Home POLITICA Federali 2019 / Se piangi, se ridi. Fra trombati, premiati e miracolati

Federali 2019 / Se piangi, se ridi. Fra trombati, premiati e miracolati

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Chi vince, chi perde: è la regola, ad ogni appuntamento elettorale. Di solito, in Ticino, s’usa dire che poco cambia, al massimo uno al posto d’un altro, memento su Laura Sadis siluratrice di Marina Masoni in Consiglio di Stato o di Raffaele De Rosa siluratore di Paolo Beltraminelli (due esempi a caso, uno Plr ed uno Ppd, in rappresentazione storica di evento oggi rinaturatosi sott’altra forma) per il Consiglio di Stato. Lo scossone di stavolta è da botta secca: cambia più di qualcosa, vi pare? A noi pare.

I trombati – Non si dovrebbe dire così, è vero. Ma uno che fu grande eletto e poi grande sconfitto, e che passò tra i più e lì trovasi senza che giustizia gli sia stata resa almeno su un episodio del quale fu vittima anziché artefice, uno che si chiamava Silvio Flavio Maspoli, insomma, soleva dire che non servono mezze parole e che, se si perde il seggio, ci si deve assumere in carico la patente del “trombato” elettorale (anzi: lo stesso già consigliere nazionale e granconsigliere, negli scampoli della vita e prima d’essere aggredito dalla malattia, pensava di aprire un’osteria sotto l’insegna “All’onorevole trombato”. Fine dell’aneddotino speso al fine di stemperare le tensioni, anche perché da qualche fronte politico sono volate oggi parole non generosissime verso parte della stampa, e non ce la si prende, ma calmini tutti). Chi siano i trombati, in questo giro delle Federali, si sa: Filippo Lombardi, che pure aveva spinto per la deroga sulla corsa alla sesta legislatura, e Giovanni Merlini, che aveva mollato un seggio (in effetti sicuro, come sappiamo dal responso del mese scorso) al Nazionale per rilevare la posizione già detenuta da Fabio Abate non ripresentatosi. Solo sconfitta, e non lo si dice solo per rispetto all’eterno femminino parimenti noto quale altra metà del cielo, Roberta Pantani-Tettamanti; la quale, tra l’altro, a risultato acquisito si espresse con parole di riconoscenza verso le ticinesi e verso i ticinesi, quasi con un inchino prima di arretrare e di lasciare il palcoscenico (sì, lo stile è stile. Non tutti l’hanno).

I premiati – Sull’onda del verdismo, la cui forza effettiva non è ancora stata ben compresa dall’interno del fenomeno stesso (altrimenti detto: l’effetto travolgente rischia di stemperarsi se chi ambientalista è non riesce a modernizzarsi nel linguaggio e nei concetti. Valga per tutti l’uscita fuori tema e fuori linguaggio da parte di una granconsigliera all’ultima sessione granconsiliare), sull’onda del verdismo, si diceva, gran colpo per Greta Gysin neoconsigliera nazionale; diremmo anzi che è un gran doppio colpo, solo che si ricordi il percorso ondivago di Greta Gysin nelle file dei “Verdi del Ticino”, dapprima in opposizione interna a Sergio Savoia coordinatore, poi con partenza dal Ticino per rivendicata necessità-opportunità di esperienze professionali in lande d’Oltresangottardo; appena un anno fa, e guarda, esattamente un anno fa si metteva piede in un’aula delle scuole elementari di Massagno per l’assemblea dei “Verdi del Ticino”, ed in penultima fila si scorse il volto di Greta Gysin che dicevasi lì in visita amichevole, no, nessuna disponibilità per un ritorno in politica alle brevi perché non si dava l’ipotesi – si va a memoria – di un rientro prossimo in Ticino, ergo sicuro salto della tornata delle Cantonali e per il “dopo” si sarebbe visto. Visto e preso: poltrona conquistata fa rima con candidata fortunata e quasi miracolata, giungendo nelle vele anche il vento propizio dato da altra Greta (Thunberg). Se sei nel posto giusto al momento giusto, del resto, chi potrà mai contestarti qualcosa?

I miracolati – Più fortunati di tutti, se permettono e se non permettono fa lo stesso, sono tuttavia altri tre. Domenica 20 ottobre, per secondo seggio confermato al Plr, Alex Farinelli andato ad insediarsi al Nazionale laddove prima eravi Giovanni Merlini; senza eccessi, senza nemmeno aver condotto una campagna personalistica, promozione da borghigiancapitale (Comano, intero “cursus honorum” sino all’impegno come sindaco) a cantonalcapitale (Bellinzona, granconsiglierato) a federalcapitale (Berna, superdeputato); e si sarebbe potuto pensare che a quel punto il “bonus” ticinese del rinnovamento fosse stato speso. Macché: oggi, addirittura due a subentro in quanto classificatisi in piazza d’onore al Nazionale, ma dietro a soggetti in doppia candidatura e che, dopo conferma in seggio alla Camera bassa, opteranno ora per la Camera alta avendo conseguito piena autorità dal popolo; sicché laddove sedette Stefano Franscini poi consigliere federale si ritroveranno Piero Marchesi (udicino da Monteggio di cui è sindaco, granconsigliere, presidente cantonale del partito) e Bruno Storni (socialista da Gordola di cui è municipale, granconsigliere a sua volta). Prodigi che forse il solo Ticino può offrire; auguri.