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Stabio, panettoni… clandestini inchiodati sui confini

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I margini, per carità, ci sarebbero anche: comperi all’ingrosso e paghi due ma rivendi a tre con marchio altrui o a tre e mezzo con marchio tuo, salti la trafila dell’importazione regolare, eviti il problema del trasportatore esterno, figurarsi. Gli è che tra un tortino clandestino e 100 e rotti panettoni corre un filo di differenza, come da vetturale in viaggio con il carico (anonimo per timbri quanto si voglia, ma suddiviso in 17 scatoloni che danno per forza nell’occhio) ti trovi a dover constatare davanti agli occhi di operatori dell’Ufficio federale dogana-sicurezza confini; e ciò avvenne alle ore 22.02 circa di lunedì 11 dicembre, come s’apprende oggi, in territorio comunale di Stabio, su ingresso di un “van” dal Varesotto via valico in frazione San Pietro. Linea di confine superata senza problemi, certo, trattandosi di punto di frontiera presidiato “non in modo statico”; al primo incrocio, controllino e necessarie constatazioni. Dalle quali emerse che: a) la merce non era stata dichiarata (ovvio); b) l’intera produzione era partita dal laboratorio di una pasticceria italiana; c) finalità era non un giro di regali tra parenti ed amici del conducente ma la rivendita dell’intera partita in territorio elvetico e per tramite di una società con sede nel Sopraceneri; d) ad aggravio, il guidatore-trasportatore era – come è – alle dipendenze della società sopra indicata, e dunque si ha un elemento di comprova in più circa le intenzioni di reinserimento dei prodotti nella filiera commerciale; e) il traffico illecito complessivo sarebbe risultato pari a 600 pezzi anziché 100 e qualcosa, e ciò grazie a successive importazioni. Tutto chiaro, e tutto conseguente: per la merce, sdoganamento obbligato con il pagamento del dovuto; a carico del trasportatore, o di chi per lui, una multa.