Home CRONACA «A Locarno non si entra». E il treno storico “muore” a Cadenazzo

«A Locarno non si entra». E il treno storico “muore” a Cadenazzo

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Imprevisto in cui il grottesco sembra prevalere di gran lunga sull’inatteso è quello che toccò ieri ad un bel numero di appassionati dei treni d’epoca, fra passeggeri e semplici spettatori assiepatisi sul tracciato previsto, dacché il convoglio a vapore messo sui binari a Luino per raggiungere Locarno lungo l’asse del Gambarogno non trovò modo di giungere a destinazione, bloccandosi alla stazione di Cadenazzo e lì rimanendo sino al momento di riprendere la via verso il punto di origine del viaggio organizzato quale proposta da… turismo rievocativo. Nella programmazione – ben annunciata e ben nota da tempo – degli ideatori dell’evento, al secolo i membri dell’associazione “Verbano express”, il percorso in andata si sarebbe per l’appunto dovuto dipanare su 43 chilometri e mezzo anziché sui 31 effettivi coperti dai vagoni al traino del formidabile locomotore Br50-3673, autentico concentrato di tecnica e di storia (produzione anno 1941 negli stabilimenti della “Albert Borsig Maschinenbau Ag” ovvero “Rheinmetall-Borsig Ag” di Berlino, poi in servizio su reti del territorio del Reich sino a fine del Secondo conflitto mondiale, indi operativa nella Ddr e, grazie a vari interventi di miglioria, utilizzata sino all’ottobre 1987 con 2.5 milioni di chilometri sotto le ruote).

A Cadenazzo, invece, lo “stop” imposto, pare a causa del sovraccarico di treni sulla linea e dunque dell’impossibilità di “infilare” il treno a vapore all’interno della cosiddetta “capacità” della tratta Cadenazzo-Locarno. Sviluppo: treno lasciato come un naso in mezzo alla faccia proprio lì a Cadenazzo, luogo che tanti pregi ha fuorché l’apparire di interesse culturale per l’occasionale visitatore, indi sosta prolungata con massimo beneficio rappresentato dallo sgranchimento degli arti inferiori e superiori (fascinoso ma non privo di scossoni, il viaggio in carrozze che risalgono al tempo del Carlo Cùdega), indi risalita a bordo e rientro sino a Luino con metodica copertura dei 31 chilometri rimanenti, tra sbuffi di vapore e fischi in abbondanza. Mistero misterioso, chissà che dagli ambienti delle Ffs giungano prima o poi due righe per lo spiegone sull’accidente occorso. Anche per via dei buoni rapporti transfrontalieri, si capisca.