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Pala & piccone / “MontagnaViva” alle Federali: «Solo noi possiamo…»

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Non per vincere ma per partecipare, sembra sostenere Germano Mattei, già granconsigliere e dicesi “già” in quanto egli fu detronizzato alle Cantonali 2019, di fatto con un dimezzamento dei consensi per il suo movimento “MontagnaViva”. Non per vincere (“Le prospettive sono pari a zero, o quasi”), ma per marcar presenza, la partecipazione annunciata oggi – in verità, con una “e-mail” dalla sintassi politica (ma non solo) che induce a qualche interrogativo – alle Federali 2019, ottobre s’approssima e con esso ravvivansi ambizioni anche prive di costrutto: perché “MontagnaViva” ci sarà per il Nazionale e financo per gli Stati, sissignori. Nomi: Germano Mattei himself per la Camera alta; almeno tre nomi conosciuti per l’altro versante. E “senza congiunzioni, soli e soletti”, viene sottolineato, quasi a rivendicazione di un “Alleingang” conseguente sia alle istanze propugnate (“Solo noi possiamo”) sia a libera scelta, ma ben non si capisce se propria o altrui.

Perché tale dubbio? Perché Germano Mattei, nel profluvio loquelare che talvolta gli viene a danno anziché a vantaggio benché di ciò egli non s’avveda, afferma di a) esser stato in sostanza artefice occulto dell’alleanza Ppd-Plr e b) di aver avuto reiterate richieste di congiunzione, or è già un anno, da parte di “alti esponenti Ppd”. Offerta e profferta cui egli avrebbe replicato che “la mia povera e poca forza elettorale” non sarebbe stata tale da permettere ai suddetti “alti esponenti” di risolvere “i problemi con cui erano confrontati”; ma che “con il Plr” essi avrebbero dovuto “trovare intesa”. All’esito, Ppd e Plr in comunella, e nulla per il buon vallerano dalle intuizioni tali che Battaglini Simen Rossi Celio scansatevi, barra al centro e avanti contro gli opposti estremismi? Eh, proprio nulla. Manco un posto in piedi quando le carrozze del treno sono semivuote. Le cause di ciò, vai sapere. Per oblivione altrui? Nemmeno nel momento culminante (ed ottenebrante) dell’azione travolgente ci si dimenticherebbe di colui che, pur stando dietro alle quinte e con chiara evidenza di modestia e di ritrosia e di “understatement”, sarebbe – “suapte voce” – l’ideatore di una invero non proprio santissima alleanza. Altra è infatti la tesi che Germano Mattei insinua: per quanto “alti”, gli esponenti pipidini propensi alla congiunzione di liste sono soverchiati da una figura, quella di Filippo Lombardi plurimo consigliere agli Stati, “cui “MontagnaViva” è invisa”.

E si sa: ubi maior, minor cessat. Così come in altra sede già cessavit, in effetti.