttore sportivo è annunciata come “già in corso”.