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Calcio / Missione compiuta, Lugano agli ottavi di ConferenceLeague

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Con un 2-2 concesso al Pafos in quel di Thun, il Lugano ha portato stasera a termine una fra le tappe poste ad indice di qualità nella stagione pedatoria 2024-2025: dopo le buone prove offerte sia in Champions’ league sia in EuropaLeague, centrata la qualificazione alla seconda fase della ConferenceLeague e, per di più, con diretto passaggio agli ottavi di finale; terzo miglior piazzamento (“ex-aequo”) su un totale di 36 squadre, e sarebbe stato un secondo posto in solitaria se proprio agli sgoccioli del confronto con i ciprioti non fosse scappata alle marcature la sagoma di tale David Goldar Gómez, formalmente difensore, effettivo latore di cabeza urticante a scavalcamento di un Amir Saipi dalla serata, diciamo, non esattamente memorabile. Ma va bene così, va strabene, anzi: tra le prime otto ci sono nomi dal calibro indiscutibile, metti in conto Chelsea e Fiorentina e Vitoria Guimaraes e quello stesso Legia Varsavia che, dopo aver stradominato nei primi quattro turni (tutte vinte e zero goal al passivo), era stato stordito dal Lugano a domicilio appena una settimana fa ed oggi è mal cascato sul campo del Djurgardens, altra promossa diretta.

Della partita, vissuta con un bel carico di apprensione perché il superamento del turno era dato (si trattava di infilarsi nel lotto delle prime 24, i numeri garantivano una qualificazione per via dell’aritmetica) ma sussisteva il rischio di non passare nel lotto delle elette, si sappia che dopo cinque minuti gli insulari del Pafos si sentivano in Paradiso ed i rivieraschi del Ceresio non osavano credere a quel che avevano appena visto: conclusione di Joao Correia, “sdeng” su un palo, Amir Saipi è ben presente ma sul lato delle terga, sfera che allo “sdeng” aggiunge un “bof” stampandosi sulla schiena del portiere e poi adagiandosi in rete. Pareggio rimediato nel volgere di tre minuti, merito di Mohamed Belhadj Mahmoud; alla mezz’ora, Joao Correia ammonito per simulazione su intervento pesantuccio (era da rigore? Beh, era almeno fuori dal galateo) da parte di Uran Bislimi; il tempo di passare dall’altra parte del campo ed ecco (32.o) la firma di Mattia Bottani beneficiario di un pallone vagante e lestissimo. Un’occasione per parte nella ripresa (51.o, Pafos a bersaglio ma fallo constatato e dunque n ulla di fatto; 56.o, Mattia Bottani per Renato Steffen ma sfera alle stelle), indi il finale descritto.