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Hockey Nl / Svolta “necessaria” al Lugano: portiere canadese in arrivo

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Vinse un oro ai Mondiali Iuniores “Under 20” con la Foglia d’acero, nella stagione 2006-2007, in Svezia, quando la Svizzera fini settima salvandosi con due vittorie contro Slovacchia e Germania essendosi portata un successo sulla Bielorussia dalla sfortunata fase di qualificazione; vinse quello, in realtà mai scendendo in pista perché davanti a lui c’era Carey Price di cui si conosce la carrieruccia in Nhl (roba da oltre 800 partite in 14 stagioni più medaglie medaglie medaglie varie), ed in sostanza null’altro sino ad oggi. Fa dunque onore a Leland Irving, 33enne di ruolo portiere, il mettersi proprio ora in gioco con la maglia dell’Hockey club Lugano, all’età di 33 anni, in sperimentazione per la seconda volta a sud delle Alpi se si considera il triennio 2018-2021 a Bolzano prima in Ebel e poi in Icehl, più di 40 partite ogni anno, medie fra i due ed i due goal e mezzo subiti per incontro.

Ah, già, perché questa è la notizia: i guai fisici di Niklas Schlegel sono seri e di lunga durata, sei settimane come minimo, e non si può pretendere che i bianconeri viaggino sino a metà campionato affidandosi ai soli Thibault Fatton e Davide Fadani per quanto il futuro di ogni squadra, soprattutto se si giungerà un giorno a stringere le maglie sull’innesto di stranieri, stia nel costruirsi i portieri nel giardino di casa o perlomeno in consorzio (pensaci, Ticino: è anche un affare); ergo, dopo bussatina alla porta del tesoriere, ingaggio per Leland Irving prelevato dai Malmö Redhawks della massima serie svedese, accertate le buone condizioni fisiche, 183 centimetri per 80 chilogrammi secondo le statistiche ufficiali, ai tempi una scelta da primo giro alla “draft” Nhl (26.o assoluto nel 2006, piaceva agli “scout” dei Calgary Flames). Disponibilità quasi da sùbito, in teoria già da domani, dal momento che a Malmö stanno puntando assaissimo sull’indigeno Daniel Marmenlind da Uppsala, in pratica la fotocopia fisica di Leland Irving con sottrazione di 10 anni ai Servizi demografici.

Che cosa devono aspettarsi, i tifosi del Lugano, da questo innesto? Un valido “routinier”, prima di tutto, e che non delude mai; nello stesso tempo, uno che trova sempre un ingaggio ma che non appartiene alla categoria degli irrinunciabili. Nascita a Barrhead in Alberta, sulla strada della corsa all’oro nei tempi del Klondike; insieme con Alan May (uno straordinario caso di fenomeno arrivato dal nulla a far numeri in Nhl), qui Leland Irving appartiene alla ristretta schiera degli eroi cittadini, e del resto capirete che stiamo parlando di una specie di Gordola, per dimensioni e per densità di popolazione. Giro dalle “iunior A”, Whl con gli Everett Silvertips, ingresso nei “pro” dalla porta di servizio ovvero con la maglia dei Quad City Flames nella Ahl, poi oscillazioni tra Ahl, Echl e Nhl, livello “top” per soli 13 incontri proprio per i Calgary Flames. Finlandia, Khl, ancora Ahl in varie tappe e per un totale di frammenti di sette stagioni; chi voglia la chicca delle chicche sappia che in Ahl, su un totale di 232 partite “a statistica” (cioè portate a termine, o da titolare sin dall’inizio o come rilievo), il “record” personale si fissa a 106 vinte, 106 perse e 20 pareggi, caso più unico che raro.

Hnat Domenichelli, da direttore generale in casa ceresina, parla di necessario perseguimento di una strategia funzionale alla maturazione dei due talenti sostanzialmente indigeni; Leland Irving, dunque, rimarrà in quota per un bel pezzo. Prenda però nota, il neoacquisto, del fatto che per andare diretti al “play-off” in Svizzera serve esattamente quel che egli fu in grado di dare nel tempo migliore della carriera. Auguri.