Se guardate la cartina del Sudamerica, a sostegno della sicuramente valida memoria dai tempi di scuola, constaterete il fatto che Cile, Venezuela ed Ecuador non hanno confini in comune; niente confini comuni, niente motivi di dissidio, solida dunque la base per una fruttifera collaborazione fra suoi cittadini – tre, in questo caso – saliti l’altr’ieri con mezzi autonomi da Milano sino alla Basse ValleMaggia e da quest’ultima anche usciti, ma solo a bordo di auto dalla bianca livrea e con sirene pronte ad ululare. Sgominato fu infatti il sodalizio criminale che stava rientrando su Locarno e oltre, obiettivo primario il rientro su suolo di Tricoloria, dopo effrazione compiuta in un’abitazione di Avegno-Gordevio frazione Avegno ed altro colpo tentato ma non messo a segno perché da quelle parti c’è chi tiene gli occhi aperti ed il cellulare a portata di mano con il “117” come primo numero di contatto nell’agenda; il tempo di una sgommata sulla direttrice della Cantonale ed ecco che nella brulla Ponte Brolla brillò il lampeggiante foriero di accurato controllo e di manette pronte a scattare, come esse infatti scattarono ai polsi del venezolano (un 24enne), dell’ecuadoriano (suo coetaneo) e del cileno (un 21enne), risultati tutti essere residenti in provincia di Milano.
A bordo del veicolo si trovavano attrezzi utili per imprese criminali e proventi di imprese criminali, del che presero nota gli agenti della Polcantonale ed i loro colleghi della Polcom Locarno. Ipotesi di reato nel “dossier” di cui è titolare il procuratore pubblico Luca Losa: furto con scasso, danneggiamento, violazione di domicilio ed infrazione alla Legge federale sugli stranieri; a carico dell’ecuadoriano anche l’infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale (autorizzazione alla guida, figurarsi).