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Suffragio femminile cantonale, Coira celebra il mezzo secolo

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Ancora lontano dalla media nazionale, il Canton Grigioni, per quanto riguarda la rappresentanza femminile in Gran Consiglio: alla grossa, una deputata ogni quattro deputati di sesso maschile, 21.7 per cento sul totale, Nidvaldo e Glarona i compagni di viaggio nelle retrovie. Poco ma moltissimo se si pensa al fatto che solo 50 anni or sono come oggi addì 5 marzo, ed era anche quello un fine-settimana, alle donne venne concesso il diritto di voto e di elezione per le questioni cantonali (le prime tre deputate, nel 1973, furono Ida Derungs – nel 1986, prima donna presidente del Legislativo cantonale – per il Pdc, Elisabeth Lardelli per l’Udc e Lisa Berner per il Pld): tema, questo, che viene ricordato in queste ore con vari eventi sul territorio, ad esempio una mostra inaugurata stamane alla “Rathaushalle” di Coira e dedicata al suffragio femminile (in mattinata, parte ufficiale affidata a Jon Domenic Parolini, consigliere di Stato); altre celebrazioni seguiranno con programma itinerante nelle singole regioni (date certe: giovedì 30 giugno a Pontresina, sabato 27 agosto a Davos). 50 anni or sono, si è detto, in apparente cortocircuito: il “via libera” fu dato un anno dopo che alle donne era stato garantito il diritto di voto e di elezione a livello federale.

Paradosso, questo, che si sommò alla lunga polemica – potrebbe bastare ora una rilettura dei giornali dell’epoca, in particolare nelle rubriche della “Posta dei lettori” – sia precedente sia seguente all’autorizzazione del voto femminile in àmbito comunale, anno 1962; l’esercizio ebbe in realtà luogo per la prima volta solo nel 1968 ed in sole cinque realtà, vale a dire Coira, Marmorera (ora parte del Comune di Surses), Pontresina, Sils/Siglio in Domigliasca e Landarenca (ora parte del Comune di Calanca, dunque unica presenza del Grigioni di lingua italiana); nello stesso 1968, tuttavia, venne respinto l’estensione del diritto di voto e di elezione a livello cantonale. Ci vollero altri quattro anni prima che avesse successo un nuovo tentativo di far passare l’equiparazione, ed anche qui con evidenza prima a livello federale essendo stata approvata, ad inizio febbraio 1971, la modifica costituzionale per la… futura concessione alle donne di quei diritti politici sino ad allora riservati ai soli uomini. Punto di arrivo e di ripartenza, come detto, il 1972, quando con il consenso del 72.2 per cento dei cittadini andati alle urne l’istanza pertinente al contesto cantonale ed a quello dei Circoli – istanza, come abbiamo visto, curiosamente preceduta da quella federale – andò a sua volta a precorrere un’effettiva e completa applicazione del diritto di voto in contesto comunale, risultando ancora a quel momento un blocco all’accesso in ben 153 dei 219 Comuni a quel tempo esistenti.

L’ostracismo all’uniformazione su ogni livello, nonostante ripetute sollecitazioni tanto istituzionali quanto popolari, rimase materia quotidiana nella pratica: ancora nel 1983, cioè due anni dopo che l’uguaglianza giuridica tra uomo e donna era stata fissata nella Costituzione federale, in 13 Comuni del Canton Grigioni (tra cui Buseno) la situazione risultava immutata circa i diritti comunali. Ultima trincea di una battaglia in retroguardia, e che si chiuse lì, su atto d’autorità da Coira.