Come la si mette se un tizio si presenta alla prova teorica per conseguire la licenza di condurre, si siede alla postazione individuale per rispondere alle domande che via via compaiono sullo schermo, mostra chiaramente di non conoscere una parola di italiano eppure conclude la prova in modo brillante, roba da applausi, nemmeno un errore e nemmeno un’incertezza e tutto entro il tempo concesso? La si mette che spunta un minimo di dubbio: quel dubbio che l’esaminatore di servizio l’altr’ieri alla “Motorizzazione civile” in Como, sede di esame per il rilascio della patente di guida, ha avuto tenendo d’occhio un candidato di nazionalità cinese, 43 anni l’età, dall’inizio alla fine e poi facendo intervenire una pattuglia della Polizia di Stato. Motivo: il candidato tanto candido poi non era, essendo colui bel bello venutosene da Torino alle sponde del Lario (e già la cosa dovrebbe suonare strana) portandosi dietro o acquisendo sul posto – cioè da mano esterna un’ampia dotazione tecnica a suo illecito supporto: nelle orecchie, due auricolari fissati a tale profondità da imporre un immediato trasferimento dell’uomo al “Sant’Anna” di San Fermo della Battaglia (Como) ai fini dell’estrazione e del recupero, operazioni portate a termine senza danni fisici per l’incauto 43enne; sulla nuca, un “kit” con modulo Gsm e microcamera che era stato applicato con nastro biadesivo e poi occultato tra le ciocche dei capelli. Conclusione: esame ovviamente annullato, cinese denunciato per violazione delle norme sull’utilizzo delle capacità altrui in concorsi o esami; e, nel frattempo, cercansi tracce che portino a chi, all’esterno, fungeva da suggeritore delle risposte…