Home POLITICA L’editoriale / Caro presidente, è verità e null’altro che verità

L’editoriale / Caro presidente, è verità e null’altro che verità

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Non sorprende il fatto che Piero Marchesi, presidente dell’Udc Ticino e lanciatosi in corsa per il Consiglio di Stato di cui non fece mai parte (spiace il preconizzargli una conferma: non entrerà) e mai visto dalle parti del Gran Consiglio nemmeno come spettatore (a men ch’egli vi sia andato un 32 febbraio: in tal caso non eravamo lì noi), non sorprende il fatto, dicevamo, che Piero Marchesi si sia rivolto alle capaci ed accoglienti colonne di “TicinoNews.ch” per screditare un articolo pubblicato avant’ieri sul “Giornale del Ticino”; meglio egli avrebbe fatto inviando due righe a noi, ché un diritto di replica (se contestuale; in ogni caso, non senza adeguata risposta) non si nega a nessuno, ed anzi, esso è ontologico prima che deontologico. Con noi, stamane, Piero Marchesi pretendeva invece un colloquio telefonico, sostenendo che una certa vicenduola afferente al partito era stata trattata in modo “diffamatorio” (testuale). Dal momento che questo è un giornale e non un ufficio per le pubbliche relazioni, abbiamo serenamente declinato: verba volant, e ci scoccia il dover passare tempo ad accendere registratori per “avere le prove” di quanto detto, et similia. Sapete: giornalisticamente parlandosi siamo della vecchia scuola, una parola data era una parola senza bisogno di troppi marchingegni.

Aspetto rilevante, al di là del giudizio espresso sulla professionalità (per lui, assente; ma Piero Marchesi non è un parametro in tale materia) dei compilatori del “Giornale del Ticino”, è quel che il presidente dell’Udc Ticino racconta, confermando addirittura nei particolari quanto abbiamo scritto; e cioè che chi paga, chi ha messo denari, nella campagna elettorale dell’Udc viene “spinto” mentre chi non paga scivola tristemente fra i destinatari della “damnatio memoriae”. Al candidato Udc per il Legislativo, in comunicazione diretta ed a quanto pare anche a margine del congresso cantonale ultimo scorso, erano stati offerti due pacchetti per la comunicazione ad uso interno e con qualche evidenza verso l’esterno: per 300 franchi la versione “standard”, 3’000 “santini” stampati e tagliati, servizio fotografico (una foto – una – “eseguita da fotografo professionista”), pubblicazione sulla pagina “Facebook” dell’Udc Ticino; per 1’000 franchi, e definiremo questa come versione “premium”, 3’000 santini stampati e tagliati, servizio fotografico (sempre la foto – una – “eseguita da fotografo professionista”), volantino “in distribuzione durante gli eventi”, “santino” animato (video) sponsorizzato su “Facebook” e su “Instagram”, due articoli sul sito InterNet www.udc-ti.ch e poi rilanciati su “Facebook” in versione sponsorizzata, un articolo sul periodico “Il paese”, foto e dati personali sul sito InterNet www.udc-ti.ch e “piedone” da mezza pagina (in versione collettiva, si immagina) sul “Mattino della domenica”. Un’offertona, eh? Ti stampiamo i “santini”, incredibile, siamo già ai “santini” (che vanno via a prezzo politico in qualunque tipografia, ma questo non entra in linea di ragionamento). Ti mettiamo su “Facebook”, sai? Addirittura ti facciamo girare su “Instagram”, hai visto mai? Poi ti càpita il giorno – tipo oggi – in cui “Facebook” non va in tutto il mondo ed “Instagram” annaspa, e tanti saluti alla cuoca. E vuoi mettere il caso dei due articoli sul sito “web” dell’Udc, dico, non c’è ticinese che non si svegli mezz’ora prima per il timore di non essere il primo a leggerti? E la foto, wow, la foto che imprescindibilmente sarà realizzata in un posto specifico, pensate un po’ al candidato dell’Alta Leventina che debba scendere ad Agno in una delle quattro date messe a disposizione – tre infrasettimanali ed un sabato… – a cagion di tale bisogna…

Per 300 franchi il pacchetto versione “standard”, per 1’000 franchi il pacchetto versione “premium”. E per zero franchi? Per zero franchi, il pacchetto versione “paria”, nome e cognome e indirizzo e numero sulla lista, rangévas. O si passa alla cassa, o niente. Di più: passare alla cassa per un prodotto confezionato secondo le decisioni di non si sa bene chi, senza indagine di mercato, senza discussione, senza esame delle opportunità, senza un’idea di comunicazione coordinata, senza una traccia (lo stesso “slogan” adottato, ossia “Ci rubano il futuro”, non gode di unanime consenso all’interno dell’Udc. Il parere più positivo intraudito in questo periodo è un “Boh”, altro che soggetto sottinteso). Di che si lamenta, allora, Piero Marchesi? Dell’essere stato riferito quel che si sa? Carta canta. O dell’essere stato messo in dubbio il criterio di equanimità? Ma l’hanno visto tutti: aprendo il sito InterNet del partito, e poi buttando uno sguardo alla pagina cartacea dell’ultimo “Mattino della domenica”; ne cavò un commentino salace persino Corrado Mordasini sul “GasSocial”. O del timore di un’operazione in corso e tesa a spiegare quel che accade in casa Udc? In questo senso veniamo incontro a Piero Marchesi: sì, questo è esattamente il compito del cronista. Il quale non può passare sopra a qualche “tackle” a piedi uniti da parte del centrocampista, a qualche uscita avventata del portiere, a qualche svarione degli attaccanti.

Post scriptum – Presidente, ci legga anche domani. Magari troverà in pagina qualcosa di interessante, o qualcosa che la riguarda. Vero: non è detto che i due concetti debbano coincidere. O l’un tema o l’altro, via.