Home CRONACA Covid-19 in Ticino, si riparte. Da 800 morti e 50 terapie intensive

Covid-19 in Ticino, si riparte. Da 800 morti e 50 terapie intensive

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 11.23) Nel giorno in cui ha inizio la riscossa, nel giorno in cui prende corpo la campagna di vaccinazione grazie alla disponibilità di un primo lotto di dosi realizzate nei laboratori “Pfizer-BionTech”, il Ticino dell’era covidiana prende coscienza (o dovrebbe perlomeno farlo…) della drammaticità di una situazione che gli esperti ci avevano invece descritto come impossibile, dal momento che – e le voci levatesi a sostegno di tale tesi erano innumerevoli – alla seconda ondata del “Coronavirus” noi tutti saremmo stati “meglio preparati”. “Meglio”, no di sicuro, a rigore di cifre; e “preparati”, forse nemmeno: con le sette vittime accertate nel transito da ieri all’alba di oggi, 800 in tutto (350 nella prima fase, 450 nella seconda; gli ultimi 100 nell’arco di due settimane) risultano i decessi da attribuirsi alla pandemia sul territorio; nel dovuto computo, è come se dalla nostra cartina geografica fosse scomparsa l’intera Giornico. Non solo: pur confermandosi per il secondo giorno consecutivo un numero relativamente basso – 149 – di nuovi casi, riscontrasi l’avvenuto raggiungimento di quota 24’000 contagiati (24’138); per effetto dell’ingresso di 17 persone in strutture nosocomiali, e nel contempo della dimissione di soli sei pazienti, i degenti salgono a quota 388, con un nuovo ed allarmante picco di 50 persone ora ricoverate in reparti di terapie intensive. Invariati e dunque in fotocopia i riscontri accessori: sempre nell’ordine di un “test” positivo ogni cinque effettuati, in dato compiuto al 21 per cento, i tamponi sottoposti a controllo in laboratorio (1’251 nella giornata di lunedì 28 dicembre); 1’391 i soggetti in isolamento, 2’327 quelli in quarantena a rigore di valori aggiornati a mercoledì 30 dicembre.