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Hockey Nl / “Play-off” amaro: improvvisa apnea, Lugano affondato dal Rappi

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Serata da macchina delle sberle accesa e straoliata, questa che si è appena chiusa, nei quarti di finale dell’hockey di massima serie. Suona male un 8-3 del ServetteGinevra in trasferta? Malissimo, per il FriborgoGottéron. E quale può essere lo stato d’animo nelle file del Losanna, reduce dall’aver buscato in casa uno 0-3 dagli Zsc Lions? Non servono sforzi di immaginazione, proprio no. Ma peggio di tutti sta il Lugano che, dopo aver surclassato i RapperswilJona Lakers per numero di tiri (17-10, 17-9, 12-3, totale 46-22) nell’arco dei 60 minuti, e dopo aver dominato per buoni sette minuti nel supplementare con parziale di cinque conclusioni contro zero, è d’improvviso andato in apnea, due penalità minori a causare il primo affanno, produzione offensiva annullata, ospiti trasformatisi da vittime sacrificali a martellatori impietosi, ed alla sesta conclusione ecco il botto, in goal Sandro Forrer su assist di Frantisek Rehak e di Martin Ness, 2-3 che ribalta le dinamiche della serie al meglio delle sette partite. Minuto 77.21 ed il mondo si sossopra, nella versione reseghiana delle cose che non si dovrebbero né fare né far vedere sempre se un valore qualsiasi ha il divario tra le due squadre sul lungo periodo (secondo contro decimo posto, 33-19 contro 18-32 i “record”, “più 23” contro “meno 39” nei saldi tra goal realizzati e goal subiti, così in stagione regolare).

Se per vincere bisogna curare i particolari, a condannare il Lugano sono stati stavolta i frammenti dei particolari. Si capisce la stanchezza, si capisce l’impossibilità di restare sempre lucidi, si capisce l’acido lattico nelle ginocchia; fiaccanti sono state tuttavia, nel prolungamento, due penalità minori buscate quasi di fila (68.41, Dario Bürgler; 70.53, Julian Walker), perché da quel momento gli uomini di Serge Pelletier non hanno più trovato un bandolo e tutto hanno concesso. Vanificato quindi lo sforzo compiuto nel rimontare per due volte, sì, anche lì contro la logica e contro l’inerzia della partita: in entrambe le circostanze su ispirazione di un Luca Fazzini mai così determinato, doppio assist per Giovanni Morini in “power-play” (16.03, 1-1) e per Dominic Lammer (39.26, 2-2), e ci si potrebbe anche domandare come sia possibile che sul fronte opposto si siano messi a segnare un Michael Loosli (14.05) ed un Jeremy Wick (30.51), elementi cumulativamente fermatisi a 10 goal in 84 incontri disputati sino a stamane. Ma certo: avendo così poco da perdere ed essendosi già esaltati nel buttar fuori il BielBienne con un 2-0 secco nel pre-“play-off”, i Lakers sentono moltiplicarsi energie ed ambizioni, se la giocano sempre ed in ogni caso, faticano come bestie da soma, soccombono brutalmente nelle statistiche eppure. Quale sommario parametro basti il computo sul saldo nei tiri: contro il BielBienne, “meno sei” e “meno 12” in due vittorie (2-1 e 3-1); contro il Lugano, “meno 14”, “meno 18” e “meno 23” in due vittorie (4-1 e 3-2) ed una sconfitta (2-6). Non sempre, insomma, servono un Audie Murphy ed un Charles Drake per far comparire sulla scena – di un “western”, o di un incontro di hockey, poco cambia – una pallottola senza nome.

I risultati – Lugano-RapperswilJona Lakers 2-3 (al supplementare; serie sull’1-2); Losanna-Zsc Lions 0-3 (serie sull’1-2); Zugo-Berna 3-0 (terzo goal dal ticinese Dario Simion; serie sul 2-1); FriborgoGottéron-ServetteGinevra 3-8 (a 45 tiri contro 35; tripletta di Tyler Moy nelle file degli ospiti; divario massimo sull’1-8 ancora ad oltre sette minuti dall’ultima sirena; serie sull’1-2). Lunedì nuovo appuntamento, e qualcuno è ai piedi della scala.