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Stabio, a Santa Margherita una passerella saltaguado sul Gaggiolo

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Un ponte in più sul Gaggiolo, da territorio di Stabio a territorio di Stabio, in prossimità della frontiera ma sul lato di Santa Margherita: progetto, anzi, idea già sul campo, investimento contenuto per entità trattandosi in previsione di circa 30’000 franchi tra passerella, sistemazione dei sentieri, allacciamento all’esistente rete dei sentieri su sponda destra e adeguamento del sentiero presente su sponda sinistra. A volere tale struttura, di cui a dirsi il vero si favoleggiava già parecchi anni addietro, sono autorità municipali e responsabili del “Consorzio manutenzione arginature Mendrisio”, a valorizzazione di due comparti (i “boschi di svago” del Gaggiolo e quello delle fonti del Laveggio) in un colpo solo ed in soluzione di un problema magari non primario, ma avvertito e, come tale, preso in considerazione ed in esame: ad oggi il Gaggiolo, che proprio nella zona di Santa Margherita vive un ultimo sussulto di elveticità prima di consegnarsi definitivamente al potere amministrativo di Tricoloria, è attraversabile lì solo a guado e, di fatto, per pochi mesi l’anno, cioè quando la portata delle acque è minima. Questione di sicurezza, si dirà, come peraltro constatano gli appassionati di “mountain bike” ed i camminatori cui quell’area non dispiace davvero.

Un corso una storia – Del Gaggiolo, sia detto, si parla poco; pochissimo, rispetto al suo valore naturalistico ed alla sua capacità di raccogliere e di esprimere le “diversità” dei territori a cavallo del confine. Il Gaggiolo è infatti torrente e fiume, secondo i casi e secondo suo uzzolo, ed a dipendenza dei luoghi muta d’accento, d’ansa, di pensier e financo e di spesso nel nome, sicché è Gaggio o Gaggiolo alla sorgente dalle parti di Meride ora momoizzata, Clivio in Azzurrolandia varesina sin verso la frontiera, Gaggiolo di nuovo a ridosso di essa e giustamente laddove da mezzo millennio esso forma confine tra Cantello che fu Cazzone e Stabio, quand’invero prima esso meramente fluiva sotto il gruppo delle cascine in terra del Ducato di Milano, e come Gaggiolo entra nel Comasco – da Santa Margherita, giust’appunto – dimenticandosi d’essere torrente e passando al grado di fiume vero e proprio quale Lanza o Anza o Ranza secondo gli usi locali attestati dalla memoria; ed è ancora Lanza o Anza o Ranza – ma non prima d’essere divenuto Morea per breve tratto – al nuovo transito nel Varesotto laddove ha luogo l’immissione nell’Olona, sotto la Folla di Malnate, avendo qui assunto popolarmente il nome di Cuéta. Tutta questa dissertazione geografica ed onomastica, non priva tuttavia di appendici storiche, per far capire quanto il corso d’acqua sia ricco e latore di informazioni e di curiosità, oltre che presenza caratterizzante per luoghi dal vasto interesse culturale e naturalistico: proprio nel punto in cui sorgerà il ponte, del resto, si manifestano manufatti ed infrastrutture calati nel paesaggio, realtà dunque “da preservarsi e da salvaguardarsi”.

I particolari – La soluzione tecnica identificata consiste in una passerella orizzontale, a sviluppo in solo legno, da installarsi nella sezione appena a monte dell’odierno guado (primi 15 metri lineari). I percorsi pedonali e ciclabili saranno garantiti pertanto in ogni momento dell’anno e con qualunque condizione atmosferica, risultando di fatto a saldatura del sistema di collegamenti in parte tracciato ed in parte da ricomprendersi nel progetto di valorizzazione del contiguo Parco del Laveggio nella porzione terminale, fronte a ridosso dei vecchi cippi confinari. In foto, la zona del guado del Gaggiolo a Stabio, frazione Santa Margherita, nel periodo estivo; altre immagini sulla nostra pagina “Facebook”.