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Hockey / Cramosina, 30 anni eppure sembra ieri. A Faido la grande festa

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In Bassa Leventina, ai tempi, con la forza di volontà c’era sempre modo di spianare i bordi di una lanca e di buttarsi ad inseguire un disco: bastava che facesse freddo, bastava che si fosse in più di tre per parte, ed ecco spuntare certi “derby” (quelli di Giornico contro quelli di Altirolo, per dire) in cui l’unico limite era dato dal calar della luce naturale. Poi venne il tempo di qualche partecipazione al “Pilotti-Ramelli” di Bellinzona, e dicono le cronache che non tutto andrò sempre al meglio, ma almeno il seme era stato gettato e per di più, da quell’esperienza poco più che effimera, sarebbe stata mutuata una denominazione ora storica: il gruppo – dirigenti, giocatori, collaboratori, chi volesse anche dare soltanto una mano – si ritrovava infatti nelle sale di un ristorante, il “Cramosina”, all’interno del complesso del “Motel Monteforno”. Cramosina, per l’appunto, l’identità che al terzo tentativo sarebbe diventata emblema di una nuova realtà; nuova per l’epoca, anno 1992, ed oggi in odore di celebrazioni per un trentennale che entrerà almeno nella cronaca, se non nella storia.

Del Cramosina, che era poi Cramosina Giornico alla fondazione secondo statuti sottoscritti nell’aprile 1992 e che prese quota ufficialmente nel novembre dello stesso anno con la presentazione ufficiale, molti conoscono oggi la dimensione territoriale e la consistenza tra prima squadra (in Terza lega gruppo 1-est) e Veterani (gli Youngsters, normalmente impegnati in tornei amatoriali): temi che saranno senza dubbio al centro delle celebrazioni di sabato 10 settembre, alla pista di Faido, con due tappe distinte ossia cena ad inviti (ore 19.00) e festa popolare (a partire dalle ore 21.00). Ma ci sarà di più: a distanza di una generazione e mezzo, il riscontro della capacità organizzativa espressa (ogni anno, ad esempio, il torneo di unihockey) e la conferma dei valori di riferimento di una realtà aggregativa che si pone quale interlocutrice di istituzioni da una parte e sportivi dall’altra, analogamente a quanto accade nelle omologhe società di pari o superiore categoria, nella filiera almeno dalla Prima alla Terza lega (anzi, da quest’anno alla Quarta, stante la scelta in “Alleingang” della dirigenza dell’Hockey club Locarno); e sarà magari quella la circostanza per una riflessione approfondita – qualche traccia in tal senso è affiorata già a fine giugno, sul margine dell’assemblea ordinaria della Federazione ticinese hockey ghiaccio – circa il presente e circa il domani dell’hockey su ghiaccio nostrano, provatissimo dal biennio covidiano ed alla fase di ricostruzione con un probabile nuovo progetto di coinvolgimento ad ampio raggio.

Nel frattempo, che siano festeggiamenti veri e sentiti.