Home SPORT Hockey / Champions’ league, Lugano suicida ed eliminato

Hockey / Champions’ league, Lugano suicida ed eliminato

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Dalla speranza alla disillusione: ieri rianimato dall’inattesa sconfitta dello Skelleftea contro il Tappara Tampere, oggi autore di un autentico “harakiri” interno, il Lugano che esce per propri demeriti dalla Champions’ league di hockey facendosi battere a domicilio dagli Eisbären Berlino, squadra priva di qualsivoglia ambizione perché già eliminata. Ed è l’incubo degli incubi quello che cala sulla “Resega” di Porza: contro un “quid” algebrico in obbligato viaggio turistico, nel momento in cui serviva una vittoria qualsivoglia (ed a conti fatti sarebbe bastata anche quella al supplementare o ai rigori) i bianconeri si sono sciolti, fatta eccezione per le solite individualità che non bastano per ricucire un tessuto debole ed esile; mancando poi una potenza dominante da parte degli stranieri (ed era assente Daniel Carr, ineludibile), ospiti felici di poter chiudere la fase di qualificazione con una vittoria e luganesi, invece, a piangere sui propri errori. Qualcuno, pensate, grava persino su Leland Irving, portiere ingaggiato al volo per mettere il tappo sull’assenza di Niklas Schlegel per infortunio: diremo che il canadese è meglio di quel che è stato visto, ma nella circostanza occorreva che egli si presentasse proprio nella versione del “meglio”, e ciò non è avvenuto.

Cronaca. Berlinesi avanti con Matt White (4.07) ed al raddoppio grazie a Blaine Byron (21.28); situazione rimessa sui binari da Loïc Vedova (30.48) e Bernd Wolf (32.10), cioè un terza linea d’attacco ed un quarto blocco difensivo; giro di penalità minori senza danni di rilievo, passano 5.18 della terza frazione e Matt White fa doppietta. A quattro e briciole dall’ultima sirena, superiorità numerica per il Lugano; nulla. Fuori il portiere, ultima stretta: al 58.20 spunta il canadese Giovanni Fiore, suo il goal che chiude ogni discorso. Esultano in Svezia, gioiscono in Germania, si rallegrano in Finlandia. Si lacrima in Ticino, ma pazienza, qualcuno verrà domani a raccontarci che non questo era l’obiettivo dell’anno e che da ora in poi ci si potrà concentrare sui traguardi “veri”.