Home NEWS IN HOME Hockey Nl / Psicodramma Lugano, l’Ajoie passa ai rigori ed è notte...

Hockey Nl / Psicodramma Lugano, l’Ajoie passa ai rigori ed è notte fonda

12
0

Di tutto, all’uscita dalla “Resega” di Porza, stasera: nel mormorio disincantato dei tifosi, il “Richiamate Gianinazzi” (Luca Gianinazzi, silurato giusto due mesi addietro dalla conduzione della squadra. Non che sia andata molto meglio, dopo, con Uwe Gerd Krupp) è scivolato in mezzo ai motteggi di chi, forse per esorcizzare la paura fattasi ora incubo, in do-re-mi bemolle-mi si è messo a canticchiare qualcosa sul genere del “La serie B è un pianeta fantastico”, con il corollario del “Noi giocheremo in serie B / andremo a Sierre il martedì / e in Turgovia il venerdì”. È già il meno del problema, questo esprimersi a voce sommessa e a denti stretti: almeno si percepisce una reazione, da parte del popolo giallonero, e non importa se si tratta di una reazione di pancia. Dentro alla “Resega”, sino a qualche minuto prima, c’era il gelo, c’era la desolazione, c’era l’odore del “Non può essere, non posso essere qui per questo, non potete farmi questo”: Ed invece, il Lugano dell’hockey di National league è da stasera un po’ più lontano dalla permanenza nella categoria: all’esordio nel “play-out”, pozzo cieco in cui i bianconeri si sono cacciati per proprio demerito e non per effetto di una congiunzione astrale, sconfitta interna per mano dell’Ajoie, ultimo della pista, ora sotto le cure di Greg Ireland che fu alla transenna bianconera in parte del 2011 e poi ancora fra metà gennaio 2017 e giugno 2019. 0-1: certo, la serie va al meglio delle sette partite. Ma al momento è 0-1, perso il vantaggio del fattore-pista, perso il confronto che in ogni modo – anche spurio, anche pasticciato, anche deprecabile, anche orrendo per qualità dell’offerta – era da vincersi, nessun’altra opzione consentita.

E sì che, per arrivare al supplementare in cui Marco Maurer di anni 37 e difensore infilerà il disco del 3-4 alle spalle di Niklas Schlegel, il Lugano aveva prodotto 36 tiri contro 17 prevalendo in ciascuna delle tre frazioni (17-6, 10-4, 9-7) ed in tre distinti momenti si era trovato a percepire una brezza favorevole spirante alle spalle: sull’1-0 di Marco Müller (11.53), sul 2-1 di Daniel Carr (26.26, a cinque-contro-tre, assist di Luca Fazzini) e, per paradosso, quando sul 2-3 è stato buttato in pista il tutto per tutto, fuori il portiere e dentro il “rover”, soli 98 secondi all’ultima sirena; di Mark Arcobello il suggerimento, di Luca Fazzini l’irriducibile la firma sul 3-3, minuto 59.13. Tutti, fors’anche sulla panca dei giurassiani, a credere che le cose avrebbero ripreso un corso secondo gerarchie. Bella banda di illusi, ecco.

Di suo, l’Ajoie ha speso energie trovandole anche dove di solito non aveva attinto acqua: una doppietta (21.45, a cinque-contro-quattro; 42.45, a cinque-contro-tre) da Terrence James Brennan, braccio atomico ma soli sei goal nell’intiera prima fase, ed oggi perfetto clone di Julius Nättinen assente per infortunio; i mostruosi 25 minuti e 28 secondi di Matteo Romanenghi schierato in primo blocco con l’anziano ma strategico Pierre-Edouard Bellemare, 40 anni appena compiuti e 27 minuti e 40 secondi sul ghiaccio, da entrambi un lavoro improntato al tamponamento ed al contenimento; la ritrovata puntualità da finalizzatore di Marco Pedretti, suo il 2-2 del 36.27 dopo prima attribuzione a Jonathan Hazen, di mezzo anche la deviazione di un difensore, altra superiorità numerica tradotta in numeri sul tabellone. Ecco, dalle situazioni speciali una possibile chiave di lettura: efficacia Lugano, 25 per cento; efficacia Ajoie, 60 per cento. Cifre davanti alle quali perde senso anche l’esistenza di un piano-partita (siamo forse alle amichevoli pre-stagione?), non volendosi dire della pazienza, qui anche in materia di materiale umano impiegato.

Secondo appuntamento alle ore 20.00 di lunedì, in quel di Porrentruy. Fa persino rima, e sul do-re-mi bemolle-mi suona malamente profetico.