Home CRONACA Lavoratori sfruttati, anche dal Ticino un contributo all’“Operazione Jad”

Lavoratori sfruttati, anche dal Ticino un contributo all’“Operazione Jad”

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In misura modesta ma congrua con lo stato dell’arte giunge dal Ticino, sull’asse Polcantonale-Polcom Minusio-Polcom Locarno e con l’appoggio di “Commissione paritetica cantonale” ed “Associazione interprofessionale di controllo”, un contributo non indifferente all’“Operazione Jad-Joint action days” andata in scena fra mercoledì 15 e martedì 21 giugno con interessamento di 29 Paesi quanto a forze dell’ordine impegnate in questa circostanza sotto coordinamento delle autorità olandesi e con Francia, Italia, Romania e Regno Unito nella cabina di regìa. Finalità del progetto: contrastare i fenomeni legati alla tratta ed allo sfruttamento di esseri umani nel mondo del lavoro. Modalità operativa: verifiche all’interno di imprese operanti in rami quali edilizia, agricoltura e cura della persona (parrucchieri ed estetiste). Esito sul territorio cantonale: 177 persone controllate, cinque denunciate per infrazioni alla Legge federale sugli stranieri. Quota di partecipazione elvetica: Polizia federale quale realtà di riferimento, Ticino nei termini descritti, inoltre Ufficio federale dogana-sicurezza confini, Polizia degli stranieri di Berna, Polcantonale Argovia. Polcantonale Ginevra, Polcantonale Zugo e Polcantonale Nidvaldo.

I numeri nel complesso: quasi 18’500 agenti in campo, 10’467 località interessate, oltre 86’000 persone sottoposte ad identificazione, 32’525 veicoli controllati; traduzione in esito operativo, effettuati 59 arresti, individuate 487 possibili vittime di diverse tipologie di sfruttamento; scoperti circa 1’100 casi individuali di persone vittime di violazioni delle norme pertinenti al mondo del lavoro e 514 datori di lavoro sospettabioi di violazioni delle norme medesime; sequestrati 34 documenti falsi, avviate circa 80 nuove indagini, posto in essere il meccanismo per altre 715 tra ispezioni ed indagini amministrative. Identificate infine circa 500 persone che, a rigor di riscontri, avrebbero lavorato in nero.