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A margine / In Ticino il candidato so-tutto-io: «La politica italiana è folclore»

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Ultimi fuochi di campagna elettorale di Tricoloria su suolo elvetico, in queste ore, essendo ormai imminente l’accesso alle urne per le Politiche e quindi restringendosi i tempi del voto per corrispondenza (che per gli italiani all’estero è ammesso e riconosciuto, con riferimento in questo caso alla ripartizione Europa). Martellante l’insistenza di alcuni esponenti di Sinistra, o che credono di rappresentare tesi e valori della Sinistra, con messaggi che tuttavia sorprendono e stupiscono. Florilegio ultimo raccolto (testi per iscritto, valgono la “parola parlata”): Michele Schiavone, “Bisogna rendere il Ticino un polo attrattivo per gli investimenti” (grazie per il suggerimento, ce la si cava benissimo senza simili perle; ma poi, perché non si occupa dei problemi dell’Italia anziché delle prospettive altrui?); stesso interprete, “Ci sono effetti a catena dalle decisioni che il Parlamento italiano prenderà anche nei confronti degli italiani all’estero” (“Decisioni nei confronti”? Ma che sarebbe ‘sto tutt’altro che vago sentore di minaccia verso gli “expat”, ed in forma di legge?); Toni Ricciardi, “Ormai in Italia la politica è folclore” (grande stima per i potenziali futuri colleghi, e soprattutto per i parlamentari del suo stesso partito, vero?); infine, per voce di entrambi i summenzionati, “(…) nelle prossime elezioni sono in ballo le democrazie liberali, c’è il rischio di un uomo solo al comando sotto mentite spoglie” (unico commento possibile: bum).

Un impegno che sia uno per sbloccare l’“assegno unico” dei frontalieri, titolo di credito impastoiatosi non in Svizzera ma nei meandri romani, no; una disponibilità a dare attuazione legislativa ai famosi nuovi accordi sui frontalieri, già parafati nel 2015, poi rimasti lettera morta, poi rifirmati nel dicembre 2020 ma rimasti nel guado perché la tecnica del rinvio fa comodo a chi non vuol studiare le carte per la successiva applicazione, nemmeno; e questi dovrebbero pur essere argomenti dalla primaria urgenza, essendo già scaduti i tempi tecnici a suo tempo previsti. Del resto: non sia mai che s’abbia a prendere coscienza del bisogno di formulare un progetto nel cui contesto sia preso in esame lo scioglimento dei nodi dell’alta e della media e della bassa burocrazia italiana…