Home CRONACA Tragedia della ValleMaggia, amara verità: ora i dispersi sono cinque

Tragedia della ValleMaggia, amara verità: ora i dispersi sono cinque

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 3.20) Tutto passa in second’ordine, tutto – anche la rapida visita di Viola Amherd, presidente della Confederazione, giunta in elicottero – ed in una situazione come questa è cosa grossa, quando alle ore 22.10 si accende la spia sul tavolo di redazione: all’uno che già mancava, Peccia il fulcro delle ricerche ma ogni sussurro da altro luogo può risultare traccia utile, se ne aggiungono quattro. Altri quattro assenti all’appello, nella sciagura di una ValleMaggia che resta tagliata in due dopo il flagello del maltempo nella notte tra sabato e domenica, e di questo si dirà poi; altri quattro per la cui sorte s’ha da temere, essendo pervenute alla Polcantonale altrettante denunzie di scomparsa; dall’ultimo “flash” consta trattarsi di due evidenze distinte, due donne e due uomini, zone di Lavizzara frazione Prato Sornico e Cevio frazione Fontana, luogo quest’ultimo destinato a stamparsi nella memoria. Il tragico dell’aritmetica è che l’aritmetica della quotidianità si fonda su elementi del reale: più del crollo di un ponte, più del dissesto delle strade, più delle comunicazioni interrotte e dei servizi solo ora in corso di ripristino, più di quanto si è perso nel patrimonio pubblico e nelle economie private, più di tutto questo pesa un computo di otto vittime, tre acquisite alla cronaca – si perdoni il tono da contabili: si cerca di cristallizzare le evenienze e di non cedere alla tristezza, visto quel che si è visto e udito quel che è stato raccontato – e cinque che forse sì, forse no, forse sì di nuovo ma con il trascorrere delle ore è un forse no di nuovo, alla voce “Tra di noi”. Quei quattro nomi in più tra l’altro, sono esito di un lavoro di crivello fra le molte chiamate ai punti di contatto delle forze dell’ordine; ogni riga tirata sul foglio è un caso che si risolve, molti gli allarmi rientrati, molti ma non tutti, purtroppo. Vale l’“Andiamo avanti”, valgono il “Guardiamo tutto” ed il “Prestiamo attenzione a tutto” ma conta soprattutto l’andare al bersaglio grosso, alla priorità delle priorità; si spera e si confida, chissà che qualcuno sia soltanto rimasto isolato cioè in luogo non raggiunto ed ovviamente si trovi privo di strumenti per prendere contatto. Può essere; non perdiamo la speranza che così sia, ma dobbiamo anche essere pronti al peggio.

L’orizzonte delle risposte – Ai tre altri quesiti fondamentali che sino a metà pomeriggio – parliamo di metà pomeriggio dal momento che per le ore 17.00 di ieri, lunedì 1.o luglio, era fissato il punto-stampa sullo stato dell’arte – galleggiavano nell’aria, per ora, risposta invece non vi è. Notizie non si hanno, “tout court”, circa il disperso già ancorato alla catena degli accertamenti. Per quanto riguarda i servizi, un passo dopo l’altro, ma si è ancora lontani dalla pienezza del ritorno all’ordinario. Per ciò che concerne la viabilità, idem e con il primo, essenziale nodo del transito da Visletto a Cevio, il ponte crollato è ancora fatto non compreso e psicologicamente non accettato da molti, pur nell’ineluttabilità e nell’irreversibilità dell’accaduto; ma di traverso, a mezz’altezza, più mormorata che espressa ha preso corpo una mezza ipotesi, il provvisorio potenzialmente praticabile a precedere un provvisorio su cui disporremo d’una prima forma la prossima settimana, di massima, o magari giovedì, essendo già stati messi in rete tutti i necessari interlocutori, questo è il problema e si è aperti ad ogni soluzione credibile secondo le vostre risorse, signori. Ecco la forza del Ticino che viene fuori, nel segno di una strategia da “Chi fa che cosa, dove e quando”; altre vie non esistono e, se esistessero, porterebbero solo ad impastoiarsi nel nulla. Qui, pertanto, una sintesi al punto di massimo avanzamento constatato.

Acqua potabile – Sin dal levarsi dei primi elicotteri che ieri avevano fatto la spola per portare a valle quasi 400 persone tra quanti erano rimasti isolati al Piano di Peccia (torneo di calcio ed “Open air” musicale) ed a Mogno (colonia climatica estiva) e che oggi hanno operato anche e soprattutto come vettori per ricognizioni, assistenza e sussistenza, a “pallet” interi il recapito di bottiglie e contenitori di acqua per le esigenze primarie, destinazioni in ordine sparso ma secondo l’elenco dei luoghi in cui le necessità erano maggiori: Cevio paese e le sue frazioni Bignasco e Cavergno disponevano di sola acqua non potabile, e lo stesso risultava per le frazioni Mogno e Fusio in Comune di Lavizzara; qui era indisponibile anche l’acqua non potabile limitatamente alle frazioni Menzonio, Brontallo, Prato Sornico, Peccia, Piano di Peccia e Veglia.

Elettricità – Più complessa la riattivazione dei servizi di erogazione della corrente elettrica. Tenendosi quali riferimenti i centri sopra citati, copertura sin dalle prime ore a Cevio paese e nelle frazioni Bignasco e Cavergno, niente invece a Lavizzara frazioni Mogno e Fusio così come a Menzonio, Brontallo, Prato Sornico, Peccia, Piano di Peccia e Veglia. Informazioni più frammentarie dalle realtà discoste in Bavona e Rovana. Numerose le squadre di tecnici all’opera; fatta eccezione per le citate Bavona e Rovana oltre che per parte del territorio di Lavizzara, ripristino del servizio da considerarsi completato; fondamentale la riattivazione – intorno alle ore 8.30 di oggi sarà possibile un primo riscontro su basi di raggiunta efficienza – delle sottostrutture.

