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Hockey / Ambrì, un “routinier” all’ultimo istante per dar linfa all’attacco

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Segnava parecchio, Brandon McMillan ora di anni 31, nella Western hockey league che tra le “iunior A” è sempre stata quella in cui viene praticata una difesa più ruvida, quattr’anni – ed un titolo – in maglia Kelowna Rockets oltre ad un oro e ad un argento tra Mondiali “Under 18” e Mondiali “Under 20” per convincere gli osservatori a spendere una chiamata al terzo giro – numero 85 assoluto – alla Selezione Nhl 2008, quota Anaheim Ducks. Non è che sbagliarono tutto, gli “scout” della franchigia californiana, per quanto sia agli atti che appena sopra, al 79, gli Ottawa Senators si presero Zack Smith, ed all’82, sempre dicendosi della concorrenza, alla dirigenza dei New Jersey Devils non parve vero di poter mettere le mani su Adam Henrique. Zack Smith e Adam Henrique erano ancora ai massimi livelli “pro” nella scorsa stagione, ed avendo ciascuno capitalizzato quattro volte le presenze di Brandon McMillan, di cui ci si occupa oggi risultando egli medesimo il rinforzo straniero dell’ultim’ora per l’ansiogeno ed asfittico reparto offensivo dell’AmbrìPiotta ormai sul piede di avviarsi nel torneo 2021-2022 dell’hockey elvetico di massima serie; annuncio di oggi, soluzione trovata con contrattino da “routinier” cioè un paio di mesi per conoscersi reciprocamente e magari ci scappa il prolungamento sino a fine campionato, todo depende.

Info sul soggetto: omonimo di un personaggio televisivo e scrittore statunitense che va per la maggiore nelle trasmissioni dedicate al mondo degli animali, 180 centimetri per 86 chilogrammi, ala, all’occorrenza centro, in passato anche schierato come difensore alla Paul Coffey in maglia Edmonton Oilers (nota per gli associati della “generazione Z”: lo “spot” di partenza era disassato rispetto all’altro elemento in linea, ottima modalità per le ripartenze su disco in rimbalzo lungo contro le assi); viene da Richmond, British Columbia, dove purtroppo per il citato Brandon McMillan maggior fama hockeystica ha ed avrà sempre Brent Seabrook per via di 1’237 partite in Nhl con 523 punti, e non è detto che la carriera non continui. Per il nostro, invece, 39 punti in 179 incontri distribuiti nell’arco di cinque annate, tanto su e giù con la Ahl (Syracuse Crunch, Norfolk Admirals, Pittsburgh Pirates) anche dopo il passaggio ai Coyotes sul tempo della ridenominazione tra Phoenix ed Arizona, indi Vancouver Canucks, al piano inferiore anche il piacere della divisa da vicecapitano con i Pittsburgh Pirates. Al di qua dell’Atlantico la soluzione professionale consigliata dagli agenti, prima la Germania ad Ingolstadt poi la Khl tra Medvescak Zagabria, Torpedo Nizhny Novgorod, Dinamo Riga, Avangard Omsk e Neftekhimik Nizhnekamsk; dopodiché si suppone che, all’udire dell’interesse venuto da luoghi con un nome almeno cristiano in quanto pronunciabile e soprattutto dopo aver alloggiato in Siberia ed in Tatarstan, Brandon McMillan abbia firmato alla cieca, due mesi benissimo niente obiezioni sono disponibile.

Proprio a mo’ di postilla, ma che nessuno si esalti: nelle pagine di un profilo risalente al 2014, a proposito di Brandon McMillan, si trovano soltanto lodi e peana. A questo punto due sono le possibilità: o ascaro, e dunque portatore d’acqua qui paracadutatosi nell’attesa di miglior telefonata, o quel tipo di agonista che ha bisogno di un bozzolo per esplodere, e che sul ghiaccio lascia solchi da trattore. In altre parole, amico del sole: con l’Ambrì puoi diventare eroe, solo che tu lo voglia e che non tiri indietro il braccio; vedi poi tu.

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