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Valle Formazza (Vco): estrazione illegale di minerali rari, tre uomini nei guai

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Fra quota 2’500 e quota 2’700, per di più in prossimità di un passo, trovi escursionisti o alpinisti “tout court” e non ti aspetti di vedere qualcuno che stia usando martelli pneumatici e trapani, soprattutto se in quella zona non sono presenti rifugi o capanne o bivacchi o basi temporanee che siano utilizzate per opere di consolidamento di sentieri o vie ferrate. Sorpresi dunque gli stessi uomini della Guardia di finanza, stazione “Soccorso alpino” in Domodossola (Verbano-Cusio-Ossola), nell’intercettare giorni addietro tre persone che in prossimità del Passo di Lebendun (Alta Valle Formazza) avevano fissato un campo per l’estrazione illegale di minerali rari dalla montagna; attività condotta in dispregio di specifiche norme e chiaramente condotta su scala “industriale”, vale a dire mediante l’utilizzo di gruppo elettrogeno, demolitore elettrico, trapano professionale a percussione ed altri arnesi da scavo; presenti inoltre una tanica di benzina ed un sacco da carico per elicotteri.

A tradire il gruppetto di abusivi è stato per l’appunto il rumore generato dal martello pneumatico, rumore rilevato durante un’ordinaria ispezione di controllo doganale sulla linea di confine tra Svizzera ed Italia nella zona fra Punta del Sabbione ed Albrunhorn. Una volta constata la situazione, a carico del terzetto è scattata la denuncia per furto aggravato di minerali e per violazione del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (deturpazione irreparabile in area alpina protetta, ad altitudine di oltre 1’600 metri). I materiali estratti e gli attrezzi da lavoro sono stati posti sotto sequestro e trasferiti alla “Caserma Ferdinando Urli” in Domodossola con un elicottero proveniente dalla “Sezione aerea” della Guardia italiana di finanza in Varese.

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