Servizi telefonici – Punto di svolta, nel corso del pomeriggio, la stesura di un nuovo cavo lungo la passerella ciclopedonale tra Visletto e Cevio, sullo sviluppo di circa 400 metri, sotto egida “Swisscom”. Le utenze mobili risultano in gran parte riattivate e raggiungibili; diverso il discorso per quanto riguarda i telefoni fissi. Numeri attendibili sul ripristino delle utenze fisse e mobili giungeranno nella mattinata.

Punti di presidio – Non più necessaria la postazione della Polcantonale a Ponte Brolla, sul confine tra le pertinenze comunali di Locarno e quelle di Terre di Pedemonte: qui, secondo criterio di doverosa informazione, un cartello indica che il transito lungo la Cantonale è limitato al nucleo di Riveo in Comune di Maggia. Già dalla notte scorsa, sotto catena di comando gestita dai referenti dello Stato maggiore regionale di condotta, dalle ricerche e dagli sgomberi la priorità è passata all’accesso alle zone discoste con duplice obiettivo, ovvero la ricognizione sul numero delle persone presenti e l’assistenza alle stesse. I membri di tre pattuglie della Polcantonale, previo elitrasporto in altrettante località del Comune di Lavizzara ovvero Fusio, Peccia e San Carlo, hanno installato postazioni-“hotspot” di collegamento e di comunicazione con lo Stato maggiore regionale di condotta.

Viabilità – La ricognizione sulle arterie principali e secondarie è esercitata metro per metro, con verifiche ripetute circa le condizioni del fondo stradale, delle asfaltature e delle eventuali situazioni di rischio incombente o latente; un’impresa vera e propria, pur dandosi ora condizioni atmosferiche rassicuranti, volendosi cercare di garantire accessibilità in almeno ordinaria sicurezza. Attenzione precipua è dedicata alla constatazione della solidità (o dell’eventuale precarietà) dei manufatti, dai ponti sui riali ai guidovia ai cordoli. Immaginabile il quadro sia in Bavona, tra Bosco Mondada e Fontana in particolare, sia nella zona di Prato-Sornico, dove danni impressionanti hanno subito la pista del ghiaccio ed il deposito dei Pompieri; le ricognizioni si concentrano infine su cabine della distribuzione di energia elettrica, acquedotti, fontane e sorgenti; per una mappatura completa potrebbero servire settimane.

Trasporti pubblici – Lungo la dorsale della ValleMaggia resta operativa la linea 315 delle “Fart”, che da oggi, martedì 2 luglio, si rigenera con sdoppiamento dei servizi: secondo orari ordinari da Locarno sino al terminale provvisorio che da Riveo in Comune di Maggia è stato spostato verso nord ovvero a Visletto, in corrispondenza dell’oratorio titolato a san Defendente, e questa è la copertura “tradizionale” ancorché limitata; lungo la sezione a nord del ponte crollato sono a disposizione altri bus da Cevio frazione Cavergno (terminale ordinario delle corse sulla linea 315) a Visletto lato nord, cioè con nuovo punto di arrivo e di partenza all’incrocio tra la Cantonale, localmente nota come via Valmaggina, e la “strada vecchia” in immissione verso il nucleo di Cevio; anche su questa tratta è garantito l’orario di base, unica ed effettiva modifica data dalla traslazione della fermata Cevio zona Boscioli, in direzione Locarno, direttamente al punto corrispondente lungo la “strada vecchia”; gli utenti si servono dunque della passerella ciclopedonale per passare dall’uno all’altro terminale provvisorio (Visletto zona chiesa, a valle; Visletto lato nord, a monte), con tragitto pedestre della durata di cinque minuti.

Per il ponte, soluzione-ponte – Dall’Esercito, la cui disponibilità è già stata espressa con i “SuperPuma” messi in servizio a fianco degli elicotteri sia privati sia con insegne della “Rega”, è ovviamente attesa una risposta circa la posa di un ponte provvisorio a Visletto: un canonico “Bailey”, o suo simile, per la cui allocazione serve tuttavia una certezza sulla resistenza dei piloni nell’alveo della Maggia, “e la cosa non è per ora possibile – è stato detto in conferenza-stampa – stante l’ancora elevata massa di acqua corrente”. Per quale motivo, allora, a metà pomeriggio qualcuno si è sentito allargare il cuore? Perché sul tema dei collegamenti stradali, in via transitoria e con limitazioni ovvie per il peso ed una volta che siano state esperite le verifiche sulle verifiche, per evitare la cesura tra Visletto e Cevio pare si possa ricorrere al percorso della ciclopedonale anche come ponte ad uso veicolare. Pare: nel senso che la larghezza della piattabanda, metri lineari tre, è bastevole per il passaggio delle auto; nel senso poi che, dandosi un peso massimo a pieno carico a 30 quintali (quale parametro si tenga conto del fatto che un Suv di buona marca arriva a 18, più le persone e le dotazioni a bordo), la ciclopedonale garantirebbe transito e sicurezza. I flussi veicolari sarebbero regolamentati con semafori e personale addetto e, sempre a prima lettura dello scenario, altre limitazioni si imporrebbero forse in determinate fasce orarie; pur di evitare che la frattura nel territorio lasci la Media e l’Alta ValleMaggia prive di connessione viaria con il resto del Ticino, con le nemmeno immaginabili ripercussioni su clima sociale ed imprese e servizi, ogni risorsa disponibile è oro.