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Brucia l’«Alt» in Ticino e fugge in Italia. Speronata a ridosso del confine

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 21.29) Una donna, età e nazionalità non note, è stata bloccata e posta in condizioni di non nuocere, attorno alle ore 19.00 di oggi lungo via Luino a Lavena-Ponte Tresa (Varese), a distanza di circa un chilometro dal punto di valico in provenienza dal Malcantone, dopo inseguimento da parte di pattuglie della Polizia di Stato oltre che della Polintercom Ceresio-nord e della Polintercom Malcantone-est (non riscontrabile, per contro, la presenza di una pattuglia della Polcantonale). La “Toyota Aygo” con targhe ticinesi e guidata dalla donna, standosi a prima e sommaria ricostruzione, è stata affiancata e necessariamente speronata stante il reiterato rifiuto della conducente a fermarsi, e ciò in replica di quanto avvenuto su suolo cantonale qualche minuto prima del fermo; ignote le ragioni della scelta effettuata dalla donna, che ha opposto anche resistenza all’autorità costituita nel momento in cui, a veicoli fermi in corrispondenza del numero civico 86 circa e meglio a ridosso della pensilina per la fermata di un bus della “Autolinee varesine”, le forze dell’ordine si sono avvicinate per la prima presa di contatto, incontrando difficoltà tali da imporre un prelievo coattivo e proporzionatamente muscolare con appoggio al suolo.

Intervenute anche unità dell’Arma dei Carabinieri, nella cui stazione locale la donna è stata poi tradotta per l’interrogatorio. Da informazioni di seconda mano, e sulla cui attendibilità sono in corso verifiche, risulta peraltro che a distanza di pochi minuti dal fermo della “Toyota Aygo” è stata intercettata anche una “Audi” in transito sulla medesima direttrice ovvero anch’essa passata dal Ticino al Varesotto. Nessun commento, per ora, dal portavoce della Polcantonale; interrogativi suscita tuttavia l’avvenuto sconfinamento da parte di pattuglie Polintercom, che a rigore dell’accordo del 2013 tra autorità elvetiche ed autorità italiane non sono legittimate ad operare fuori dai confini nazionali). Nella foto, un momento del fermo (nota di servizio: l’immagine è stata trattata a protezione dell’identità delle persone coinvolte).