Home CRONACA Il caso / Venditore porta-a-porta. Ma per farsi aprire usa un trucco

Il caso / Venditore porta-a-porta. Ma per farsi aprire usa un trucco

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ll garantismo è una cosa; quando si ha tuttavia sensazione di un trucchetto molto ma molto oltre la soglia del lecito, giusto che si alzino le antenne. L’hanno fatto in queste ore alla “Assofide Sa”, che nel mondo delle gestioni immobiliari in Ticino ha un bel peso, con avviso agli inquilini degli stabili amministrati: se qualcuno si presenta a nostro nome ed afferma di essere autorizzato e chiede o addirittura pretende di entrare nel vostro appartamento, opporre un reciso rifiuto (a muso duro, anche alzando i toni, come suolsi dire) e chiamare invece il più vicino posto di polizia. Il “qualcuno”, su foglio che gli inquilini stessi hanno ricevuto, ha nome cognome e persino fotografia e, proprio perché quadretto non è se cornice non c’è, opera per un’azienda con sede a Mendrisio (controllato: risulta regolarmente a Registro di commercio). E perché Tizio – identità nota alla redazione del “Giornale del Ticino” – starebbe tentando di accedere alle abitazioni altrui? Per piazzare un prodotto, un articolo di quelli che servono per la pulizia domestica; facciamo che sia un aspirapolvere, toh, e si pensa di non essere lontani dal vero.

Un problema di malgarbo, di parole buttate lì dall’imbonitore per forzare la mano, di chiacchiere al vento e che fanno perdere tempo? Di sicuro, ma all’insistenza si sarebbe aggiunto altro: la spendita, in modo illecito, di un’autorizzazione esplicitamente ricevuta dai responsabili della “Assofide Sa”. I quali responsabili cascano dalle nuvole, replicano di non aver permesso alcunché e si inalberano: più soggetti si sarebbero infatti presentati “in stabili da noi amministrati” sostenendo di dover entrare ad ogni costo “per effettuare misurazioni delle onde magnetiche”. Tale salvifico intervento sarebbe effettuato (occhio, la questione si complica) non solo su “incarico” da parte dei vertici “Assofide Sa”, ma addirittura “in collaborazione con il Cantone e con la Polizia comunale di Locarno”. E si direbbe, d’acchito, che né sull’uno né sull’altro fronte di tale iniziativa si abbia notizia.

Cose certe, a questo punto, due. La prima: tale comportamento non è nuovo, e per miglior precisione pare che già a luglio dello scorso anno vi fossero state occasionali informative in tal senso. La seconda: il “tam-tam” fra amministratori dei condomini e proprietari ed inquilini sta producendo qualche effetto, se è vero che sui “social” è comparso un paio di reazioni stizzite da parte – ma guarda il caso – di un operatore della stessa società, o di qualcuno in suo conto; di una parte in causa, insomma. Il tono: “E noi qui, e noi qua, e noi facciamo questo, e noi facciamo quest’altro”. Non una parola di confutazione a quel che viene contestato nella sostanza, cioè l’approccio con trucchetto. Oh, già: si avverte rumor di ferraglie avvocatizie e si annusa odore di denunzie e di diffide, non necessariamente in quest’ordine; ma questo sarà discorso di domani.

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