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Da Chiasso a Trieste, nuova vita per la mostra su Marcello Dudovich

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Eguali i contenuti, eguale la denominazione, eguale l’impronta. A Trieste da Chiasso, dove aveva trovato sede ed allestimento per le cure di Roberto Curci e di Nicoletta Ossanna Cavadini rispettivamente storico dell’arte e direttrice del “Max museo”, è approdata in questi giorni la peculiare mostra dedicata alla figura di Marcello Dudovich in dimensione sino all’altr’ieri poco indagata o, se si vuol essere meglio congrui al reale, scarsamente percepita quale percorso integro e parallelo anche perché mai i singoli valori pertinenti erano stati raccolti e ricondotti ad un “Leitmotiv”: non al Marcello Dudovich pittore e pubblicitario dalla consistente produzione cartellonistica, ma al Marcello Dudovich fotografo “tra arte e passione” era stata dedicata la rassegna conclusasi a febbraio, e di nuovo sul Marcello Dudovich fotografo “tra arte e passione” – di fatto, in replica per contenuti e fatte salve le differenti esigenze di allestimento – fa perno l’evento ora accolto nelle ex-sccuderie del museo e del parco al castello di Miramare in Trieste, dove l’artista – dalmata in linea ascendente dal padre Antonio, cittadino invece per parte di madre che era una Cadorini (in alcuni testi, curiosamente ridotta a “Cadorin”) di nome Elisabetta detta Elisa – era venuto alla luce nel marzo 1878. Oltre 300 le opere; notevolissimo, tanto di più alla luce delle restrizioni di carattere igienico-sanitario, il consenso ottenuto dalla mostra in questa prima settimana di apertura al pubblico, e numerose le prenotazioni già giunte per il periodo da qui a febbraio 2021 (tra l’altro, in visita a Miramare andranno in settembre – con programma da definirsi nei prossimi giorni – anche gli “Amici del Max museo”, nell’occasione per un ampio “tour” nell’area triestina). Nella foto, un momento della conferenza di inaugurazione; altre immagini sulla nostra pagina “Facebook”.